martedì 19 gennaio 2010

INTERESSANTE RIFLESSIONE DEL DOTT. CAPPELLETTI SULLA QUESTIONE PESTICIDI IN AGRICOLTURA


L’imbroglio dei pesticidi Il Trentino deve cambiare (e non solo in Trentino aggiungiamo noi)

dopo le analisi effettuate dal Comitato per salute della val di Non che dimostrano la presenza di pesticidi nelle urine dei residenti, c’è da chiedersi se la cosiddetta lotta integrata possa avere una qualche validità o sia solo un espediente per far arrivare ai nostri agricoltori i soldi della comunità europea. La lotta integrata dovrebbe ridurre notevolmente i livelli di pesticidi salvaguardando le proprietà vicine e la salute collettiva. In realtà così non è,evidentemente
qualche trappola per la confusione sessuale non ha dimostrato di ridurre significativamente l’impiego dei «veleni».
L’ultima indagine di Legambiente sui pesticidi per il Trentino riporta dati catastrofici. Su 22 mele analizzate solo un campione è privo di pesticidi e addirittura 9 sopra i limiti di legge. A sentire i consorzi dei produttori solo il 1-3% delle analisi risulta positiva. In realtà i dati di Legambiente dimostrano che il Trentino è fra i più grandi utilizzatori di pesticidi per ettaro.
Come si conciliano i dati di Legambiente con i dati dei consorzi? Semplicemente i consorzi quando riportano i loro dati non si riferiscono a campione cioè a mela, ma portano le percentuali di positività rispetto al numero di analisi effettuate.
Su ogni mela si effettuano 100 analisi circa di pesticidi: ebbene se ne trovo 1 pesticida per mela posso comunque dire che solo l’1% delle analisi era positiva. Se trovo 3 pesticidi per ogni mela analizzata, posso sempre dire che solo il 3% delle
analisi è risultato positivo.

Con imbrogli di questo tipo il Trentino sta disattendendo le sollecitazioni della comunità europea di ridurre l’impiego di pesticidi e questo a scapito della salute della propria gente. La comunità europea ha stanziato 53 miliardi di euro per le misure agroalimentari e di benessere animale. Questo denaro dovrebbe andare alla conversione a una agricoltura biologica con ritorni ambientali e di salute e
non al mero sostegno del reddito di chi pratica la cosiddetta lotta integrata«alla trentina».
La politica trentina deve venire a capo di questo problema.
Col contributo dei consorzi produttori si devono mettere in campo risorse ed energia per una conversione decisa verso il biologico vero. Ci sono bellissimi esempi da seguire di valli alpine che si sono vocate al biologico con ripercussioni positive sulla salute. Per contro la triste monocultura sta producendo malattie nervose
(per mancanza di spazi di relazioni) oltre che organiche dovute ai pesticidi.
Roberto Cappelletti (medico e Sindaco)

3 commenti:

Anonimo ha detto...

E' caso di dire che qualcuno mela racconta............

Anonimo ha detto...

mi stupisco di come certe persona siano capaci di stravolgere la realtà dei fatti, a sulla nostra pelle

Anonimo ha detto...

leggere l'intero blog, pretty good