lunedì 29 novembre 2010

MANIFESTAZIONE REGIONALE IN DIFESA DELL’ACQUA PUBBLICA E DEI BENI COMUNI

Oltre un 1.400.000 donne e uomini di questo Paese (oltre 130.000 veneti) hanno firmato i tre quesiti referendari per la ripubblicizzazione dell’acqua, promossi dal Forum Italiano dei Movimenti per l’acqua e da una grandissima coalizione sociale raccolta nel Comitato Promotore.
Hanno posto la loro firma per una battaglia di civiltà, per la tutela e l’accesso universale all'acqua come bene comune, contro ogni forma di privatizzazione e di consegna al mercato di un bene essenziale alla vita.
E' una questione di democrazia: la questione dell'acqua non può essere delegata ad alcuno, ma deve appartenere a tutti attraverso il referendum.
Per non tradire la fiducia e le aspettative della popolazione, chiediamo la MORATORIA, attraverso un provvedimento di legge immediato che posticipi le scadenze previste dalla “ legge Ronchi”e per la soppressione degli ATO.






informazioniSABATO 4 DICEMBRE

MANIFESTAZIONE REGIONALE A VENEZIA

Concentramento ore 14 PIAZZALE STAZIONE
Cortei via terra e via acqua con barche fino a Rialto

Con evento finale e concerti in Erbaria

PER LA M O R A T O R I A DI OGNI PROCESSO DI PRIVATIZZAZIONE DELL'ACQUA

PERCHE' IL REFERENDUM SI SVOLGA NEL 2011

PER MODIFICARE LO STATUTO VENETO IN DIFESA DEI BENI COMUNI

PER DIFENDERE GLI ECOSISTEMI FLUVIALI E SALVARE IL TERRITORIO DALLE COLATE DI CEMENTO E DALLE DEVASTAZIONI IDRO-GEOLOGICHE

PER UNIRE LA NOSTRA VOCE ALLE MOBILITAZIONI GLOBALI NEI GIORNI DEL VERTICE DELL'ONU SUI CAMBIAMENTI CLIMATICI A CANCUN E CHIEDERE GIUSTIZIA AMBIENTALE E SOCIALE

Per adesioni ed informazioni
venetoacqua@libero.it
acquaveneto@libero.it
www.venetoacquabenecomune.blogspot.com

domenica 28 novembre 2010

il COMITATO "SU CON LE ANTENNE" INVITA TUTTI A PARTECIPARE A QUESTO INCONTRO

Serata informativa sui rischi alla salute a causa delle onde elettromagnetiche. Giovedì 9 dicembre alle ore 20.30 in Sala Gaurnieri

L’amministrazione comunale di Pedavena ha organizzato per giovedì 9 dicembre alle ore 20.30 in sala Guarnieri una serata informativa sul tema dell’inquinamento elettromagnetico. Dopo il diniego dell’amministrazione per l’installazione di una antenna alta sette metri sopra la sede Municipale onde evitare qualsiasi rischio per la salute dei cittadini in un luogo densamente abitato dove è presente anche l’asilo “Ai Caduti” frequentato da una sessantina di bambini, si è ritenuto opportuno fare chiarezza sul tema grazie alla presenza di due esperti: il prof. Alfio Turco, Direttore di POLAB Srl - Cascina – Pisa ed il prof. Angelo Levis, Membro del Comitato Scientifico ISDE Italia - già ordinario di Mutagenesi Ambientale presso l’Università di Padova. Siamo infatti trafitti, senza rendercene conto, ogni giorno da migliaia di onde elettromagnetiche con il loro carico energetico incontrollato. Alte e basse frequenze, alti e bassi livelli energetici trasportati dalle onde sempre più spesso causa di malanni alla salute. Gli interessi economici in gioco sono fortissimi e pertanto la ricerca scientifica stenta a decollare. Gli studi sono spesso di parte e la confusione di notizie rende difficile la scoperta della verità, a tutto vantaggio dei grandi gestori. Questi accusano di montare casi per far notizia e gettano acqua sul fuoco, incuranti delle reali preoccupazioni della popolazione. Poco si sa degli effetti che queste onde provocano sulla salute e la difficoltà di tutelarsi con una legislazione ancora impreparata deve rendere tutti molto diffidenti. Si sa per certo che le finestre e gli infissi delle nostre case non costituiscono un ostacolo per i campi elettromagnetici, e in generale si può dire che bambini, anziani e portatori di pace-maker sono le categorie più a rischio. Gli effetti dei campi elettromagnetici sull’organismo umano sono classificabili in due categorie, a breve e a lungo termine. Gli effetti immediati delle onde ad alta frequenza (impiegate per le trasmissioni radiotelevisive e per la telefonia mobile) consistono nel surriscaldamento e conseguente danneggiamento di alcuni tessuti del nostro corpo, soprattutto degli organi più ricchi di acqua (come i testicoli e il cristallino degli occhi). I campi a bassa frequenza (generati dagli elettrodotti, dai trasformatori e dagli elettrodomestici) inducono invece delle correnti elettriche nell’organismo e possono alterare anche sensibilmente il funzionamento dei sistemi cardiaco e nervoso: mal di testa, disturbi del sonno, extrasistole e fibrillazioni ventricolari, senso di nausea, irritabilità e depressione, sono tutti effetti riscontrabili se l’intensità del campo elettromagnetico supera una certa soglia di sicurezza. Gli effetti a lungo termine sulla salute sono più difficili da determinare, proprio perché la ricerca in questo campo è stata avviata solo recentemente. La scienza non ha ancora stabilito con certezza se esiste un legame diretto fra l’e sposizione prolungata ai campi elettromagnetici e l’insorgenza di forme tumorali: diverse ricerche effettuate in tutto il mondo hanno però evidenziato il probabile nesso di causa ed effetto, registrando un aumento dei casi di cancro per esposizioni protratte e in particolare l’incremento di forme leucemiche infantili (i bambini assorbono infatti l’energia generata dai campi magnetici con più facilità, a causa della loro massa fisica ridotta).

Altanon, grazie alla lotteria pagato il ricorso al TAR

Il ricorso al Tar è stato finanziato. Ad annunciarlo sono i portavoce del Comitato che si oppone alla realizzazione del progetto edilizio dell’Altanon che ieri sera, sabato 27 novembre 2010, hanno svolto l’estrazione dei numeri vincenti della lotteria promossa per completare il finanziamento del ricorso al TAR contro la delibera del piano Altanon approvato del consiglio comunale.

Sono stati venduti 4589 biglietti, al prezzo di un euro ciascuno, che aggiunti ai circa 1500 euro raccolti nei mesi scorsi grazie ai banchetti, alle raccolte firme e ai bidoncini esposti nei negozi, ammontano alla cifra necessaria (circa seimila euro) per pagare il ricorso. Alla presenza di un ufficiale della polizia locale sono stati estratti i numeri vincenti, visibili anche online: il primo premio, un viaggio per due persone alle cinque terre, se l’è aggiudicato il numero 0059. A seguire una city bike al 1362, un buono libri al 5625 e ancora altri premi.
Il Comitato No Altanon desidera ringraziare sentitamente tutti gli esercenti che hanno aderito all’iniziativa, e tutti i cittadini che, numerosissimi, hanno perorato la causa e hanno donato il loro contributo per fermare il “mostro” di cemento. Dunque ora si attende solo il pronunciamento del tribunale amministrativo.

Ma nel frattempo, l’obbiettivo del Comitato è già stato raggiunto: la realizzazione del contestato progetto edilizio è stata completamente bloccata.

Numeri vincenti: ( In ordine numerico: 0122, 0059, 1318, 1362, 1537, 1658, 3450, 3543, 3675, 3863, 4045, 4103, 5625, 5749, 5959 )


1) 0059: Viaggio per due persone (quattro giorni, tre notti) Parco Nazionale delle Cinque Terre
2) 1362: City Bike (Dalla Rosa Cicli)
3) 5625: Buono libri (Libreria Pilotto)
4) 3863: Buono libri (Libreria Agorà)
5) 1318: Cena per due (Unisono)
6) 5749: Cena per due (Albero degli Alberi)
7) 0122: Buono spesa (Bio-Brothers)
8) 3450: Buono spesa (Bottega del commercio equosolidale)
9) 1537: Buono piantine bioogiche (Vivaio Il Ruscello)
10) 4103: Quadro Feltre di Fabio Vettori (Bottega del Quadro)
11) 3543: Intimo uomo donna Yahamay
12) 4045: Pacco abbigliamento (Unic)
13) 5959: Occhiali Kalvin Klein
14) 1658: Copripiumino (La Cruna)
15) 3675: Pacco CD e cuffiette (Discone)

I premi vanno ritirati entro e non oltre 90 giorni dalla data di estrazione, contattando i numeri 339.1730423 (Davide De Martini Bonan) o 328.3721913 (Riccardo Sartor).

mercoledì 24 novembre 2010

tutti a lentiai.. il 27


CHIAMATA A... RACCOLTO

Novembre è, per ogni “contadino”, il mese in cui si “tirano le somme” dell’intera annata agraria. E a questa antica regola non poteva certo sfuggire il Gruppo Coltivare Condividendo. Infatti sabato 27 Novembre, dalle ore 14 in poi, ci troveremo presso la Sala della Società Operaia a Lentiai per dar vita a un momento di incontro, dialogo, condivisione e convivialità.

Esporremmo la nostra “mostra delle sementi antiche”, costruita e integrata (anche grazie al progetto del Museo diffuso) proprio in questo 2010.

Momento importante quello dello scambio delle sementi, sia per favorire l’auto produzione che per dire No a ogni forma di brevetto e controllo sui semi.

Insieme a noi ci saranno anche gli amici di “Spiazzi Verdi” che ci racconteranno dei numerosi ed interessanti progetti realizzati in laguna; i rappresentati del Parco di Paneveggio e dell’Ecomuseo del Vanoi (con sementi e iniziative), quelli di “civiltà contadina”, dell’”associazione seminati”; molti gruppi di Acquisto Solidale bellunesi, trevigiani, veneti trentini e friulani. Avremo come ospiti il dott. Michele Corti (dell’Università di Milano) e Laura Zanetti (Libera associazione pastori e malghesi del Lagorai); A. Fragano (coautore di un interessante libro col dott. Tamino), M. Flora (agricoltore vegan); autori di libri di “Altra Economia” e molti altri tecnici, esperti, agricoltori e auto produttori. Probabile anche la presenza dello scrittore Massimo Carlotto.

A loro faremo conoscere i nostri progetti concretizzati o in fase di realizzazione. In primis il “Patto” che vede un’alleanza tra GAS bellunesi e coltivatori biologici al fine di tutelare salute, paesaggio, biodiversità e stimolare filiera corta, condivisione di conoscenze, fiducia e socialità. Parleremo anche di “disciplinari” che pongano limiti all’effetto deriva dei pesticidi, di certificazione di gruppo e orti solidali

“Chiamata a .. raccolto” sarà anche un momento di riflessione e proposta per stimolare ancora di più un agricoltura decisamente “moderna”, sana, ecosostenibile ed ecocompatibile. Un’agricoltura tipica, legata al territorio,in sinergia col turismo. Tutt’altra cosa rispetto ai vecchi e sorpassati modelli di agricoltura intensiva che oltre ad avere forti impatti ambientali vanno a competere sui mercati mondiali con prodotti cinesi o brasiliani senza differenziarsi.

Crediamo che in un territorio splendido come è il nostro, in cui già ci sono delle eccellenze come il fagiolo Gialet, l’orzo bellunese, l’agnello d’Alpago, (presidi Slow food che hanno riscosso un gran successo al Salone del Gusto a Torino), il fagiolo di Lamon, il Mais Sponcio, la patata di Cesio, la noce e il morone feltrina, la Mela Prussiana, ma anche molti altri prodotti tipici, coltivati in modo sano. Crediamo sia giunto il momento di pensare a un “paniere tipico e sano” basato su disciplinari biologici e capace di attirare visitatori: per coniugare paesaggio, gastronomia e turismo

Ovviamente “chiamata a .. raccolto” è un pomeriggio aperto a tutti e in cui auspichiamo saranno in molti a portare le loro sementi, ma anche esperienze, idee, suggerimenti, proposte e critiche per costruire insieme un cammino concreto e condiviso.

Gruppo Coltivare Condividendo www.coltivarcondividendo.blogspot.com

mercoledì 17 novembre 2010

UNA NOTIZIA DA PAVIA CHE CI PREOCCUPA NON POCO


MENTRE ANCHE NELLA NOSTRA PROVINCIA SI CONTINUA A PARLARE DI INCENERITORE, DA PAVIA GIUNGONO NOTIZIE CHE CI FANNO PREOCCUPARE:

"un'azienda del gruppo Riso Scotti costituita per produrre energia pulita dagli scarti di produzione del riso e da fonti rinnovabili. Ma dove in realtà venivano bruciati anche rifiuti come legno, plastiche, imballaggi e pure fanghi di depurazione delle acque reflue urbane e industriali con livelli troppo alti di concentrazione di metalli pesanti, fra cui cadmio, piombo, mercurio e nichel. " .... "si è scoperto che i certificati di analisi erano falsificati grazie a laboratori compiacenti" ... "Resta ancora da valutare l'inquinamento dell'aria. Nel controllo effettuato a ottobre del 2009, ha spiegato il comandande provinciale di Pavia, Paolo Moizi, si è scoperto che l'impianto di misurazione dei fumi era malfunzionante e segnava valori talmente bassi da essere praticamente impossibili"

Traffico di rifiuti a Pavia, sette arresti
sigilli all'impianto Riso Scotti Energia

per leggere l'intero articolo pubblicato su Repubblica cliccare qui

lunedì 15 novembre 2010

Un VIDEO ci RACCONTA IL PROGETTO dellA CENTRALE CAMOLINO_BUSCHE

su questa questione si terranno delle serate pubbliche di informazione:

martedì 16 novembre a LENTIAI (20.30) c.s. Tres
venerdì 19 novembre a San Gregorio nelle Alpi - sala consigliare
martedì 23 novembre Sospirolo - centro civico

venerdì 12 novembre 2010

SULLA QUESTIONE PROPOSTA DI CENTRALINA VAJONT..


RIPORTIAMO DUE INTERVENTI MOLTO BELLI INERENTI LA PROPOSTA DI REALIZZAZIONE DI UNA CENTRALINA SUL VAJONT

Miserie e ricchezze

La funesta parola “sfruttamento” torna ad affacciarsi sul Vajont. Già c’erano stati, in passato, altri progetti, tutti giustamente naufragati sull’onda dell’indignazione che avevano suscitato. Ora viene presentato il progetto di un nuovo impianto idroelettrico, i cui contenuti sono ancora tutti da chiarire, ma che ha comunque un inaccettabile punto di partenza: l’utilizzo dell’acqua del torrente Vajont, in un territorio dove la logica della privatizzazione di un bene comune, l’acqua, è arrivata alle sue estreme conseguenze.

La parola “sacro” non va spesa alla leggera, ma quel territorio, quella diga, quei paesi non possono essere un’altra volta oggetto di sfruttamento in nome di un malinteso “sviluppo”. Quel territorio e quell’acqua sono “sacri” perché non soltanto conservano i segni di una tragedia, ma custodiscono una memoria comune, delle popolazioni del Vajont e dell’umanità intera.

Il Vajont ha ottenuto nel 2008 (Anno internazionale del Pianeta Terra) un riconoscimento significativo dall’Onu: quello di essere stata la più grande tragedia al mondo che si poteva evitare, provocata dall’incuria umana, cioè dall’uomo e non dalla natura, esempio negativo del fallimento di ingegneri e geologi. Il Vajont è così entrato al primo posto di una graduatoria mondiale che, per quanto “negativa”, lancia un monito a lavorare tutti per evitare che tragedie simili si ripetano. Se le cause della tragedia del Vajont sono da ricercare nella corsa al profitto e nello sfruttamento delle risorse della natura, l’iniziativa propugnata dalle Società EN&EN – Martini e Franco e dalle Amm. di Castellavazzo, Longarone ed Erto Casso va nella direzione opposta.

L’affermazione più sconcertante viene da Franco Roccon, sindaco di Castellavazzo, che rende più che esplicito il punto di caduta culturale e politico: l’Associazione Superstiti e Comitato sopravvissuti, dice Roccon, “difendono la memoria”, mentre gli altri, quelli che “vivono oggi sui territori devastati un tempo dalla tragedia, guardano al futuro”. I superstiti, dunque, sarebbero persone prigioniere di un passato che non vuol passare, ancorati a una tragedia superata? E a quale futuro bisognerebbe guardare?

Il “futuro” è contenuto nel nuovo progetto idroelettrico che evidentemente tanto “progetto” non è, visto che già ci sono accordi precisi con il Bim Gsp, che gestirà l’opera e di cui è presidente, guarda caso, proprio il sindaco Roccon. Nessuno, fino ad oggi, ne sapeva niente: ma evidentemente il piano è già stato presentato negli uffici e condiviso dai sindaci, prima ancora di essere sottoposto alla discussione e al vaglio della popolazione.

Quel “futuro” è un passato già visto. Già visto sul Vajont, dove la gente a suo tempo è sempre stata tenuta all’oscuro di che cosa si consumava sulla sua pelle. Già visto nei molti comuni dove in anni più recenti si è continuato a saccheggiare un bene comune, l’acqua, e a compromettere l’ambiente e gli ultimi torrenti della montagna con la richiesta e la costruzione di decine di nuove centrali idroelettriche. La filosofia di fondo è ancora quella di una volta: “valorizzare”, “sfruttare”, “utilizzare” fino all’ultima goccia l’acqua della montagna, in nome dello “sviluppo” e assecondare la progressiva privatizzazione di Beni Comuni paradossalmente riconosciuti come Patrimonio dell’Umanità.

Altro che ricchezza inutilizzata, è l' assenza di un’idea di futuro sostenibile fondata sulla bellezza di queste montagne la vera miseria, che non è povertà: è la miseria di amministratori rassegnati che si dicono costretti a svendere il territorio per far fronte ai tagli indiscriminati di un governo “amico” e federalista, è la miseria morale di chi dice che il passato è passato e che è meglio sfruttare noi ogni rivolo d’acqua comprese quelle del Vajont prima che ci pensi qualcun altro.

La storia del Vajont in realtà ci ha lasciato l’inesauribile valore e testimonianza di chi ha denunciato gli scempi del prima e del dopo, di chi ha lottato per la giustizia sociale ed ambientale, di chi ha sempre ribadito che la dignità e la memoria non avevano e non hanno un prezzo.

Da questi esempi e da questa ricchezza partiranno i cittadini bellunesi per impedire la realizzazione di questo progetto.

Associazione culturale “Tina Merlin” – Comitato Acqua Bene Comune


Centralina sul Vajont? No, grazie. Dopo quarantasette anni da quella tragica notte, la lezione non è bastata* di Riccardo Sartor

Non è bastata la falsità della Sade e la complicità degli organi statali. Non è bastata l’arroganza degli uomini che allora portarono alla catastrofe il 9 ottobre 1963. Non è bastata nemmeno la compravendita delle licenze dopo il disastro, il miracolo economico della legge Vajont, i grossi industriali e le loro speculazioni, le ignobili pene inflitte ai colpevoli, il mancato sostegno morale per i sopravvissuti, la diversa ricostruzione dei paesi disastrati, la verità insabbiata per anni nell’oblio e le ruspe sopra i morti nel cimitero rivoltato come un calzino. Forse nulla di tutto questo ci ha fatto capire i profondi valori che si celano dietro la parola “Vajont”. A cosa è servito istituire la giornata della memoria delle vittime dei disastri industriali e a ricordare ogni anno quei duemila morti, quando poi si decide di riutilizzare le acque del Vajont a scopo idroelettrico? Con le carte già in mano (ovviamente la questione morale è un “surplus” eventuale, l’ultimo dei problemi), ci hanno rassicurato sul fatto che il progetto della centralina «non interferisce nel bacino del Vajont, né reca turbative di carattere ambientale». Poi ci hanno detto il motivo di questa nuova centralina: «Visti i continui tagli alle amministrazioni locali, la centralina ci consentirà di avere risorse». Ecco! Oggi come allora gli stessi interessi: certo più contenuti, manovrati per scopi forse ben più nobili di allora, ma in fondo parliamo sempre di “schéi”. Soldi, maledetti, che fanno gola a molti, ed una cordata di imprenditori, fra cui la nota En&En, pronti a mettere le mani su quell’acqua. Cosa non è disposto a fare l’uomo per l’odore del denaro? I comuni italiani, pur di far cassa per coprire debiti e bilanci in rosso, stanno facendo qualsiasi cosa. Spesso svendono il proprio patrimonio storico e artistico. Qui si vuole svendere per qualche soldo la memoria di questa valle e di un importante pezzo di storia italiana, così pure la propria coscienza e la consapevolezza di essere cittadini del dopo Vajont, di vivere e di camminare ogni giorno sul teatro di quella “tragedia greca”. Si vuole svendere il proprio passato, che poi è anche il futuro delle generazioni che verranno. Coloro che, anche solamente, pensano a queste idee dovrebbe vergognarsi. E noi tutti dovremo indignarci per tale oltraggio alla memoria. Non solo per quelle duemila vittime innocenti, ma per tutto ciò che il Vajont è stato, è e sarà. Forse tutto questo alcuni amministratori non l’hanno ancora capito. Il teatro di quella tragedia, che forse troppo spesso dimentichiamo essere stata causata dall’uomo, ha un valore simbolico imprescindibile, preponderante ed invalicabile da qualsiasi idea di sfruttamento delle acque del Vajont. Perché, invece, sindaci e amministratori non si attivano per impedire ogni possibile futuro utilizzo idroelettrico di quell’acqua? Meditate gente. Meditate. Perché sulla memoria del Vajont non si scherza.

Riccardo Sartor - Feltre

giovedì 11 novembre 2010

UNA DATA DA SEGNARE.. UN EVENTO AL QUALE NON MANCARE.. sabato 27novembre 2010 - lentiai


(dal blog del GRUPPO COLTIVARE CONDIVIDENDO) per visitarlo cliccare qui

“...amare la propria terra significa difenderla da devastazioni, speculazioni... significa consentirle di esprimere appieno le sua tipicità e potenzialità...”

E’ con questo spirito che una miriade di cittadini bellunesi, feltrini, trentini, veneti hanno dato vita al Gruppo Coltivare Condividendo. Convinti che il bellissimo territorio che ci ospita sia sì minacciato da una miriade di progetti impattanti e devastanti, ma che in esso vi siano anche molte conoscenze, saperi, sensibilità che è importante interagiscano tra di loro al fine di difenderlo e tutelarlo.

"Coltivare Condividendo" è soprattutto “un momento di dialogo, condivisione, costruzione comune dal basso”, autogestione. Un qualcosa che ha preso forma attraverso “spazi”, serate informative, tavole rotonde, forum, corsi, iniziative e progetti concreti soprattutto in ambito agricolo e rurale. Da questi momenti sono nati:

- la “mostra itinerante delle sementi antiche” per far conoscere l’immenso patrimonio di biodiversità e ripristinare l’antica usanza dello scambio delle sementi, per dire No ai brevetti sui semi.
- Il Museo diffuso affinché queste sementi non siano una collezione, ma si affidino alla terra. I frutti ottenuti verranno scambiati e degustati.
- Una serie di progetti che vedono la collaborazione del Gasdotto (Coordinamento dei Gruppi d'Acquisto Solidali della Provincia di Belluno) e l’Associazione Dolomiti Bio (ass. di produttori biologici) sancita in seguito da una sorta di alleanza tra l’uomo, il territorio e il paesaggio ( il “Patto”).
- La Banca del Tempo, un'attività nella quale gli agricoltori insegnano gratuitamente ai componenti dei G.A.S. a coltivare un orto biologico e ricevono in cambio lezioni sull’uso del computer o della comunicazione multimediale.
- Progetti di “certificazione biologica partecipata” e
proposte di disciplinari, rivolti alle pubbliche amministrazioni,
per limitare l’ uso dei fitofarmaci e il cosiddetto “effetto deriva”.


Davvero molte le persone sensibilizzate nei nostri incontri, molti i contatti avuti e le idee, i suggerimenti, le critiche raccolte. Da qui il desiderio di costruire un momento di ulteriore incontro... ABBIAMO PERTANTO IL PIACERE DI INVITARTI:


SABATO 27 NOVEMBRE a LENTIAI (BL)
(presso Sala della Società Operaia – dalle 14 in poi)

Una giornata da costruire assieme, dedicata all’antica e vitale pratica dello scambio delle sementi antiche (per approfondire di seguito il concetto di biodiversità e di brevetti sui semi), all’assaggio di varietà locali (parlando di alimentazione e coltivazione, ovviamente biologica), al pensare insieme quale presente e quale futuro vorremmo per questo nostro...per tutti i territori. Crediamo fermamente in un’agricoltura sostenibile, nella biodiversità, nei prodotti a km zero e nella tipicità. Crediamo molto in un legame forte tra agricoltura, turismo e artigianato, nella filiera corta, nel rapporto diretto tra chi produce e chi acquista, nell’opera importante dei G.A.S. auto organizzati dal basso e dei cittadini che autoproducono beni di vario genere. Crediamo in una visione a 360° che considera un tutt’ uno l’ambiente, il territorio, il paesaggio e noi che interagiamo con essi, che ne siamo parte.
Per parlare di tutto ciò, ma anche per momenti di convivialità e svago, vi aspettiamo !!!
per informazioni: coltivarcondividendo@yahoo.it

un bellissimo e interessantissimo video da vedere!!!

LA STORIA DELLE COSE....

se non riuscite a vederla qui sotto cliccare qui



domenica 7 novembre 2010

LA MOBILITAZIONE DEL COMITATO "SU CON LE ANTENNE" SORTISCE I PRIMI RISULTATI CONCRETI

Grazie alla mobilitazione dle comitato "SU CON LE ANTENNE" QUALCOSA SI MUOVE...

(dal Corriere delle Alpi")
Fonzaso, l'Arpav fa partire i controlli vicino all'antenna E il comune promette che i dati saranno resi pubblici
nell'articolo si legge anche:
È già stato piazzato dall'Arpav l'apparecchio di rilevamento per l'elettrosmog nelle immediate vicinanze dell'antenna di telecomunicazioni che sta crescendo in altezza di altri sei metri in mezzo a scuole a case, tra via Padre Pasa e via Papa Luciani. «Renderemo noti i dati alla popolazione appena li avremo a disposizione», annuncia l'assessore fonzasino Stefano Toigo, che presenta le azioni adottate dall'esecutivo Furlin a tutela della salute dei cittadini preoccupati dal diffondersi delle onde elettromagnetiche in pieno centro abitato. Sulla scia delle sollecitazioni dei componenti del comitato "Su con le antenne", che hanno chiamato in causa l'amministrazione scendendo in piazza con una campagna informativa e di volantinaggio, arrivano così le contromisure.
(per leggere tutto l'articolo cliccare qui)

VA INOLTRE SEGNALATA UNA DELIBERA DI GIUNTA CHE VIETA OGNI INNALZAMENTO DELLE ANTENNE PRESENTI SUL TERRITORIO COMUNALE

NEL FRATTEMPO IL "COMITATO SU CON LE ANTENNE" STA ELABORANDO DELLE OSSERVAZIONI AL PATI PROPRIO IN MATERIA DI ANTENNE

CREDIAMO CHE QUESTO SIA UN ULTERIORE ESEMPIO DI COME LA MOBILITAZIONE E LA AUTO ORGANIZZAZIONE DEI SORTISCA SEMPRE OTTIMI RISULTATI (che che ne dicano i professionisti del "tanto non si puo' fare nulla" e del "perdete solo tempo")

RIFLESSIONE DEL GRANDE URBANISTA EDOARDO SALZANO

Dopo aver ascoltato questi 11 minuti di intervista sarà a tutti chiaro cosa si cela dietro le grandi infratrutture spacciate per opere di sviluppo e di progresso.



QUALCUNO CHE HA VISTO IL VIDEO CI SEGNALA CHE TRA SPESSO DIETRO A QUESTE GRANDI OPERE SI CELA ANCHE UNO SMALTIMENTO DI RIFIUTI TOSSICO NOCIVI

crediamo sia utile meditare.. e non poco..