lunedì 29 dicembre 2008

..TERRORISTI ?? !!

E’ un atteggiamento decisamente fastidioso, quello che induce molti, troppi, Amministratori o politici ad accusare di “fare terrorismo” (ed essere quindi dei terroristi?) quei cittadini, comitati, associazioni che si permettono di dissentire, di porre domande, di criticare loro progetti e iniziative. E purtroppo a questa “regola” non è sfuggito nemmeno il Sindaco di Quero Zanolla, un personaggio politico di primo piano visto anche gli importanti ruoli che ricopre.
Ci rendiamo perfettamente conto che veder criticato il proprio progetto di un inceneritore in provincia di Belluno da così tante voci possa irritare ma speriamo che certe espressioni non siano piu’ usate né da lui né da altri. Anche perché quanto affermato da tutti coloro che hanno palesato la legittima contrarietà a detto progetto non è nulla di così terroristico ma un semplice ricordare una serie di ricerche scientifiche e dati oggettivi ormai diffusamente divulgati.
Il comitato “Prà Gras” non può’ che ribadire la sua piu' totale contrarietà all’ipotesi inceneritore, soprattutto se collocato in una valle stretta come lo è la nostra, con poco ricircolo d’aria, con un inversione termica che per molti mesi all’anno trattiene al suolo polveri e inquinanti (cinque superamenti del limite delle Pm10 nell’ultima settimana a feltre): cosa tra l’altro ribadita e sottoscritta da tantissimi comitati e associazioni, da tecnici e scienziati nel documento “Sicurezza?!” in fase di diffusione.
Siamo estremamente convinti che vi siano fattibili soluzioni migliori: basta guardare all’esperienza del comune di Ponte nelle Alpi e alla ottima soluzione proposta dal Centro di riciclaggio di Vedelago (dove si ricicla il 99% dei rifiuti senza emissioni inquinanti http://it.youtube.com/watch?v=VJ7ZWkSPqOM ).
Auspichiamo inoltre che il Sindaco Zanolla e tutti i fautori di “un inceneritore” in provincia di Belluno siano disponibili a confrontarsi in un dibattito pubblico con tutti i cittadini, in primis con coloro che sostengono che non sia necessaria la realizzazione di tale impianto portando dati, conoscenze ed esperienze, convinti che informazione, confronto, dibattito ed espressione di pareri sia sinonimo di democrazia e civiltà e non certo di terrorismo.
(NEI COMMENTI DI QUESTO POST LO SCRITTO DEL SINDACO ZANOLLA e gli interventi successivi di ConfiniComuni, dell' ass. Pison e altri..)

martedì 23 dicembre 2008

anche..PER NATALE IMPARA A RICILARE (NON SOLO I REGALI)

Purtroppo, nemmeno nel periodo natalizio, ci giungono “regali” belli e graditi. A confermare ciò le dichiarazioni rilasciate, proprio in questi giorni, dal Sindaco del Comune di Quero Bruno Zanolla. Egli invoca a gran voce la realizzazione di un inceneritore in provincia di Belluno, stimolato a suo dire da cittadini di Carpen e Schievenin.
Noi del Comitato Prà Gras (No Fondera a Fonzaso-STOP Nocività) crediamo che la questione “rifiuti” sia molto importante e che vada affrontata con la massima serietà e responsabilità, coinvolgendo in primis i cittadini, adeguatamente informanti e coinvolti. La percezione che abbiamo è che attualmente tra la gente, non vi sia affatto un grande consenso verso gli inceneritori. Prova ne è che il documento “Sicurezza ?!”che abbiamo contribuito a costruire (assieme ad una trentina tra comitati ed associazioni) e stiamo diffondendo in questi giorni, sta riscuotendo un notevole successo e approvazione non solo tra medici, oncologi, tecnici ed esperti (ed dott. Gentilizi e il dott. Montanari) ma soprattutto tra i nostri concittadini.
Pensiamo infatti che in una vallata come la nostra, stretta, con poco “ricircolo d’aria”, in cui l’inversione termica trattiene al suolo polveri ed inquinanti e il tasso di certi tumori è allarmante, non sia il luogo più adatto non solo per industrie pesanti, meleti intensivi e cave… ma anche e soprattutto per inceneritori.

Per ciò che riguarda i costi è opportuno dire che sono altre le metodologie che portano ad un risparmio complessivo: la raccolta porta a porta e la differenziata spinta. Questo è assodato ed esistono realtà che lo provano!!
Aggiungiamo alcune note in modo da rendere note le informazioni anche a quei cittadini poco informati sul tema (dati relativi ad una tonnellata di rifiuti “bruciata”).
- L’incenerimento dei rifiuti li trasforma in nanoparticelle tossiche e diossine;
- L’incenerimento necessita di sostanze come acqua, calce, bicarbonato che aumentano la massa iniziale dei rifiuti. Da una tonnellata di rifiuti vengono prodotti fumi e 300 kg di ceneri solide e altre sostanze;
- Le ceneri solide vanno smaltite per legge in una discarica per rifiuti tossici nocivi, rifiuti estremamente più pericolosi delle vecchie discariche;
- I fumi possono contenere 30 kg di ceneri volanti cancerogene e 25 kg di gesso;
- L’’incenerimento produce 650 kg di acque inquinate da depurare;
- Le micro polveri (pm 2 fino a pm 0,1) derivanti dall’incenerimento se inalate dai polmoni giungono al sangue in 60 secondi e in ogni altro organo in 60 minuti.(e possono anche insidiare il nostro DNA come dimostrato dal dott. Montanari);
- Gli inceneritori, detti impropriamente (secondo la Comunità Europea) termovalorizzatori, sono stati finanziati con il 7% della bolletta dell’ENEL associandoli alle energie rinnovabili insieme ai rifiuti delle raffinerie di petrolio al carbone. Senza tale tassa sarebbero antieconomici;
- In termini economici non conviene bruciare in presenza di una raccolta differenziata perché: il legno può essere venduto alle aziende per farne truciolato; il riciclaggio della carta rende più dell’energia che se ne può ricavare; il riciclaggio della plastica è conveniente (come dimostrato dal centro di riciclo di Vedelago-TV).
- La raccolta differenziata può arrivare al 70% dei rifiuti, il 30% rimanente può ridursi al 15-20% dopo la “bioessicazione”. Una quantità che è inferiore o equivale agli scarti degli inceneritori. Ma si tratta di materiali inerti e non tossici con minori spese di gestione ed impatti ambientali sanitari.
Si legge sulla stampa: .«Un termovalorizzatore - ha spiegato Zanolla - massimizza il suo rendimento quando alla base c'è un'ottima raccolta differenziata. E la strada quasi obbligata che dovrà essere intrapresa nel prossimo futuro non potrà essere che questa: ottimizzazione della raccolta differenziata e realizzazione di un termovalorizzatore.
Riteniamo che questo non sia veritiero: la raccolta differenziata è in contrasto con l’uso degli inceneritori perché se la differenziata fosse superiore al 60% circa gli inceneritori faticherebbero a funzionare. Comprare rifiuti per farli funzionare non ci sembra la soluzione ideale.
Ancora: “Ora è indispensabile che la Provincia si renda conto che sta sostenendo una strategia che non ha futuro perché anche a livello di inquinamento i termovalorizzatori hanno un bassissimo impatto mentre i rifiuti che vengono interrati restano lì per lunghissimo tempo inquinando le falde acquifere”.
E’ realtà che gli inceneritori inquinano, producono sostanze pericolose e cancerogene; producono tra l’altro scarti considerati rifiuti tossici nocivi, che inquinano di più e richiedono discariche speciali.
Anche la Comunità Europea spinge gli Stati Membri a prendere strade differenti quali la riduzione a monte dei rifiuti e la massimizzazione della raccolta differenziata. Non diventeremo come Napoli se i politici e i cittadini vorranno risolvere il problema con le migliori metodologie in termini di costi e di salute.
Per concludere non possiamo che ribadire per l’ennesima volta l’importanza che si apra una seria discussione su queste tematiche, con dibattiti pubblici e serate a tema. Aggiungiamo solo una riflessione. Ma se la nostra Provincia non produce abbastanza “rifiuti” per “mantenere” un inceneritore… non ci sarà mica in qualcuno l’idea di farli giungere da altre province venete o fuori regione?
Ribadiamo che le soluzioni al non incenerimento ci sono, basta avere la volontà di trovare e applicarle. Invitiamo pertanto tutti, in primis il Sindaco Zanolla, a visitare o a conoscere meglio il centro di “Riciclo di Vedelago” in cui si ricicla fino al 99% dei rifiuti (non inquinando e producendo reddito). http://it.youtube.com/watch?v=VJ7ZWkSPqOM

giovedì 18 dicembre 2008

SICUREZZA ??!!

Da qualche mese a questa parte alcuni comitati ed associazioni del veneto e del trentino hanno costruito un documento, che è si riferito a una zona ben precisa del territorio che ci ospita, ma che puo' benissimo essere sentito proprio anche da altri cittadini di altre aree del Paese Vi inviamo questo documento, ci farebbe piacere avere un vostro parere e se lo condividete vi invitiamo a diffonderlo
Le adesioni sono ancora aperte ed è anche possibile sottoscrivere il documento
inviando una mail a: ariaprotetta@tiscali.it
E’ nostra intenzione organizzare una serie di serate informative, elaborati, iniziative sui principali temi toccati da questo documento, che è pertanto un punto di partenza e non certo un punto di arrivo.
Invitiamo tutti coloro che hanno idee, proposte, che vogliono mettere a disposizione le loro capacità e abilità artistiche (e non) al fine di diffondere questa sensibilità a contattarci e si potrebbero organizzare delle serate

…SICUREZZA !?
Indubbiamente una delle parole più evocate in questo periodo è SICUREZZA
Un termine spesso associato al diritto da parte dei cittadini di vivere senza essere minacciati da furti, rapine..di poter uscire la sera e vivere appieno la loro città
Riteniamo però che la SICUREZZA non sia solo questo. Ma che vi siano anche altri diritti troppo spesso dimenticati legati ad essa. Il diritto alla “sicurezza di sapere cosa mangiamo, beviamo e respiriamo”..la sicurezza sui posti di lavoro, la qualità dell’ambiente dove viviamo.
Un diritto che si realizza soprattutto attraverso una attenta, completa ed approfondita informazione, perché è solo attraverso la conoscenza e la condivisione, il dialogo e il confronto che si ha una presa di consapevolezza da parte di tutti i cittadini
Ciò è ancora più vero in queste nostre vallate che sappiamo benissimo aver delle caratteristiche molto particolari
Quella bellunese, ad esempio, una vallata stretta, con poco ricircolo d’aria e in cui l’inversione termica, per molti mesi all’anno, trattiene al suolo polveri ed inquinanti
Una vallata in cui il tasso di disoccupazione maschile è basso e l’incidenza dei tumori (soprattutto di certi tumori) elevatissima
Una vallata nella quale, nonostante ciò , si stanno portando avanti dei progetti che andrebbero valutati molto molto attentamente. Si sente parlare sempre più spesso di un inceneritore, di insediamenti e ampliamenti di fonderie,di zincherie..di industrie molto impattanti, di meleti coltivati usando notevoli quantità di prodotti chimici.. per non parlare poi di cave, miniere, di viabilità, di autostrada, antenne, impianti di risalita che deturpano e cementificazione diffusa.

Ovviamente la domanda che sorge spontanea è: ma abbiamo bisogno di tutto cio’?

Riteniamo che non sia più pensabile presentare un qualsiasi progetto senza un serio studio per comprendere quale saranno le trasformazioni nel tessuto sociale, del nostro territorio e senza sentire se i cittadini sono d’accordo sui rischi potenziali.
Ci chiediamo inoltre: chi ci guadagnerà veramente da tutto ciò? E, soprattutto, è tutelato il diritto dei cittadini alla SICUREZZA di vivere in un ambiente sano, con un miglioramento della loro qualità della vita?
Temiamo che troppo spesso prevalgano speculazioni, interessi di parte e la ricerca di “funzionali” finanziamenti pubblici a fondo perduto, rispetto agli interessi dei cittadini e di un futuro compatibile e condivisibile.
Parlare d’inquinamento, danni ambientali e di tumori vuol dire parlare di futuro e della vita delle persone e per questi motivi si devono percorrere nuove strade in cui la ricerca deve essere fatta non solamente seriamente ed approfonditamente ma innanzitutto da enti indipendenti e separati da qualsiasi influenza economica e di parte; in particolare per quanto riguarda i tumori vorremmo che si smettesse di parlare in astratto di dati grezzi ed assoluti utili solo per ottenere ulteriori risorse per le strutture sanitarie, ma che ci venisse detto quali sono le correlazioni consolidate con sostanze tossiche e produzioni inquinanti, o che ci venisse spiegato quali reali attività di prevenzione vengono fatte a questo proposito.
Vorremmo che si organizzassero serate informative, di dialogo e confronto e che si smettessero di portare avanti progetti di insediamenti all’oscuro dei cittadini, come se il loro parere e il loro essere adeguatamente informati fosse irrilevante, in totale spregio delle norme dell’U.E. sul diritto di accesso e di partecipazione dei cittadini in materia di sicurezza ambientale.
Vorremmo che per questa nostra vallata si iniziasse a pensare che lo “sviluppo” non è legato a industrie pesanti, cave, agricoltura intensiva e autostrade
Vorremmo che gli amministratori locali facessero un salto di qualità ponendo la salute e la qualità della vita di tutti i cittadini come fattori primari rispetto a progetti economici ed industriali che rappresentano solamente gli interessi contingenti e limitati aziendali di singole società.
Crediamo che questa zona, tanto bella e tanto fragile meriti una più attenta e seria programmazione, affinché la devastazione che una certa logica ha causato in molte aree della pianura veneta negli anni scorsi non si trasferisca “tal quale” anche in questo territorio e paesaggio montano
Noi comunque pensiamo al positivo, crediamo nella partecipazione attiva dei cittadini, nella democrazia diretta e soprattutto siamo fiduciosi che le nostre comunità non subiranno passivamente tutto ciò. Ma che, anche sull’onda di alcuni buoni risultati ottenuti dai molti comitati spontanei (nati anche nella nostra provincia) si riprenderanno in mano il proprio futuro.

HANNO FINORA ADERITO E SOTTOSCRITTO QUESTO DOCUMENTO
Comitato di Fortogna (Longarone-BL)
Comitato “acqua bene comune”
Comitato “Prà Gras” (No Fonderia a Fonzaso – STOP Nocività)
COMITATO CONTRO lo SFRUTTAMENTO ESTRATTIVO della VAL di NAPP e VAL d'USE'- ARSIE(BL)
Comitato “Per altre strade-dolomiti”
Associazione Amici nella Natura (via Peschiera – Feltre BL)
Gruppo Natura Lentiai (BL)
MOUNTAIN WILDERNESS SEZIONE VENETO
Circolo Legambiente Belluno
GRILLI BELLUNO - Amici di Beppe Grillo Belluno
WWF Veneto
Laboratorio biopolitico Desir - Feltre BL
c.s.a. Blitz Belluno
Circolo spaziorizoma - Villa cinespa Alano di Piave (BL)
Presidio di San Pietro di Rosà (VI)
Comitato Valleagno – No dal Molin (VI)
Comitato Salute Difesa del Territorio-No Pedemontana (VI)
Gruppo Salvaguardia Valbrenta (VI)
O.S.A. – Bassano (VI)
PRIMIEROVIVA – Primiero (TN)
Comitato No Tav Trentino (TN)
Comitato Difesa Torrente Vanoi – Primiero (TN)
Alterpan – Primiero (TN)
Libera Associazione Malghesi e Pastori del Lagorai (TN)
associazione PartecipAzione di Rovereto (TN)
Ecoistituto del Veneto "Alex Langer"
CIPRA ITALIA
Movimento per la Decrescita Felice

ALTRI COMITATI CHE HANNO ADERITO AL DOCUMENTO
COMITATO NO AL GRA-SELVAZZANO (PD)
Comitato di cittadini contro il collegamento autostradale delle Torricelle" (Vr)
Ecovolontari - Marcon (VE)
l'Associazione ALISEI
COMITATI RIUNITI RIFIUTI ZERO DI TREVISO E VENEZIA

ARTISTI, TECNICI (e non) CHE HANNO CONDIVISO QUESTO DOCUMENTO (alcuni di essi si sono dichiarati disponibili a esibirsi per dargli visibilità)
CAPAREZZA, PARTO DELLE NUVOLE PESANTI, GANG,
dott. CAPPELLETTI Robeto (medico e Sindaco di Centa S. Nicolò-TN),
Laura ZANETTI(scrittrice e autrice),
dott.sa Patrizia GELTILINI (0ncologa, una delle fondatrici di Medici per l’Ambiente)
dott. Stefano MONTANARI (esperto di fama internazionale soprattutto sulla questione delle nanoparticelle)
dott. Marino Ruzzenenti

..UNA SERATA VIVA..INTENSA..un utilissima tappa di un cammino condiviso

"una serata sicuramente molto ben riuscita.. viva.. intensa.. un utilissima tappa di un cammino condiviso che darà sicuramente ottimi frutti". Questo è il parere di molti al termine dell' incontro di mercoledì sera tra componenti del comitato "Prà Gras", "Primiero Viva", Comitato difesa del torrente Vanoi, Alterpan. Un incontro che nasce dall'esigenza di condividere conoscenze, pratiche, saperi e sensibilità. Mettendo in rete, in collegamento tra i cittadini che, in ambiti molto vicini e affini dedicano tempo, energia e volontà in difesa di ambiente, salute, qualità della vita. Molte le questioni toccate, dal documento "sicurezza ?!" sottoscritto da tutti i comitati presenti a una visione globale del come troppo spesso il territorio e l'ambiente vengono "usati e devastati" per portare avanti progetti e insediamenti utili solo agli interessi di pochi e a scapito dei molti Progetti per lo più calati dall'alto, di cui i cittadini non vengono quasi mai adeguatamente informati e consultati Ci si è soffermati a lungo sulla questione “impianti di risalita" con particolare attenzione al collegamento sciistico, giustificato/spacciato a livello trentino come “mobilità alternativa”...per ottenere così un finanziamento provinciale mega di 10 milioni sui 15 necessari. Una soluzione avvallata da tutti i servizi provinciali in barba al paesaggio della Riserva integrale nel Parco di Paneveggio Pale di san Martino, in zona dei laghetti del Colbricon. Parimenti s'è parlato del discutibile progetto che sta interessando il Monte Avena - due realtà geograficamente vicine le cui criticità - non solo ambientali ma specialmente economiche legate al rapporto resa/costi di gestione andranno certamente condivise e rese pubbliche.
Interessante sarà il confronto aperto tra Primiero e Feltrino, l'identità smarrita nei nuovi paesaggi turistici o industriali, l'inconsulta prolificazione di capannoni sulla piana di Fonzaso - delicato ecosistema agricolo, superstite paesaggio rurale preso d'assalto da volumi che rimarranno vuoti ed in affitto per molto tempo - investimenti in controtendenza alla deflazione galoppante, paradossali in assenza cronica di richiesta... Ma intanto quasi per inerzia distruggono, anche solo la memoria di un paesaggio identitario prezioso ed unico per tutta la fascia pedemontana recentemente oggetto di invasione pomifera tutt’altro che biologica.. ma che anzi si preannuncia ben condita da tantissimi trattamenti chimici
La volontà espressa nella serata del 17dicembre è quella di approfondire le diverse questioni, iniziando con il proporre un tavolo di discussione sulla questione “impianti di risalita al quale invitare altri comitati (da Folgaria al Cansiglio), associazioni (Cipra, WWF, Mountain Wilderness..) e soprattutto tutti quei cittadini che vorranno conoscere meglio le diverse situazioni e dare il loro apporto di conoscenze e pareri.
Ben accolta anche l'idea di creare una sorta di "laboratorio di conoscenze e saperi"
Invitando tutti coloro che vogliono offrire competenze e conoscenze nei più disparati ambiti a segnalare la loro disponibilità al collaborare con consulenze gratuite, on line o direttamente sul posto. Tracceremo quanto prima anche con i vostri consigli, la scheda tipo per raccogliere in un database "chi sa far cosa" per una sorta di "banca della disponibilità", sorella parallela delle banche del tempo, interessanti esperimenti in corso in molte parti d'Italia.
Nell'ottica condivisa che il confine è una ormai solo un riga mantale !
Un progettare che proporrà un "diverso modo di vivere il e nel territorio" e che toccherà svariate questioni, dagli impianti di risalita alle aree industriali, dalle nocività agli effetti dell'inquinamento, passando per l' importantissimo aspetto dell'agricoltura.
Dopo essersi soffermati sulla sconcertante vicenda delle oltre 120mila tonnellate di rifiuti pericolosi scoperti a Roncegno, del ruolo dell'APPA trentina e della vicenda dei "meleti intensivi" a Cesiomaggiore si è stabilito che è importante organizzare incontri periodici tra le diverse realtà che
insistono sul territorio trentino-bellunese dando sempre più forza e coordinando azioni e attività condivise.

mercoledì 17 dicembre 2008

..TUTTO IL MONDO E' PAESE..riceviamo dal Trentino e pubblichiamo

Così la Provincia si fa male, oltre a fare del male alla comunità. Molti sospettano, da tempo, soprattutto in Valsugana, che i controlli dell'Appa sugli inquinanti non siano credibili. Molti pensano che siano pochi, ridicolmente pochi i controlli sui fumi delle acciaierie di Borgo. Proprio quell'impianto che crea tanti dubbi, timori anche, in una parte non secondaria della popolazione. E cosa dire di quell'impianto di biocompostaggio di Novaledo, e di quel «bolo» che venne di fatto seminato nelle campagne di Valsugana? Ma lasciamo la Valsugana: sono sufficientemente calibrati i controlli sui veleni sparsi nei meleti e la loro presenza in parchi pubblici, case private, tra la gente insomma, in val di Non? Molti non si fidano più dell'Appa (agenzia provinciale protezione ambiente ndr.) e di tutte le autorità di controllo e, di conseguenza, viene meno anche la fiducia nella difesa che la Provincia fa della salute pubblica. Ora la storia della discarica di Monte Zaccon. Solo l'ultimo anello. Sappiamo molto bene che la nostra società dei consumi, quella che stiamo vivendo qui e ora, quella ricca e trentina, porta alla produzione di molti veleni: che finiscono nell'acqua e nell'aria, che vanno a finire negli impianti di compostaggio o nelle discariche. Sappiamo anche che sempre meno è possibile (oltre che eticamente costituire una cosa ingiusta) spedire quei rifiuti in Campania o in Calabria. E sempre più difficile è mandarli anche in Africa, mentre se li mandiamo in Germania questa si fa pagare tantissimo. Poi, certi rifiuti, come quelli che finiscono nell'aria, immessivi dai camini delle fabbriche, non possiamo nemmeno spedirli a nessuno. E allora, la nostra società produce, necessariamente, delle schifezze che dobbiamo pensare di distruggere a casa nostra o, comunque, di limitare al massimo nei loro effetti nocivi per la salute umana e quella della Natura. Ma nessuno vuole i veleni: noi viviamo in una società in cui il senso civico, il bene della comunità che talvolta esige anche la condivisione dei problemi, è sempre meno sviluppato. E allora? L'impressione (ma le prove sono continue e successive) è che i politici e la politica abbiano deciso, per il bene della comunità (e lo diciamo senza sottintesi e ironie) che le cose vadano fatte anche senza che la comunità lo sappia. Per questo, probabilmente, l'Appa è portata a fare cose che anche la politica conosce. Ma finge di non conoscere. Noi tutti sappiamo che, ancora più in questo momento di crisi epocale del capitalismo, 120 salari e stipendi, quanti sono quelli pagati dalle Acciaierie di Borgo, sono importantissimi. Che lo spostamento della fabbrica fuori dal Trentino sarebbe per la Valsugana l'ennesima botta. E allora ecco che i controlli sulle emissioni di fumi vengono fatti una volta all'anno, di giorno e (lo ha dichiarato al nostro giornale un operaio che ha lavorato lì per anni e si occupava proprio di questo) all'interno della fabbrica si conosce la data dell'arrivo dei tecnici in anticipo. Ma tutti, proprio tutti a Roncegno e Borgo sospettano da sempre, e molti lo hanno pubblicamente dichiarato, che le emissioni «malefiche» avvengono la notte e in certe ore soprattutto. E cosa dire del biocompostaggio di Novaledo che avrebbe tutte le carte in regola, che rispetterebbe tutte le leggi.... ma che verrà comunque spostato perché qualcosa che non va, lo hanno capito tutti, c'è comunque? Nei giorni in cui sui terreni di Novaledo e Roncegno veniva sparso quell'enorme «bolo» che intasava lo stabilimento, avemmo modo di parlarne con i dirigenti dell'Appa. E li trovammo assolutamente tesi, nervosi, in ansia. E lo scrivemmo. Si doveva mettere da qualche parte quel materiale, era certo, per permettere alla nostra comunità di continuare ad avere un luogo dove poter lavorare ed elaborare l'umido delle immondizie e certi fanghi... Vero, ma forse non era proprio affondandolo in una campagna molto coltivata ancora il modo migliore. Ma dove allora? direbbe il politico, se tutti vogliamo il meglio di questa società dei consumi e nessuno vuole le sue schifezze, che però sono i nostri rifiuti? Certo, dopo la scoperta delle schifezze che stanno finendo in una ex cava di Monte Zaccon, nel Comune turistico di Roncegno, viene il pensiero che la Valsugana sia privilegiata in qualità di sfogatoio di quanto i trentini non vogliano. E forse (pensando anche che, a sinistra soprattutto, la PiRuBi non la vuole nessuno in Vallagarina ma la superstrada trafficatissima, cento volte i bisogni della valle, è sopportata in Valsugana dove, tra l'altro, ha travolto e tagliato a metà due paesi) il pensiero che questa valle non sia difesa al meglio dai suoi politici è più di un sospetto. Ma il discorso va oltre. Pensiamo allora ai veleni nei meleti e alle denunce del Comitato noneso che da qualche anno si sta battendo sul problema. Ultimamente questa gente coraggiosa si è pagata, 3.000 euro, le analisi che hanno dimostrato l'esistenza di residui di veleni nelle case e nei parchi giochi. Ma quelle analisi ha dovuto farle fare fuori dal Trentino. Perché in Trentino (terra dell'Istituto Agrario ma anche terra che dispone di un'ottima Azienda sanitaria) le statistiche dicono che tutto è nella norma, che le forme tumorali non sono più numerose che altrove e nemmeno le bronchiti. E, di certo, qui da noi nessun ente pubblico si sogna di far analizzare le polveri delle case o l'erba dei parchi. Perché le mele sono la grandissima ricchezza della valle di Non, l'Acciaieria è necessaria alla manodopera valsuganotta e perché qualcuno deve pure beccarsi le porcherie che i trentini producono (o prendere quelle degli altri per esportare in parte le nostre). E così i controlli dell'Appa troppo spesso sono formali o eseguiti in tempi non congrui. E molte volte anche le analisi di S. Michele e le indagini dell'Azienda Sanitaria sono portate più a rassicurare i cittadini che ad allertarli sulla situazione reale. Ma così facendo la politica si fa male, la Provincia si fa male. Non si può continuare a dire che il nostro formaggio è il massimo del mondo perché le vacche mangiano il fieno della montagna trentina quando molti di quegli animali, l'erba delle Dolomiti non la vedono quasi mai. Così sempre più gente guarda con sfiducia alle nostre autorità, anzi con rabbia. Così la Farfalla appassisce e il Trentino si omologa e alle elezione è tutto un gridare... «al negro». È ora di parlare con la gente, di informarla, di essere franchi: le nostre sporcizie ce le dobbiamo riciclare, e dobbiamo produrne meno, e i prodotti che mettiamo in tavola devono essere controllati, così come il nostro territorio. Per evitare, tanto per concludere, che un Comune turistico, che ha una grande e importante storia termale, si porti in casa una schifezza grande come quella, dicono gli investigatori, che stava arrivando a Roncegno.
L'Adige, 14/12/2008

martedì 16 dicembre 2008

..ANCORA SUI "MELETI INTENSIVI"..

Andrea Gosetti: «La gente dovrebbe fare molta più attenzione nel momento dell’acquisto di frutta e verdura»
Anche a San Gregorio nelle Alpi raccolta firme a favore del comitato Chimica Free di Cesiomaggiore. Andrea Gosetti, agricoltore biologico, presenzia sabato sera come tecnico e produttore alla serata di poesie dedicate alle mele, promossa dalla Pro Loco di San Gregorio nelle Alpi, e ricorda l'impegno del comitato nato spontaneamente tra i cittadini di Cesio, a sostegno di una coltura biologica a difesa del territorio. «Da parte della gente - ha sottolineato Gosetti - ci vorrebbe una maggiore attenzione nell'acquisto e nel consumo della frutta, e soprattutto si dovrebbe puntare maggiormente alla produzione "chilometri zero", acquistando anche dai propri vicini. Ci vuole più informazione su quanto arriva sulla nostra tavola. Non spaventiamoci per una macchia su una mela, indice invece di quanto sia sana». Suggerimenti ben accolti dal numeroso pubblico presente nella sala consiliare di San Gregorio nelle Alpi, che dopo aver assistito alla lettura di poesie e brani dedicati al "frutto proibito" proposti da Federica De Col, hanno potuto degustare una serie di dolci e piatti a base di mele, oltre a una serie di varietà e di succhi offerti da produttori locali. In molti hanno firmato a favore del comitato Chimica Free di Cesiomaggiore, che sta cercando appoggio anche nei comuni limitrofi per poter sostenere l'ipotesi, più volte suggerita anche all'amministrazione comunale di Cesiomaggiore, che nel territorio della Valbelluna possa concretizzarsi una difesa maggiore del proprio territorio e delle colture che in esso sono presenti. Non soltanto quindi i frutteti, ma la coltivazione dell'orzo, del farro, del mais sponcio, delle viti, dato che anche Cesio è stato recentemente inserito tra le aree per il Prosecco doc. E chi da anni, come i soci della cooperativa La Fioriota, lavorano a favore di un territorio che può sicuramente incrementare le proprie risorse, chiede soltanto che chi sceglie tale territorio per nuovi impianti di produzioni lo faccia secondo un preciso disciplinare e seguendo regolamenti che rispettino quanto portato avanti fin'ora.
(TRA I COMMENTI L'ARTICOLO DEL GAZZETTINO RIGUARDANTE IL COMUNICATO (RIPOSTATO NEL PRECEDENTE POST) DEL COMITATO "PRA' GRAS"

lunedì 15 dicembre 2008

Il comitato “Prà Gras”, anche alla luce di quanto apparso in questi giorni sulla stampa locale, esprime, per l’ennesima, volta piena solidarietà e vicinanza al comitato “Chimica Free” di Cesiomaggiore. Condividiamo appieno quanto affermato e rilanciato dagli amici di Cesio. Siamo estremamente convinti che la questione “meleti intensivi” (coltivati cioè con un abbondante uso di trattamenti chimici) non riguardi solo le realtà e i cittadini di Cesiomaggiore ma che tocchi da vicino ogni abitante della valbelluna. A conferma di ciò il fatto che sono molte le firme raccolte sia a Fonzaso che in altri comuni della provincia, sui moduli distribuiti durante la serata da noi organizzata il 23 ottobre scorso, dove intervenne uno degli esponenti del comitato cesiolino. Siamo fermamente convinti che ci troviamo in un momento cruciale in cui si contrappongono due “modi” radicalmente diversi di “fare agricoltura” e viver in e col territorio. Da un lato il lavoro fatto in questi anni dalle molte aziende biologiche della zona e dalla cooperativa “La Fiorita” che hanno puntato molto sul recupero e valorizzazione dei prodotti tipici e locali.
Dall’altro il modus operandi della nuova società che provenendo da fuori provincia propone un agricoltura intensiva, basata su molti trattamenti chimici e un prodotto standardizzato (bello, lucido, quasi perfetto) ma con un impatto sicuramente maggiore a livello di salute e ambientale.
Vorremmo unirci anche noi all’appello ad amministratori, politici, forze sociali, ma soprattutto ai cittadini a prendere posizione e far sentire la propria voce. In ballo c’è il futuro dell’agricoltura bellunese. Per non parlare poi di rispetto dell’ambiente, di salute e qualità della vita.
Non possiamo poi non citare i dati, le situazioni, i racconti che quotidianamente ci giungono dal comitato che in Val di Non denuncia la pesantissima situazione che loro vivono in quella vallata in cui i meleti intensivi la fanno da padrona.
Cogliamo l’occasione anche per lanciare un idea alla quale stiamo lavorando da qualche tempo. L’idea di una tavola rotonda affinché diverse realtà che operano in territori montani si confrontino, condividano conoscenze, esperienze, saperi e idee. Realtà che hanno fatto del recupero delle varietà autoctone, del basso impatto ambientale, del creare filiere brevi la loro parola d’ordine. Crediamo che ci siano interessantissime esperienze sia nella nostra provincia che nel vicino trentino.
Il tutto finalizzato all’elaborare dei progetti concreti ma soprattutto a informare e coinvolgere i cittadini. Anche dando loro la possibilità di “autoproduzioni” agricole mettendo a loro disposizione tecniche, conoscenze, anche attraverso corsi, soprattutto sementi di qualità ed eventuali possibilità di conferimento di eccedenze.
Un idea che ci ripromettiamo di sviluppare e concretizzare quanti prima.

Il comitato sta anche portando avanti progetti e iniziative relative ad altri ambiti e situazioni. Che si parli di impianti di risalita, di aree industriali, di nocività e insalubrità, crediamo sia fondamentale il creare spazi di confronto (tra comitati, associazioni, realtà di base) aperti, anzi spalancati ai cittadini in cui ognuno ha un ruolo attivo e la possibilità di costruire insieme agli altri, informando e creando consapevolezza.
Per concludere vogliamo esprimere grande preoccupazione per quanto successo in questi giorni a Roncegno con il sequestro di una cava in cui dovevano andare solo inerti ed invece, stando all’accusa, vi sono finite 123.000 t. di rifiuti pericolosi. Il tutto condito da dichiarazioni riportate dai giornali di “scarsa fiducia sulla terzietà” della forestale e dell’APPA (la nostra Arpav) trentina in relazione ai controlli sulla cava. Un ulteriore segnale, a nostro avviso, che la attenta e scrupolosa vigilanza dei cittadini deve essere massima e purtroppo la fiducia cieca in rassicurazioni di varia natura, sempre meno ferrea.
(per ulteriori informazioni sulla questione di Roncegno: http://dolomititoxictour.noblogs.org/)

domenica 14 dicembre 2008

L'allarme è stato lanciato ieri dal comitato spontaneo "Chimica free" Meleti intensivi a Calliol e Tussui Il "pericolo" arriva in Valbelluna

Cesio non sia lasciato solo nella difesa del territorio per uno sviluppo agricolo legato alle tradizioni e al biologico. Dopo aver raccolto in pochi mesi oltre 1100 firme, il comitato spontaneo "Chimica Free", nato tra i cittadini in seguito al nuovo impianto a coltura integrata tra Calliol Tussui, punta ora a coinvolgere i comuni vicini. Tra gli operatori del settore circolano già voci che altre aree, come quelle di Trichiana e Mel, siano a rischio per quanto riguarda l'arrivo di nuovi insediamenti per colture a livello industriale. La preoccupazione a Cesiomaggiore rimane alta: anche il gruppo di minoranza ha richiesto la convocazione del consiglio comunale per rendere attuativa la delibera per la tutela del territorio approvata nell'agosto scorso. «Servono azioni immediate - sottolinea Andrea Gosetti, tra i promotori del comitato cesiolino - Il gruppo di lavoro istituito recentemente dall'amministrazione serve ancora una volta ad aggirare l'ostacolo. Siamo stanchi di chiacchiere, vogliamo azioni concrete». Il messaggio è ovviamente rivolto al sindaco Gianni De Bastiani, che, pur avendo a sostegno la raccolta firme e lo stesso comitato pronto a dare pieno appoggio a scelte che portino a risolvere il problema, ancora non ha attuato alcuna ordinanza che possa in qualche modo arginare il pericolo di avere nel territorio un uso di pesticidi non regolamentare.

domenica 7 dicembre 2008

il Comitato "prà Gras" in val di Susa (6dicembre 2008)

Tra le migliaia e migliaia di persone che hanno manifestato a Susa il 6 dicembre 2008 c'era anche una delegazione del comitato "Prà Gras" Assieme agli amici del di Comitato S. Pietro di Rosà abbiamo portato la nostra vicinanza e solidarietà agli amici piemontasi. Un esperienza davvero molto importante e intensa soprattutto quando abbiamo avuto occasione di consegnare a Pereni, lo storico leader del movimento No TAV, la nostra bandiera (già esposta al presidio di Venaus) quale segno di amicizia, vicinaza e reciproco sostegno. Abbiamo simbolicamente consegnato anche il documento "Sicurezza ?!" costruito e sottoscritto assieme ad altri 24 tra comitati e associazioni della zona (e che verà reso pubblico a brevissimo) Dei "doni" che son anche un sancire un legame sempre piu' stretto tra le due valli montane minacciate da nocività e insalubrità, da progetti che non tengon minimamente conto della volontà popolare e che rispondono solo a logiche di sfuttamente e devastazione ambientale a vantaggio di pochi e a scapito di tutti (a breve pubblicheremo video della consegna di bandiera e documento)





mercoledì 3 dicembre 2008

REPLICA a QUANTO AFFERMATO dal VICE SINDACO

Dopo aver letto le recenti dichiarazioni del vice Sindaco con riferimento al richiamo della Corte dei Conti al Comune di Fonzaso relativamente alla sottoscrizione di un SWAP pensiamo sia bene precisare alcune cose.

Innanzitutto vorremmo dire che ciò’ che abbiamo scritto non è un nostro parere: ci siamo limitati a riportare quello che la Corte dei Conti ha dichiarato. L’unico commento fatto riguardava il dubbio “che fosse tutto a posto” come dichiarato dall’Amministrazione: cosa in contrasto con quando detto e scritto dalla Corte dei Conti.

Tale importante organo istituzionale afferma che il Comune di Fonzaso “ha tenuto comportamenti difformi dalla sana gestione finanziaria…. addivenendo, in assenza di alcun previo confronto concorrenziale e nonostante le riserve manifestate dai competenti organi di amministrazione e controllo, ad un’operazione finanziaria i cui rischi, struttura e complessità non erano in linea con le esigenze finanziarie dell’Ente….. peraltro rinunciando alla maggiore protezione normativa prevista per gli operatori non qualificati”.

http://www.corteconti.it/Ricerca-e-1/Gli-Atti-d/Controllo-/Documenti/Sezioni-re/Veneto/Pronunce/Pronunce--2/Anno-2008/Delibere-d4/127_2008_contr-1-.fz_comune-di-fonzaso.doc_cvt.htm

- Ci sembra opportuno quindi che l’Amministrazione, invece di minimizzare le parole della Corte dei Conti e chiedere ai cittadini di “rivedersi i ruoli interni della pubblica amministrazione”, spieghi cosa è stato fatto in precedenza e cosa si è fatto oggi per risolvere il problema seguendo gli indirizzi offerti dalla Corte dei Conti.

- Non ci importa affatto fare della sterile polemica fine a se stessa. Infatti nel nostro comunicato non abbiamo parlato dei risultati finanziari del contratto che sicuramente possono fare più clamore sulla stampa e tra i cittadini.


- Riteniamo che, essendo state evidenziate delle incongruenze, sia fondamentale per i cittadini essere informati in modo preciso e adeguato.

- Proponiamo che quanto prima sia organizzata una serata pubblica in cui si possa spiegare ai cittadini ciò che è stato fatto e perché.
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Un grazie sentito al cantante ed artista Luca Bassanese per le parole dedicateci!
Cogliamo l'occasione per condividere con voi un suo brano (che, fra l'altro crediamo si adatti molto a molte nostre situazioni)
http://it.youtube.com/watch?v=rHBNBmpMXYI

lunedì 1 dicembre 2008

IMPIANTI di RISALITA sul MONTE AVENA

Si ritorna a parlare di impianti di risalita sul Monte Avena.
Grazie all’iniziativa di “mappatura dal basso” delle situazioni di nocività e insalubrità nel Comune di Fonzaso promossa dal Comitato “Prà Gras” alcuni cittadini avevano palesato tutte le loro perplessità su questo progetto. Un progetto finanziato con soldi pubblici, in parte della Regione e in parte dai Comuni di Feltre, Pedavena; Fonzaso e Sovramonte (72.ooo euro ciascuno), che veniva definito “uno sperpero di denaro pubblico” con impianti usati solo per pochissime settimane l’anno e che probabilmente avrebbero un bilancio economico-gestionale in passivo (come la stragrande maggioranza degli impianti di risalita).
Qualcuno poneva poi l’attenzione sul fatto che tali impianti verrebbero realizzati in area Zps e quindi tutelata.
In questi giorni abbiamo letto che molte perplessità sono state espresse anche dal Sindaco di Sovramonte che parla di soldi sprecati se non si riuscirà a portare l'acqua necessaria per l'innevamento artificiale.
Come Comitato non possiamo che esprimere piena soddisfazione per le parole del Sindaco Scalet e rilanciare le perplessità espresse dai nostri concittadini.
Auspicando tra l’altro che questa questione (come tante altre) venga approfondita:
che venga dettagliatamente informata la popolazione dei quattro comuni interessati anche attraverso il parere di tecnici ed esperti.
Il rischio è che, per l’ennesima volta, ci si trovi dinnanzi a progetti costruiti e decisione prese da un gruppo ristrettissimo di persone all’oscuro di coloro che poi, in un modo o nell’altro, si troveranno a pagare anche questo oneroso intervento, cioè i cittadini, noi tutti!
Progetti poi portati avanti invocando la necessita del “fare”.. ma a volte, se non si ha la giusta accortezza e sapiente capacità di valutazione si rischia di fare solo danni! (ambientali, economici ecc..)
............................ altre considerazioni - riflessioni...

le ZPS sono state individuate dalla Regione Veneto e poi loro stessi finanziano certe opere? Abbiamo comuni che lamentano la mancanza di denaro per fare qualsisi intervento di tipo ambientale, penso alla ciclabile che da Arten va Alla Fenadora, al completamento della ciclabile per e da Fonzaso, oppure alla ciclabile da Pedavena a Feltre lungo il colmeda, oppure la raccolta diff. spinta dei rsu, oppure scegliere tecnici capaci per i PAT...ne vogliamo mettere altre? E per finanziare opere simili non si fanno scrupoli, opere che sono un sicuro fallimento e che necessitano di infrastrutture pesanti come il sistema d'innevamento artificiale, strade più "sicure" etc...
ED INOLTRE DAL PRIMIERO.....
sono Nicola di Fiera di Primiero, appartengo al gruppo PRIMIEROVIVA con il quale ci battiamo – tra le altre cose - per evitare il collegamento funiviario tra San Martino di Castrozza e Passo Rolle attraverso i Laghi di Colbricon in area SIC + Riserva Integrale del Parco di Paneveggio Pale di San Martino …. !!!???.
Le idee e le perplessità tracciate dal documento del Comitato Prà Gras sulla Sicurezza sono interessanti e assolutamente necessitano di una comune riflessione. Credo che siamo tutti da tempo consci ed allertati sulla globalità degli effetti/riflessi sull’ambiente da scelte territoriali a noi vicine e spero in un incontro con voi amici veneti. Che si riparli di impianti sciistici a Monte Avena è incredibile ed assurdo ma, purtroppo, gli impiantisti – una lobby particolarmente spregiudicata e con interessi economici forti e trasversali – si potranno far forti di scelte recenti:. vedi Passo Broccon.:anacronistica isolata realtà accaduta senza che si levasse dalle vallate trentine del Tesino nemmeno un sol grido di aiuto ambientalista … ! Inosservati stanno pianificando uno sviluppo turistico basato sulla costruzione – tipo anni settanta – di un nuovo villaggio in quota e forse anche di una funivia che dalla Valsugana porti su le persone…
Sull’argomento piste e impianti troverete spunti – per controbattere- dalla nostra osservazione al VIA integralmente riportata su www.primieroviva.it ma, ancorpiù potrebbe essere motivo di un incontro da noi in Primiero o da voi nel Feltrino o … a metà… sullo Schener !. Facciamolo e conosciamoci ! Quest’annata nevosa rischia di dar man forte alle loro idee ma potremmo unire i nostri intenti per dissuaderli.
Lamento la carenza cronica di una coscienza sensibile negli amministratori del Primiero (ma mi pare ben più diffuso il problema…. !!), e l’assenza di capacità visionarie a medio lungo periodo per la sostenibilità delle scelte sul territorio il tutto condito da strisciante omertoso silenzio/assenso di tantissimi cittadini paurosi ad esprimere le proprie contrarietà
Dobbiamo STANARE le idee. E’ tempo di trovarci, fatevi sentire Comitato Prà Gras !
Aderiamo anche noi al Documento Sicurezza.
A presto,
Nicola PRIMIEROVIVA www.primieroviva.it