domenica 21 giugno 2009
MELETI & PESTICIDI
Due interessanti articoli che ci inducono a chiedere a viva voce di porre massima attenzione al "meleti intensivi", alla deriva e all'uso di pesticidi in frutticoltura (e non solo)
Meleti a Calliol e Tussui. La protesta ridecolla
Cesiomaggiore
Meleti tra Tussui e Calliol: le proteste ora si fanno insistenti. Sono, infatti, iniziati i trattamenti alle piante che da alcune settimane occupano numerosi ettari tra le frazioni di Calliol e Tussui a Cesiomaggiore. Qualcuno dei residenti si lamenta anche del forte odore che durante l’uso dei macchinari per il trattamento si sparge nei dintorni. E c’è chi, infine, sorride di fronte all’ipotetico indotto che tale coltivazione avrebbe portato a Cesiomaggiore. Chi lavora, infatti, presso l’impianto per buona parte è di origine straniera, e anche le mele prodotte probabilmente non saranno rivendute in quel di Cesiomaggiore. E, quindi, quali sarebbero i benefici tanto citati mesi fa durante la sistemazione del terreno per la coltivazione dei meleti, intervento che ha praticamente distrutto parte del paesaggio collinare che contraddistingueva Calliol?
È passato ormai un anno da quando, saputo dell’arrivo di produttori dal Trentino per la coltivazione intensiva di mele, i cittadini e i coltivatori di Cesiomaggiore si sono mossi per arginare la situazione. Prima con una raccolta firme, poi con una serie di convegni, poi con la partecipazione ad un gruppo di lavoro promosso dal Comune di Cesiomaggiore che avrebbe dovuto stendere un documento che ponesse un veto alle future coltivazioni di questo tipo nel territorio cesiolino. È bastato? Poco o niente. C’è già chi è pronto a scommettere che anche il terreno su cui sorgerà a breve, dice l’amministrazione comunale, un vigneto, sia in realtà uno specchietto per le allodole, e che altri meleti siano in arrivo. D’altronde, è diventato quasi un paradosso ormai parlare di agricoltura in un comune che in realtà da due anni non ha nemmeno l’assessorato che se ne occupa
MA ANCHE:
PESTICIDI NEL PIATTO: Sono le mele il prodotto più frequentemente contaminato.
(cliccare qui per leggere l'interessante articolo)
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3 commenti:
Ho visto un servizio qualche settimana fa su antenna3 ed intervistavano uno degli imprenditori, un todesko.
Diceva che anche lui vive in mezzo ad una piantagione e che i trattamenti non sono poi così pericolosi.
Sarà, ma giù per i vigneti di valdobbiadene quando trattano (i prodotti son sempre quelli) vedi gli uomini con tuta impermeabile e mascherina.
E' importante lamentarsi ma è ancora più importante mobilitarsi e lottare. Se non si lotta per queste cose, per che altro vale la pena di farlo?
si vede che son tutti dottori e scienziati sti imprenditori todeski!!!eppoi si parla di fuga di cervelli all'estero....ma quando mai!!!!
La prox volta che devo fare l'aerosol uso almeno la bordolese...
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