lunedì 29 giugno 2009

30/6 serata sul FOTOVOLTAICO a Feltre..ma anche altro..


Vi aspettiamo:
MARTEDì 30 GIUGNO dalle ore 20.30 - Sala Ocri - FELTRE
E’ sicuramente uno dei più grandi Gruppi di Acquisto solidale auto-organizzato del veneto (se non d’Italia) legato al FOTOVOLTAICO quello che si va costituendo nella zona Montebelluna-Pederobba-Feltre- Belluno e che vede coinvolte una serie di associazioni GAS, comitati e cittadini.
Un gruppo di cittadini che si auto-organizza avendo a cuore si gli aspetti economici di questa importante opportunità (conto energia e sconti che raggiungono il 30% dei prezzi di mercato) ma anche e soprattutto quegli etici, morali e di promozione dell’economia locale
Infatti, di fronte a un governo che punta sul nucleare, ad amministrazioni locali che – tranne pochi casi - non informano, non stimolano, non incentivano questa importante opportunità, ci sono dei cittadini che si auto organizzano e che palesano, con questa loro scelta una volontà di tutela ambientale e di garantirsi un autonomia energetica. Autonomia che consentirà loro di evitare di restare in balia delle grosse aziende distributrici e delle lobby affaristiche e industriali.
Inoltre, questo progetto prevede anche che a installare le decine di impianti previsti siano delle piccole aziende locali al fine di consentir loro di svilupparsi, attrezzarsi e radicarsi in questo settore.
INTERESSANTE RIFLESSIONE SUL PTRC
Colpisce il silenzio assordante di Enti, partiti, organizzazioni ed Istituzioni provinciali sul Piano Territoriale di Coordinamento, adottato dalla Giunta Regionale, sovraordinato rispetto agli altri strumenti di pianificazione territoriale, di cui il 7 luglio scade il termine ultimo per le osservazioni.
Un piano pessimo nei suoi strumenti concretamente operativi (norme tecniche di attuazione), incartato bene in una confezione di buoni documenti di analisi che servono però da pura suggestione per l’esaminatore poco attento.
Questo piano nella sostanza è un manifesto ideologico del lasser faire, della concezione del territorio come mera rendita immobiliare; le pur timide tutele ambientali del precedente ptrc vengono azzerate, il dovuto Codice dei beni culturali e ambientali non viene attivato e rinviato a data da destinarsi, nessun obiettivo ambientale viene prescritto in una Regione che ha un livello esorbitante di consumo di suolo e tassi di inquinamento tra i più elevati d’Europa. Questa è, secondo la Giunta regionale, “la seconda modernità veneta” dove le piazze del terzo millennio divengono i centri commerciali, dove i cittadini sono consumatori, dove è necessario “densificare”gli insediamenti intorno ai caselli autostradali, la rete metropolitana regionale e le aree aeroportuali e “verticalizzarli” nel senso letterale del termine visto che le competenze in questi ambiti vengono espropriate ai Comuni e concentrate nei progetti strategici della Giunta Galan. Tutto questo viene previsto perché, come si cita nel piano, “ una nuova ondata di sviluppo può affacciarsi all’orizzonte. Non è quindi possibile pensare a blocchi o limiti generalizzati delle aree produttive, direzionali, terziarie, commerciali e residenziali” e quindi anche i Comuni “dovranno garantire lo sviluppo urbanistico attraverso l’esercizio non conflittuale delle attività agricole” , perché “è necessario sganciarci dalla nostalgia del passato per dare una forma scelta alla contemporaneità”.
La megalopoli urbana (forse sarebbe meglio dire con Turri la metastasi urbana) come idea di futuro e di sviluppo e contestualmente la montagna concepita come alterità ambientale e naturale atemporale, da conservare genericamente e valorizzare turisticamente: nessun accenno a diritti di perequazioni territoriali, nessun riconoscimento dell’autogoverno delle specificità, nessuna priorità certa di concreto sostegno alle sfide del vivere ed abitare questi complessi territori. Nelle norme tecniche nei paragrafi dedicati alla emergenze della montagna vi sono invece alcuni preoccupanti rinvii al Piano regionale tutela delle acque che consolida la privatizzazione dei fiumi, al corridoio V per le infrastrutture viarie (collegamento A23 A27 ?) e il risibile riferimento alla “Mobilità lenta” per il collegamento ferroviario Venezia-Calazo inserito nel capitolo del recupero delle linee storiche dismesse.
Di fronte a questo drammatico e desolante Piano, nella latitanza del dibattito politico, ci siamo attivati dal basso, a partire dalle specifiche aree territoriali, con una significativa partecipazione bellunese, per contrastare questi scenari e per proporre un’idea di un Veneto diverso e desiderabile.
Più di cento comitati, associazioni, componenti sindacali, con il contributo di esperti di saperi ed esperti di buone pratiche hanno definito decine di osservazioni nel merito e nel metodo del Piano territoriale regionale; singole osservazioni che sono state in questo ultimo mese sottoscritte da più di diecimila cittadini veneti e che verranno collettivamente e formalmente consegnate in Regione il prossimo 3 luglio.
Una realtà di rete e relazioni che intende riscrivere statuti e diritti per questi territori,oltre le deleghe e le subalternità, per una democrazia reale nel governo dei beni comuni.
Valter Bonan Cantieri Sociali Per info: www.estnord.it


DOLOMITI PATRIMONIO DELL'UMANITA'?
Al convegno nazionale organizzato da Lega Ambiente, CIPRA, Montain Wildernes c'era anche il Comitato "Prà Gras"(un qualcosa di improtante che è anche un riconoscimento a quanto fatto di buono finora dal comitato) Di seguito riportiamo una riflessione di Luigi Casanova (clicca qui per leggere)

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