DAL CORRIERE DELLE ALPI del 3GUGNO 2008
Altrementi: «Silenzio assoluto sulle polveri sottili industriali»
Quasi 50 tonnellate all’anno di polveri sottili finiscono nell’aria della Valbelluna ogni anno. A produrle non sono di certo le stufe a legna, ma le 11 industrie più inquinanti della provincia esistenti tra Alano a Longarone, tra Trichiana a Ponte nelle Alpi. Le altre 110 aziende emettono altre 12 tonnellate all’anno. Lo dicono i dati incrociati di Arpav e Provincia, purtroppo vecchi di tre anni visto che il report sulle emissioni viene aggiornato ogni tanto, senza una scadenza precisa e il prossimo è atteso tra qualche settimana. Moreno Barbieri, portavoce provinciale dei Verdi e sostenitore di Altrementi, denuncia il silenzio imperante attorno a questa tematica che con l’ambiente c’entra di striscio, visto che il problema riguarda la salute pubblica di tutti e le statistiche sull’incidenza dei tumori da noi non è rassicurante. «Qualche mese fa è scoppiato l’allarme per la mezza tonnellata di polveri sottili emesse da Sapa a Feltre», spiega Barbieri, «ma ora si scopre che fino a poco fa era un’intera tonnellata». Fino a tre anni fa le industrie meccaniche di Alano producevano 15,1 t, (adesso ci sono i nuovi filtri ad acqua), l’Ideal Standard di Trichiana era seconda in classifica con 11,2 t. Staccati gli altri: la Maricell di Longarone 3,9 come l’Unicem di Ponte; 3,7 t la Luxottica di Sedico; 3,4 t la Metalba di Fortogna e forse questo è uno dei pochi casi che ha peggiorato la situazione, visto che nel frattempo ha aggiunto un forno più capiente. «Questi dati devono far riflettere», prosegue Barbieri, «ed essere parte della discussione politica. Invece c’è il silenzio e sono tutti pronti a peggiorare la situazione costruendo un’autostrada. Eppure ci sono leggi, diritti e controlli che andrebbero fatti». Sul tema interviene anche Renato Vignato, candidato di Rifondazione Comunisti italiani: «Sono dati vecchi, ma preoccupano e bisogna approfondire e smettere di fare “studi tossici” che accusano le stufe a legna». (i.a.)
QUALI SONO LE AZIENDE CHE "EMETTONO" PIù POLVERI IN PROVINCIA DI BELLUNO (dati 2005/06)
INDUSTRIE MECCANICHE DI ALANO (Alano di Piave) 15,100 (t/anno)
IDEAL STANDARD (Trichiana) 11,225 (t/anno)
MARICELL (Longarone) 3,961 (t/anno)
BUZZI UNICEM (Ponte nelle Alpi) 3,912 (t/anno)
LUXOTTICA (Sedico) 3,707 (t/anno)
METALBA (Longarone) 3,410 (t/anno)
WIENERBERGER BRUNORI (Feltre) 1,940 (t/anno)
COSTAN (Limana) 1,661 (t/anno)
CEB (Castellavazzo) 1,159 (t/anno)
MECCANICA FELTRINA (ex ICS) (Feltre) 1,071 (t/anno)
ALCOA (Feltre) 1,065 (t/anno)
SEST (Limana) 0,922 (t/anno)
ELETTROMECCANICA (Mel) 0,919 (t/anno)
APOGEO (Mel) 0,698 (t/anno)
VENETACUCINE (Castellavazzo) 0,522 (t/anno)
MEC.FE (Fonzaso) 0,501 (t/anno)
..... ecc...
DAGLI AMICI DELL'OSSERVATORIO GRIGNO TEZZE CI GIUNGONO QUESTO FOTO DELLA ZONA INDUSTRIALE DI QUEL COMUNE DELLA VALSUGANA
Le nuove foto di Massimo Boso, presidente dell'Osservatorio Grigno Tezze, scattate dal sentiero "la corda". Questo è il panorama che si può "gustare" dall'alto. Una ulteriore testimonianza che rafforza il nostro appello a controllare gli insediamenti industriali presenti nella zona industriale di Grigno. Poichè l'impatto visivo è già irrimediabilmente compromesso, puntiamo perlomeno a salvaguardare l'aria che respiriamo e i terreni sui quali sorgono le nostre case!(vedi blog dell' osservatorio Grigno Tezze)
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3 commenti:
Perche non:)
Ho notato che gli ambientalisti più sfegatati sono il più delle volte pensionati oppure dipendenti pubblici, molto difficilmente trovo persone sensibili alle polveri sottili fra coloro che lavorano all'interno delle stesse aziende che li producono, chissà forse perchè li ci mangiano.
E' davvero un problema scegliere se mangiare e respirare aria polverosa oppure assaporare aria pura digiunando.
premesso che nel nostro comitato nn ci sono nè pensionati nè dipendenti pubblici..ma una miriade di cittadini che ci mettono la faccia, tante energie e risorse economiche per fare domande, mettere in discussione certezze calate dall alto e proporre progetti (e che le cose le dicono mettendoci nome e cognome).. ci spiace dover ribadire..per l ennesima volta che cio' che è messo sotto accusa è un modello di sviluppo che sta mostrando i suoi notevoli limiti Un modello che arricchisce pochi, che devasta l'ambiente (e quindi il futuro dei ns figli) e la salute di tutti Il solito luogo comune "l'importante è lavorare fregandosene di salute e ambiente" ha mostrato tutta la sua pochezza Chi è lungimirante pensa ad altre vie .. che si chiamano green economy e sostenibilità, soprattutto in arre in cui far valere le proprie peculiarità sarebbe vitale Inutile dire che chi sponsorizza certi modelli si assume la responsabilità morale di cio' che essi portano (devastazioni e tumori in primis)
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