Il Feltrino vive in una camera a gas. Basti pensare che nell’inverno 2007 il benzopirene, sostanza cancerogena prodotta dalla combustione di prodotti con molecole pesanti (tra cui nafta, cherosene, ecc), era presente nell’aria feltrina in quantità doppia rispetto alla media veneta.
La forte presenza di inquinanti atmosferici e l’alta incidenza di tumori sono stati il filo conduttore del partecipato incontro organizzato venerdì sera, nella sala polifunzionale di Santa Giustina, dall’associazione ConfiniComuni nell’ambito delle serate sul tema "Respiri quotidiani in Valbelluna – Inquinamento atmosferico e salute". Sono intervenuti il consigliere regionale Guido Trento e Morando Soffritti, direttore scientifico dell’istituto Ramazzini di Bologna, che studia e controlla i tumori e le malattie ambientali.
«Non vogliamo creare nessun allarmismo, ma dire solo la verità ai cittadini - ha detto il consigliere Trento - i dati di una prima ricerca effettuata nel 1995 dimostravano che nel Feltrino, come scrisse il direttore generale dell’Ulss 2 Bortolo Simoni, la crescita dei tumori è più alta rispetto al resto del Veneto e già il Veneto ha un’incidenza più alta rispetto alle altre regioni italiane. Il tasso di incidenza è aumentato fino al 2002 e anche oggi la crescita è costante. La mortalità per fortuna è diminuita grazie allo screening e alle nuove tecnologie, come la biologia molecolare che permette di eseguire una terapia personalizzata. Già nel 1995 avevamo fatto inserire il reparto di oncologia nell’ospedale di Feltre e ora stiamo puntando su un progetto di cura e prevenzione alle nuove tecniche». La causa dell’alta presenza di inquinanti atmosferici è dovuta, com’è ormai risaputo, dalla conformazione morfologica del nostro territorio. «L’unica soluzione è prevenire il più possibili l’immissione di inquinanti».
A preoccupare i presenti anche il problema dell’amianto. Il pubblico ha chiesto a Soffritti gli effetti del terribile minerale sull’organismo. «Il direttore ha confermato come le ultime ricerche dimostrino che le fibre d’amianto intacchino non solo i polmoni, ma anche altri organi - ha spiegato il portavoce degli ex esposti all’amianto del Feltrino, Mario Gris, presente all’incontro - molti colleghi sono morti a causa di mesotelioma e sia le strutture sanitarie che previdenziali sono colpevolmente in ritardo sull’applicazione dei diritti che tutelano anche i familiari degli ex esposti. Vengono eluse le leggi nazionali ed europee che ci tutelano». Gris ha anche sollevato un capitolo pubblicamente inedito riguardo ad un’altra sostanza tossica. «All’ex Metallurgica feltrina (ora Sapa), è stato usato per anni l’esacloroetano, utilizzato in poche fonderie di alluminio italiane per ridurre la presenza di idrogeno nelle fusioni - ha affermato - questo prodotto è stato usato fino ai primi anni ’90, sottoforma di pastiglie contenenti sali che a contatto con il bagno di alluminio provocavano dense colonne di fumo immesse liberamente in atmosfera, diffondendosi in città. Queste emissioni sono state prodotte per 30 anni. Facendo un calcolo, si può parlare di circa 500 tonnellate immesse nell’aria. Gli organismi internazionali hanno rilevato la cancerogenità dell’esacloroetano, ribadita dalla consulta nazionale esposti all’amianto del settore alluminio».
domenica 15 marzo 2009
Tumori, sotto accusa l’inquinamento
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
1 commento:
good start
Posta un commento