martedì 22 aprile 2008

RICEVIAMO E VOLENTIERI PUBBLICHIAMO

Il Comitato Prà Gras parlando con la gente, ha potuto raccogliere anche la testimonianza di uno dei “veci”, uomo vissuto a cavallo dei due secoli passati,
uno che non pesta più la sua terra, con la schiena curva e le mani nodose,
l’ha lasciata da tempo ma ancora racconta.
Cosi ha scritto. Lo ringraziamo.

Al Sig. Sindaco di Fonzaso a proposito di una probabile fonderia nella piana di Arten.

Sig. Sindaco, salendo in macchina da Frassenè a Fonzaso un suo vecchio e lontano predecessore scorse sulla strada un pezzo di pane. Fermò la macchina, scese, lo raccolse e accorgendosi che l’amico che gli sedeva a fianco aveva fatto occhi di meraviglia gli disse: “Vedi? E’ pur solo un pezzo di pane ma i nostri vecchi a pezzi di pane sono cresciuti e hanno cresciuto anche noi. Che ne sarebbe se la terra ce ne privasse?”
Che lezione Sig. Sindaco! Che lezione da quel Suo predecessore che aveva coltivato dentro idee solide e chiare!
Si Sig. Sindaco: non sia prigioniero del luogo comune che un amministratore valga se porta l’industria, che è pur necessaria. Un Sindaco vale molto di più per l’ampiezza delle idee che manifesta e per la capacità di valutare le opportunità; per la sua capacità di dire si o di no con decisione per un fine che non cozzi mai contro il bene della persona.
Che cosa c’entra allora, mi dirà Lei, il pezzo di pane con la fonderia?
C’entra, c’entra Sig. Sindaco e glielo dico subito: l’informazione e la stampa specializzata ci avvertono (e lo fanno con preoccupazione) che l’Italia è lo stato che più di ogni altro al mondo spreca suolo produttivo. Solo nella fertile Emilia Romagna viene sciupato ogni giorno un ettaro di terra feconda per fare posto al cemento. Ogni giorno, Sig. Sindaco.
E Lei come amministratore ha il dovere e l’obbligo di conoscere questa realtà; di conoscerla e di rifletterci.
Un nostro Grande del ‘700, che tanto scrisse contro l’orribile piaga della tortura, allora diffusa, si dichiarava ben ricompensato se solo una tortura di meno, per grazia del suo impegno, fosse stata data.
Rovescio i termini di questo assunto, Sig Sindaco, per dirle che se un solo lutto dovesse accadere a causa di un insediamento che poteva essere evitato e non lo fu, nessun sentimento positivo, nessun proposito servirebbe più per tacitare la coscienza.

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Mi complimento con questo esposto esemplare!! Complimenti ancora!
Aggiungo: è di questi giorni l'allarme di COLDIRETTI relativo all'incidenza dei prezzi sui prodotti alimentari su cui grava la filiera "lunga" (cioè su prodotti che da noi potrebbero crescere ma vengono importati dall'estero per strategie commerciali provocando inquinamento soprattutto). Salviamo la nostra terra e inneschiamo le giuste politiche agricole. I capannoni per le idonee attività ci sono eccome non nè servono di altri!
NO FONDERIA NO AMPLIAMENTO ZONA INDUSTRIALE!

Anonimo ha detto...

Il fagiolo di Lamon, la patata di Cesiomaggiore, la noce feltrina, la FESTA DELL'UVA a Fonzaso, il castagno a Seren, il mais sponcio o il pignol, la nostra verdura e la nostra frutta, sono tutte testimonianze di come possiamo cercare sviluppo a Fonzaso oltre che nel feltrino caro Sindaco. Nè tenga conto!! tutto ciò non si baratta per 15 operai e 28.000 mq di terra fertile!!!!
STOP AMPLIAMENTO ZONA INDUSTRIALE!

Anonimo ha detto...

semplice ma bello e vero come scritto, complimenti

Anonimo ha detto...

La cosa che mi lascia più sconcertato è come vengano fatte le cose con leggerezza Perchè non si è richiesto un dettagliato piano industriale per capire prima di dire si

Anonimo ha detto...

Purtroppo non ci sono più i "veci" di una volta, persone che meditavano, pensavano bene prima di decidere e che avevano una sola parola e non cambiavano versione a seconda delle convenienze Povera Fonzaso