..VISIVAMENTE..
Anno nuovo..problemi vecchi.. Oggi 2gennaio 2009 la "cappa" si è palesata appieno. L'inversione termica blocca al suolo polveri e inquinanti(e lo dimostrano gli sforamenti delle PM10) Abbiamo girato questi due brevi video dalle 11.30 alle 11.50 Pensiamo "parlino da soli"...
..SCIENTIFICAMENTE..
..in questi giorni abbiamo piu' volte palesato la nostra contrarietà all'ipotesi(avanzata dal Sindaco di Quero, Zanolla) di un inceneritore in provincia di Belluno. Siamo contenti che tante voci si siano levate per manifestare la loro contrarietà (avanzando ipotesi alternative) Noi abbiamo raggiunto il dott.Montanari (esperto di fama internazionale) che ci ha rilasciato questa dichiarazione:
... Egr. sig. Sindaco,
Leggere le affermazioni che Le si attribuiscono a proposito della costruzione di un inceneritore in una località che interesserebbe un territorio di Sua competenza fa davvero male al cuore.
Il solo chiamare “termovalorizzatore” l’impianto denota chiaramente la Sua estraneità all’argomento, stante il fatto che, come è ampiamente noto, il vocabolo è un’invenzione pubblicitaria tutta italiana che la Comunità Europea non gradisce per nulla. Con quel sistema a caldo (“termo”) non si valorizza proprio niente. Anzi, si distruggono risorse e si attenta alla salute.
Da quanto appare, Lei pone la questione in un ambito puramente economico, un approccio del tutto parziale e, invero, il meno rilevante. Eppure, anche se si osserva il problema da questo punto di vista, la combustione risulta perdente. Se Lei avesse avuto l’accortezza di partecipare al convegno tenutosi a Gambettola (FC) lo scorso mese di novembre, non avrebbe potuto altro che costatare come i suoi colleghi amministratori che hanno applicato correttamente il sistema di raccolta dei rifiuti porta a porta abbiano risparmiato non poco denaro pubblico, e questo conti alla mano. Certo, per mettere in opera un sistema simile occorre essere dei bravi politici, ma, se non lo si è, allora è meglio non millantare capacità inesistenti avventurandosi in imprese più grandi di noi.
Allo stesso convegno avrebbe visto, sempre conti alla mano, come dalla combustione dei rifiuti si ricavi pochissima energia, molto meno di quanto non se ne ricavi recuperando, riciclando e riusando il materiale. E, ancora, avrebbe sentito il prof. Paul Connett della Saint Lawrence University (New York), che da anni gira il mondo interessandosi dell’argomento, affermare che gl’inceneritori sono un monumento al fallimento della politica e indicano senza equivoci l’esistenza in alternativa d’ignoranza o di corruzione.
Ancora, avrebbe imparato che esistono diverse forme di trattamento dei rifiuti, tutte più o meno solidamente fondate su basi scientifiche. L’unica forma che di scientifico non ha nulla è proprio l’incenerimento, grottescamente in contrasto con le leggi della fisica (principio di conservazione della massa o di Lavoisier) e della chimica tossicologica (nella maggioranza dei casi la combustione trasforma le sostanze d’origine in altre sostanze più tossiche). La medicina attuale, poi, quella che si occupa di nanopatologia, ha dimostrato come le polveri primarie e secondarie di dimensioni micro e, soprattutto, nanometriche inducano malattie che vanno da quelle cardiovascolari (ictus, infarto e tromboembolia polmonare) a quelle oncologiche, fino a malformazioni fetali spesso incompatibili con la vita. Se su quest’ultimo argomento desidera ragguagli, La invito volentieri a visitare il nostro laboratorio di Modena (Nanodiagnostics) dove Le potrò illustrare all’incirca un migliaio di casi umani, partendo da quelli di bambini che non ce l’hanno fatta a nascere.
A proposito di salute, Lei cita il centro di Aviano attribuendogli un’affermazione che stride con la realtà dei fatti, come potrà costatare leggendo la documentazione ufficiale pubblicata al sito www.stefanomontanari.net. Tra questa c’è pure l’elenco delle valutazioni fatte da enti pubblici italiani nelle zone interessate e vedrà che l’ospedale di Aviano, se davvero ha fatto un’affermazione simile, non è compiutamente informato. Inoltre, sappia che i tumori non sono la prima patologia causata da quelli che Lei chiama “termovalorizzatori” e, dunque, sarebbe quanto meno il caso d’interpellare pure altri esperti.
Se vorrà informarsi meglio per poi agire, in modo del tutto libero ma tenendo presente che la Sua carica fa di Lei la maggiore autorità sanitaria del Comune, mi permetto di consigliarLe la lettura del libro che ho scritto con A.M. Gatti “Nanopathology” (Pan Stanford), del mio libro “Il Girone delle Polveri Sottili” (Edizioni Macro) e dell’e-book che ho curato “Lo Stivale di Barabba” (editore Arianna).
Distinti saluti,
dott. Stefano Montanari
..TRA I COMMENTI GLI ARTICOLI DI STAMPA USCITI IN QUESTI GIORNI..
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3 commenti:
Moreno Barbieri, dei Verdi, ribatte alle dichiarazioni di Riposi (ex presidente Dolomiti Ambiente) secondo cui l’impianto è meno impattante del porta a porta
«Gli inceneritori sono molti difficili da gestire»
L’ambientalista: «Benvenga il confronto, ma su dichiarazioni suffragate scientificamente e non su corbellerie»
Domenica 4 Gennaio 2009,
Belluno
(R.G.) «Su temi come quelli del termovalorizzatore, si abbia la decenza di porsi con onestà intellettuale».
È questo l’incipit di Moreno Barbieri, portavoce dei Verdi bellunesi, nell’affrontare la questione che sta tenendo alta l’attenzione della cronaca provinciale da un paio di settimane a questa parte.
«Desidero rispondere a Raffaele Riposi, ex presidente Dolomiti Ambiente - afferma Barbieri - che sostiene che l’inceneritore, sia pur di poco, sia meno impattante della raccolta rifiuti porta a porta. Allora, io dico: si può discutere da posizioni diverse, ognuna delle quali ha la propria dignità. Ma affinché quest’ultima esista veramente non si devono dire delle corbellerie agghiaccianti come questa. Bisogna al contrario restare all’interno di un contesto veritirio. Va detto quindi, con onestà intellettuale, che gli inceneritori sono difficili da gestire».
E una frecciata Barbieri la lancia poi al Maserot che, come evidenzia, «da anni produce compost che va in discarica. Una struttura che è costata tantissimo e che tutt’ora, invece di essere la soluzione al problema rifiuti, è un problema essa stessa».
«Noto delle incongruenze - sottolinea l’esponente dei Verdi - in tutta questa situazione. Da una parte Dolomiti Ambiente che tra le proprie partecipate ha AcegasAps, realtà che distribuisce milioni di metri cubi di gas. Dall’altra c’è il Bim che può essere un attore possibile. Alla luce di ciò ritengo che Bruno Zanolla, sindaco di Quero nonché presidente di Bim Infrastrutture che ha lanciato il sasso nello "stagno termovalorizzatori", dovrebbe essere più prudente».
Ma difronte a immagini così, che si vedono quasi tutti i giorni come è possibile che tanti dotoroni non si rendano conto delle sciocchezze che dicono?
Raffaele Riposi, ex presidente di Dolomiti ambiente, interviene sulla questione trattamento degli rsu e si allinea alla posizione del sindaco di Quero, Bruno Zanolla
«Termovalorizzatore vera risposta all’emergenza rifiuti»
L’amministratore trichianese porta a sostegno della tesi sulla termodistruzione una serie di dati e pareri tecnici
Feltre
Il dibattito sui termovalorizzatori "acceso" dalle considerazioni fatte pubblicamente in più occasioni dal sindaco di Quero Bruno Zanolla sta suscitando sempre più interesse dando il via anche a molte ferme prese di posizione.
Ai punti di vista contrari provenienti dai vertici provinciali e dalle associazioni ambientaliste, si oppone ora il parere di Raffaele Riposi (nella foto) che essendo stato presidente di Dolomiti Ambiente dal 2003 allo scorso settembre quando si è dimesso per divergenze di vedute, è sicuramente una delle più autorevoli voci provinciali a livello tecnico. «Partiamo dal dato di fatto - premette Riposi - che già Kioto aveva bandito le discariche perché oltre a produrre inquinamento in terra e in aria, sono siti incontrollabili e la stessa Unione europea ha sancito che esse dovranno servire solo allo stoccaggio dei rifiuti che non hanno potere calorifico. Pertanto un programma a lungo termine non può che essere orientato ad un sistema di smaltimento diverso da quello attuale. Ma questo in parte è già stato fatto in quanto due terzi dei rifiuti prodotti nel Bellunese vengono inceneriti negli impianti di Schio (Vicenza) e di Padova. La Regione Veneto ha inoltre stabilito che si sarebbe dovuto realizzare un termovalorizzatore in comune fra Belluno che produce circa 20 mila tonnellate/anno di rifiuti civili e Treviso che ne produce 80 mila. Teniamo presente poi che ci sono anche i rifiuti industriali. Un impianto gestito pubblicamente fra le due province produrrebbe da 11 a 15 MegaWatt di energia elettrica e circa il doppio di energia termica che basterebbe a servire due cittadine turistiche come Dobbiacco e San Candido. Nessuno poi fa mai presente che il 50% della carta riciclata e i 2/3 della plastica vengono comunque a tutt'oggi ancora inceneriti (dati Conai, il Consorzio nazionale imballi)».
«Purtroppo - prosegue Riposi - la politica guarda solo ai voti per cui spesso chi viene eletto non lo è stato sulla base di una consultazione vera con la popolazione dove si è spiegato in maniera asettica come stanno effettivamente le cose. Con questo non intendo dire che il termovalorizzatore sia il meglio ma, guardando al futuro, non vedo alternative migliori».
«A livello medico Riposi sottolinea che l'Università di Padova 2 anni fa per la Provincia di Belluno ha eseguito uno studio commissionato dal Cipa, secondo il quale l'impatto ambientale complessivo di un termovalorizzatore se confrontato con la raccolta porta a porta ha evidenziato che "il termovalorizzatore è, anche se di poco, meno impattante».
(gazzettino)
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