sabato 5 giugno 2010

ACQUA E SAPA


(dal Gazzettino)
REFERENDUM SULL'ACQUA: BOOM DI FIRME
Boom di firme per il referendum sull’acqua a Belluno e in Italia. Sono 3450 quelle raccolte in provincia, su un’aspettativa di 2200, mentre a livello nazionale si contano in una quaratina di giorni già 800.000 rispetto alle 700.000 preventivate e ora, prima della scadenza a luglio, si punta al milione. «La sensibilità della cittadinanza bellunese è forte - dice Valter Bonan, rappresentante locale del Comitato acqua bene comune, promotore dell’iniziativa prima dell’incontro pubblico al Centro diocesano -. I banchetti anche nei paesi più piccoli e nelle giornate meno indicate hanno avuto esiti straordinari».
L’obiettivo del referendum, in sostanza, è di togliere i privati dall’acqua, in controtendenza rispetto al decreto Ronchi approvato lo scorso novembre. Il comitato è trasversale e senza colore ma non mancano le critiche alla politica.
Sono 17 i consigli comunali che hanno approvato l’ordine del giorno sull’acqua come bene comune, che, secondo il Comitato, hanno così rivendicato la loro autonomia sia nei confronti della Provincia, sia del Bim.
«L’ente provinciale si è espresso poco e male sulla questione. La Lega ha fatto sapere che hanno appoggiato il decreto Ronchi obbligati dall’Unione Europea». Il Comitato nega ci sia un obbligo Ue e sostiene, anzi, che alcuni esponenti a livello locale abbiano firmato il referendum (Giancarlo Gentilini su tutti) ma che non ci sia coerenza a livelli più alti. Mancanza di unitarietà anche nel Pd, comunque, e scuse poco valide quelle del consorzio dei Comuni locale. «Il Bim dice che ci sarà un blocco negli investimenti e che per Belluno con i decreti attuativi arriverà una deroga - sostiene Bonan - ma secondo dati di Cittadinanza attiva (2008) ha portato a termine solo il 25% degli investimenti previsti, il peggiore in Veneto». «Dal 2000 ad oggi in tutta Italia il crollo di soldi spesi per nuove infrastrutture nel settore è stato del 2/3 e il decreto Ronchi darà il colpo definitivo» rammenta Corrado Oddi di Cgil, ieri a Belluno per un convegno sul tema. Insieme a lui il costituzionalista Alberto Lucarelli, che ha già figurato come «inadempimento del contratto di servizio» i mancati investimenti del Bim.

(dal gazzettino)
PROTOCOLLO SAPA: SCOMPARSO
Un faccia a faccia per capire come muoversi in vista della trasformazione dell’impianto della Sapa di viale Monte Grappa. Erano stati invitati dal sindaco Gianvittore Vaccari in municipio per stilare una sorta di protocollo d’intenti da confrontare poi direttamente con la multinazionale che gestisce la fonderia cittadina.
Da quel giorno i componenti del comitato di ambientalisti chiamati a Colle delle Capre dal primo cittadino, del documento e di cosa il Comune abbia deciso di fare non ne sanno più nulla. E sono trascorsi più di due mesi.
Le proposte avanzate in municipio non erano poi così "stellari" e, come sottolinea uno dei portavoce del comitato «non particolarmente restrittive tanto da costringere l’Amministrazione ad approfondimenti pesanti».
Gli ambientalisti avevamo partecipato al faccia a faccia in Comune perchè «Restano motivo di preoccupazione, al di là dei numeri e delle assicurazioni ufficiali, la presenza di una sola linea di produzione di grande capacità che funzionerà a ciclo continuo; la provenienza e la qualità del materiale da fondere (in gran parte proveniente da rottami); l’incremento del traffico su strade comunali; il possibile sforamento di emissioni in atmosfera e l’accumulo di inquinanti al suolo causati da eventuali malfunzionamenti dell’impianto».
«Si sottolinea - continuano nel documento - che le prescrizioni illustrate nel seguito in termini generali, che dovrebbero necessariamente essere poste a totale carico della SAPA, derivano da una serie di indicazioni ottenute da esperti del settore e già applicate per situazioni similari».
Tali prescrizioni prevedono le seguenti misure:
1) «Predisposizione di un progetto operativo per l’individuazione del posizionamento ottimale di un sistema di monitoraggio, tenendo conto della morfologia e della situazione meteo – climatica (direzione venti prevalenti, differenziali di temperatura ed umidità, zone di ristagno/ricambio d’aria, etc.) della zona».
2)«Installazione del sistema di monitoraggio costituito da un minimo di 4 stazioncine di rilevamento in continuo delle polveri e dei maggiori inquinanti, in aggiunta al misuratore previsto dall’Azienda in corrispondenza del camino di uscita».
3)«Protocollo sottoscritto tra Comune di Feltre e azienda che preveda la chiusura temporanea dell’impianto e l’adozione di azioni tecniche risolutive da applicare a seguito di tre sforamenti consecutivi rilevati dalle centraline».
4)«Rilevamento dei dati delle 4 stazioni di monitoraggio affidato ad Ente pubblico (Arpav, Ulss, e Comune), oppure a tecnico esterno e pubblicizzazione periodica obbligatoria alla cittadinanza (minimo 2 volte l’anno) dei dati rilevati».
5)«Costituzione di una Commissione mista per i controlli a campione non programmati sul materiale in entrata destinato alla fusione; analisi sul terreno della presenza di inquinanti (a partire dalla situazione attuale)».

Nessun commento: