Siamo venuti casualmente a conoscenza durante i nostri banchetti che la ditta SAPA (ex Alcoa) di Feltre ha in progetto la costruzione di una nuova fonderia nella sua sede di Feltre. Incuriositi ci siamo recati presso l’Ufficio Urbanistica del Comune di Feltre che ci ha consegnato un “malloppo” contenente il progetto e la Valutazione di Impatto Ambientale.
Leggendolo siamo rimasti assolutamente sconcertati sia per la grandezza della fonderia prospettata ma soprattutto dai dati che l’azienda stessa fornisce sulla fonderia attualmente installata.
Dal progetto infatti vengono prospettate varie soluzioni, la prima è di mantenere l’attuale impianto che produce 168 Tonn/giorno di alluminio e 12000 Tonn/anno, lavorando al 30% della capacità. Questa soluzione non è più accettabile poiché viene scritto che non esiste attualmente nessun impianto di filtraggio e trattamento dei fumi e che l’impianto non è a norma (“non in accordo con le valutazioni dell’autorità competenti”).
Infatti ci sono i dati delle attuali emissioni in atmosfera, che sono molto preoccupanti: il particolato (polveri sottili) emesso è di 16.08 μg/m³, molto al di sopra dei limiti europei (1-5 μg/m³) ma entro i limiti autorizzati (autorizzati da chi???, in deroga alla norma?). Viene dichiarato ufficialmente (e sicuramente è per difetto) che vengono scaricati in ambiente 891 grammi all’ora di particolato e 4810 Kg all’anno!!!, creando una zona circostante (dove abitano oltre il 50% della popolazione di Feltre) un inquinamento pari a 1.7 μg/m³, il che significa che da sola la fonderia contribuisce a oltre il 5% delle polveri sottili registrate in questi giorni!)
Senza parlare degli altri inquinanti fuori limiti europei come gli ossidi di azoto (155μg/m³- 100μg/m³) o i cloruri (6.24 μg/m³- 5 μg/m³), inviando ad esempio in atmosfera 14130 Kg di monossido di carbonio o 8893Kg ossidi di azoto all’anno.
Per questo motivo l’azienda ha deciso di intervenire, anche perché con questo impianto non può aumentare la produzione annua, essendo già fuori norma già attualmente al 30% della capacità.
Ci sarebbero altre soluzioni, la prima è di chiudere la fonderia e portare tutta la materia prima dall’esterno, ma non realizzabile sia perché si sposterebbero gli effetti negativi della fonderia in altra sede e ci sarebbe maggior traffico veicolare, ma soprattutto aumenterebbe i costi di produzione “aggravando il bilancio con risvolti critici nel breve periodo e immediata perdita di occupazione”.
L’ultima proposta è quella di installare una nuova fonderia che permetterebbe di aumentare la produzione da 12000 Tonn/anno a 36000 tonn/anno, rifondendo oltre che scarti propri di lavorazione anche “scarti da mercato”, impianto di ultima generazione con sistema di filtraggio che abbatterebbe di molto le emissioni in atmosfera e la produzione di scorie. Ammettono però che utilizzando scarti esterni, oltre ad un aumento del traffico veicolare pesante del 30%, questi potrebbero essere contaminati da olii e vernici e che quindi potrebbero esserci emissioni di ossidi metallici. Questo potrà essere però verificato con un monitoraggio ANNUALE delle emissioni….
C’è infine un aspetto urbanistico da definire, poiché questa fonderia prevede un ampliamento nella parte sud dello stabilimento con la costruzione di una torre alta 27 metri con i camini di emissione, cosa non prevista dall’attuale PAT se non con uno specifico Piano degli Interventi (art. 47 Norme Tecniche PAT). Sempre questo strumento nell’allegato F prevede per area dell’ALCOA (SAPA), il PAT indirizza eventuali trasformazioni confermando l’attività produttiva di eccellenza accompagnato da terziario avanzato o parchi tecnologici, oltre a contenere le altezze dei fabbricati. Una fonderia è una produzione di “eccellenza”?
Non vogliamo assolutamente e soprattutto in un periodo di crisi come questo mettere in discussione importanti investimenti (quasi 9 milioni di €) e la continuità produttiva di un’azienda storica come la SAPA, però pretendiamo come cittadini garanzie sulla salute e chiarezza sia dall’Amministrazione Comunale che dagli enti preposti (ULSS, ARPAV) che in questi anni (gli attuali forni sono dei primi anni 90) hanno permesso che quest’azienda potesse emettere fumi e inquinanti fuori da ogni limite e controllo e che nessuno gli abbia obbligati a installare un minimo sistema di filtraggio, cosa normale in un azienda situata in pieno centro cittadino.
Come potremo fidarci dei controlli annuali del prossimo impianto?
Alla faccia del primato feltrino di tumori e problemi respiratori….
Mauro Vettor Davide De Martini Bonan
Altrementi – Provincia di Belluno
www.altrementi.info
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1 commento:
Sono dato che fanno venire i brividi. Ma come è possibile che tutto cio' sia accaduto nel disinteresse di chi doveva vigilare?
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