..e invece, nonostante più tentativi, le porte vengono gentilmente chiuse in faccia, è ovvio che un’azienda va dove trova terreno più fertile. Una vicenda, quella della Pandolfo, che pare ripetersi in questi mesi con la Forgialluminio che chiede di ampliarsi a Fonzaso. Un percorso, il suo, reso difficoltoso da tanti soggetti che le mettono i bastoni tra le ruote sventolando un po’ ovunque l’allarme inquinamento. Mentre andrebbe detto che nel 2009 una fonderia, per nascere, rispetta mille rigidi parametri di sicurezza ambientale»... (dichiarazione del Segretario FIOM al gazzettino del 3aprile 2009)
Dopo l’attacco del Presidente degli Industriali bellunesi ecco quello del sindacalista della Fiom. Qualcuno, qualche decennio fa, avrebbe detto “tanti nemici tanto onore”, sta di fatto che a noi resta l’amaro in bocca per l’ennesimo attacco molto approssimativo e che apparentemente lancia delle insinuazioni inaccettabili. E’ forse colpa di noi cittadini (che, avendo ancora un po’ di educazione non ci permetteremmo mai di definire delle persone con l epiteto di “soggetti”) che ci permettiamo di porre delle domande, chiedere delle spiegazioni e non avendo riposte adeguate di cercare consulenze e pareri? Nell’attuale situazione se le industrie si trasferiscono, se c’è una crisi probabilmente strutturale, se operai vengono messi in cassa integrazione.. noi speriamo vivamente che nessuno si permetta di fare illazioni e attribuire colpe in modo così sommario e semplicistico (che magari servono solo a celare o non valutare responsabilità più importanti e dirette).
Si ribadisce con forza il diritto di ogni cittadino di sapere, capire, conoscere ciò che andrà a condizionare l’ambiente, la salubrità, il vivere sociale del territorio che lo ospita e dove egli ha investito e costruito. Non possiamo non ricordare che sia come cittadini che come Comitato non abbiamo mai avuto delle “verità dogmatiche” e atteggiamenti integralisti. Abbiamo avuto tantissimi incontri con politici, amministratori, tecnici, esperti, sindacalisti, cittadini con lo scopo di capire, condividere, confrontarci, di far luce sui tanti passaggi poco chiari.. per sapere con esattezza che cosa si andava a fare.
E’ forse una colpa dubitare di certezze (che paiono dogmi) sulla rigidità di “parametri di sicurezza ambientale”, su procedure e metodologie che abbiamo visto smentite dai fatti in altri ambiti e situazioni? E’ una colpa chiedere pareri e consulenze a tecnici di levatura nazionale quali il dott. Caldiroli, il dott. Ruzzenenti ,la dott.ssa Gentilini, il dott. Montanari e far visita a altri cittadini che sono costretti a vivere a stretto contatto con una fonderia?
Per fortuna tanta amarezza nata dalla colpa di essersi “interessati del proprio presente e domani” vincendo l’inerzia l’intontimento televisivo, dall’aver osato mettere in discussione il “pensiero unico” del “freghiamocene dell’ambiente, delle risorse del pianeta, dei diritti pur di produrre profitto e magari qualche posto di lavoro (magari precario) è stemperato dal constatare che non siamo soli. Che anche all’interno del sindacato c’è chi propone una profonda analisi di un sistema manifatturiero che in provincia di Belluno pesa per il 40% contro il 20% del resto del Veneto e il 17% dell’Italia Ormai si parla sempre più (a livello locale ma anche globale) di tutela del paesaggio, di economia verde, di sostenibilità, e ciò che noi auspichiamo è che invece di editti, di dita puntate, di accuse e insinuazioni prenda sempre più piede il desiderio di confronto, di dialogo di progettazione condivisa, che i cittadini siano sempre più coinvolti in decisioni che toccano il territorio che li ospita e non, come troppo spesso capita, siano tenuti ai margini e all’oscuro di tutto e magari subiscano passivamente situazioni di cui non hanno conoscenza e coscienza.
Se il desiderio di partecipazione, di conoscenza e di confronto è una colpa.. beh siamo orgogliosi di essere, per l’ennesima volta colpevoli.
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7 commenti:
Anche il mio sindacalista la pensa così?
Capisco l'occupazione prima di tutto, ma non a costo di tutto.
Si vede che la salute non è più importante del posto.
Qua si rischia che se le cose peggiorano poi ne approfittano per insediare ogni schifezza possibile e poi ti dicono:vuoi lavorare così sennò a casa.
E' sconcertante come gli eventi di questi ultimi mesi non abbiano insegnato nulla. C'è gente che ha un cosidetto "modello di sviluppo" (che ha dimostrato il suo fallimento) in testa e accada quel che accada non riescono ad andare oltre.
Siamo messi bene
e poi i sindacati si lamentano perchè perdono il consenso......una strano politica la loro...perdere 15 posti di lavoro di una grande fabbrica che sfrutta un territorio enorme e inquina, è una cosa grave, ma se viene licenziato un operaio in 15 fabbrichette senza nome, nn gliene frega proprio nulla anche se i numeri sono gli stessi.....
Carissimi,
ho visto la vostra corrispondenza a distanza con il sindacalista fiom. Le parole di questo sono tipiche di chi vuol difendere posti di lavoro sapendo quanto colpisce la crisi occupazionale. E' il classico conflitto tra lavoro e ambiente. Ci sono delle riflessioni che su questo punto ho da anni.
Il conflitto tra ambiente e lavoro è falso. Il vero conflitto è tra capitale e lavoro e tra capitale e ambiente. Così come il conflitto tra lavoratori italiani e lavoratori stranieri è fuorviante; anche qui il conflitto è tra capitale e lavoro (indigeno o immigrato che sia). E' cosa comodissima, per chi detiene potere economico e politico, distogliere le tensioni verso falsi obiettivi. Mi pare che il caso vostro sia esemplare. Spostare a livello orizzontale il conflitto fa perdere la percezione delle possibili soluzioni: accettare la logica dei proprietari della fonderia, assunta anche dal sindacalista, significa dover accettare che deve esserci una vittima: o i lavoratori o gli abitanti. Il ruolo del proprietario dell'impresa non viene messo in discussione: lui ha il diritto di fare quel che vuole.
A questo punto credo dobbiamo renderci conto che chi difende il proprio lavoro come mezzo di sussistenza e il territorio come luogo di sopravvivenza ha un unico nemico; che il conflitto va diretto verso il sistema produttivo, economico e di potere che opprime e sfrutta. Tra l'altro, di fronte alla crisi economica (non solo finanziaria) che ci sta per divorare, ci dobbiamo rendere conto che il sistema in cui viviamo non è in grado di garantire vita decorosa e sana: è capace solo di produrre ricchezza fittizia in maniera estremamente ineguale e con grande violenza.
Come abitanti di questo pianeta dobbiamo cominciare ad elaborare e immaginare strumenti nuovi di vita: dobbiamo cominciare a dire che il lavoro deve essere teso a dare servizi e strumenti per vivere, che il profitto non deve essere il fine primo dell'esistenza, che l'"impresa", l'"azienda" non può e non deve essere il modello cui ispirare tutto il reale. La vita è un bene in sé, è l'unica cosa che abbiamo, non possiamo sacrificarla alla produzione iniqua della ricchezza. Il lavoro deve essere strumento di godimento di vita, non altro.
Non pretendo di avere la soluzione alla contraddizione che ci attanaglia tutti, ma dico che se non elaboriamo una critica radicale del mondo in cui viviamo, se non cominciamo ad elaborare modi e valori diversi per vivere saremo solo e sempre a decidere chi deve soccombere davanti al Moloch del profitto. A Fonzago cittadini e lavoratori dovrebbero essere assieme, nelle istituzioni locali, a decidere quali produzioni siano migliori per il luogo e per gli esseri umani che ci vivono.
Insomma dovremmo proporci una rivoluzione copernicana della società...
Vaneggio? Sogno? Può darsi, ma noi non vogliamo più vivere nell'incubo.
Il Patto potrebbe essere luogo di elaborazione sociale e ambientale assieme?
Un saluto da Firenze dove ieri c'è stata una bella manifestazione contro il "piano strutturale"... Vi immaginate più di mille persone che protestano contro uno strumento urbanistico di cui ignoravano perfino l'esistenza fino a pochi mesi fa? I miracoli accadono.
Tiziano Cardosi
Ho letto le affermazioni del sindacalista e vorrei invitarlo a leggere o rileggere attentamente lo statuto della CGIL.
Bravi, non mollate mai e andate avanti con la controinformazione.
Purtroppo ci sono sin troppi personaggi a servizio delle lobby che dicono addirittura (mentendo) di fare gli interessi della gente e dei lavoratori.
Questi vanno stanati.
Ciao
Andrea Zanoni
Paese
ottima assolutamente e totalmente sottoscrivibile la disamina di Tiziano Cardosi. a tal fine, nel mio piccolo ho provato ad interessare dall'interno una delle categotrie della CGIL,la FLC(federazione lavoratori della conoscenza).Riconosco che non sia facile perorare una rivoluzione copernicana del modello di sviluppo,(anche nel fantomatico meraviglioso trentino)ma posso testimoniare che qualche crepa e qualche dubbio investigativo sia presente se nell' edizione del giornale"Attività sindacale" della CGIL di Trento(reperibile anche on line sul sito CGIL Trentino)un sindacalista di vecchia data recensisce il "Breve trattato sulla decrescita serena"di Latouche e "Moderato sarà lei" di Bascetta e d'Eramo.So che può sembrare poco ma perchè non sperare.
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