martedì 22 dicembre 2009

CONVOGLIO LUMACA PER LA SALUTE della VALSUGANA

L'APPELLO E' STATO LANCIATO DAL COMITATO "BARBIERI SLEALI" ..
DOMANI MATTINA - MERCOLEDì 23 DICEMBRE - CI SI TROVA ALLE ORE 6.45 IN ZONA INDUSTRIALE A BORGO VALSUGANA PER POI DARE IL VIA (ALLE ORE 7.00)A UN "CONVOGLIO LUMACA"
.. "E' IN BALLO LA SALUTE DEI CITTADINI DELLA VALSUGANA E IL FUTURO DELLA VALLE STESSA.. E' IMPORTANTE ESSERCI !!!!!!!!!"


L'INIZIATIVA DA SEGUITO A QUANTO DICHIARATO QUALCHE GIORNO FA DAL COMITATO STESSO..
"Se martedì non sarà emessa l'ordinanza di chiusura definitiva delle acciaierie incominceremo a manifestare ad oltranza». Laura Zanetti, portavoce dei Barbieri Sleali della Valsugana, commenta cosi la sentenza del tribunale del riesame di Trento che ha rigettato la richiesta di dissequestro delle acciaierie e che martedì, in una nuova udienza richiesta dalla Procura, si pronuncerà sul sequestro totale dell'impianto. Ieri mattina erano una trentina, Barbieri Sleali e altri comitati ambientalisti della Valsugana, riuniti in presidio a Trento davanti al tribunale in attesa del pronunciamento del giudice. «Chiediamo la chiusura delle fonderie - ha ribadito con forza Laura Zanetti - la loro riconversione e uno studio sulle patologie oncologiche e sui danni provocati alla salute e all'ambiente dalle emissioni degli inquinanti che a nostro parere sono ben oltre i limiti di legge». La prima azione di protesta è prevista per mercoledì prossimo: un convoglio lumaca partirà alle sette del mattino da Borgo, sulla strada che costeggia le acciaierie, fino a Levico. «Sarà cosi tutti i giorni fino a quando non riusciremo ad avere ragione su una questione importante come la salute degli abitanti di un'intera valle. Si sente piagnucolare sui posti di lavoro degli operai, ma la Provincia di Trento e il signor Leali hanno i mezzi a disposizione per mantenere i lavoratori con un vitalizio e un soggiorno in una casa salute», affermano i manifestanti anti acciaieria. Una vicenda, quella della fabbrica di Borgo Valsugana, che non ha mai varcato i confini del Trentino. E, infatti, il comitato ha in programma un'azione mediatica a livello nazionale. «L'obiettivo è quello di rendere nota a tutti - continua Laura Zanetti - con l'acquisto di una pagina su un importante quotidiano nazionale la storia di una Trentino che nessuno conosce sarà la nostra prossima mossa a prescindere dalla sentenza del tribunale». Ovviamente questo sarebbe tutt'altro che una buona pubblicità turistica."

di seguito una riflessione di Luigi Casanova (CIPRA)
Acciaierie di Borgo: è necessario l’intervento di un sindacato credibile.
di Luigi Casanova

Siamo arrivati dove non si doveva arrivare. Allo scontro fra le vittime di un sistema, gli operai contrapposti agli ambientalisti, ai comitati che lavorano per tutelare la salute pubblica.
Nel caso delle acciaierie di Borgo è evidente come mille responsabilità ricadano sulla Provincia di Trento e sui suoi servizi, sulla precedente sindaco di Borgo Valsugana. Erano anni che i comitati, le associazioni denunciavano quanto avveniva attorno alle acciaierie: non si trattava solo di rilascio di fumi inquinanti, si parlava di uso improprio di discariche, di bonifiche agrarie. E si parlava, sempre, del traffico che percorreva e percorre la valle, del dovere di limitarlo. Le risposte degli enti, quando arrivavano, sono sempre state vaghe ed evasive. Così si è continuato, per anni.
Ma grandi responsabilità, culturali e sociali ricadono anche sul sindacato. In troppi casi le organizzazioni sindacali hanno eluso i problemi ambientali, hanno isolato al loro interno le poche voci che ponevano temi strategici: la difesa della salute dei cittadini e dei lavoratori, la mobilità, l’uso improprio delle acque e del territorio.
Era ed è compito del sindacato ora ricucire la grave frattura che divide gli operai delle acciaierie dal comune sentire delle popolazioni della Valsugana. E’ compito del sindacato portare le istituzioni e l’imprenditoria al dovere della verità, alla ricerca di un progetto socialmente condiviso che liberi la Valsugana dalla presenza di questo corpo estraneo individuando nuove opportunità occupazionali, garantendo che nessun lavoratore rimanga nemmeno sottoccupato e specialmente costruire un progetto che impedisca, per sempre, l’arrivo in Provincia di aziende che non offrono garanzie certe sul tema della salute pubblica.
Proprio oggi leggiamo sul Sole 24 Ore come la Provincia di Trento si situi al 98° posto della graduatoria nazionale per i decessi da tumori. Ci troviamo agli ultimi posti, in compagnia delle aree urbane più degradate d’Italia, Milano, Brescia, Venezia. Quante volte si è chiesto che l’Azienda sanitaria fornisca dati disaggregati per area omogenea sui tumori in Provincia, o sulle patologie tiroidee? Decine, mai avuta risposta. Certo, la pesantezza della situazione trentina non è imputabile solo a determinate aziende, non possiamo dimenticare la presenza della monocultura delle mele come non possiamo dimenticare i danni causati dal traffico nell’asse dell’Adige, in Valsugana, nelle località turistiche.
Siamo in presenza di situazioni complesse, che non possono essere risolte con interventi tampone e nemmeno dalla magistratura. E’ necessario che le istituzioni preposte al governo del territorio e della qualità dello sviluppo, dalla Provincia all’APPA, dalla Azienda Sanitaria alle organizzazioni sindacali ritrovino percorsi di fiducia nei cittadini. Questa ricomposizione è possibile solo attraverso il confronto aperto basato sulla verità dei dati. E’ possibile solo quando si sarà capaci di smettere di offendere il volontariato impegnato nella tutela della salute e il volontariato ambientalista. E’ possibile solo ricucendo un rapporto fra lavoratori, società civile e ambientalisti. I gruppi dirigenti della Provincia, del sindacato devono cambiare strada: con umiltà riprendere i percorsi del dialogo e della proposta, devono ritrovarsi per costruire coesione sociale e specialmente sviluppo di qualità. Anche in Valsugana.

1 commento:

Anonimo ha detto...

mi rammarica molto che si usi la questione occupazionale per non intervenire a tutela della salute e dell'ambiente Chi si composta così si assume una bella responsabilità verso le generazioni future (sindacalisti compresi)
Roberta