lunedì 31 dicembre 2012

LA SALUTE INNANZITUTTO....

IN QUESTO 2012 SONO STATI MOLTI GLI EPISODI CHE HANNO "CONTRAPPOSTO" DIRITTO AL LAVORO (definizione molto opinabile se riferita a taluni luoghi di lavoro e situazioni lavorative) E DIRITTO ALLA SALUTE..

EMBLEMATICI LA CONDANNA DEI DIRIGENTI DELLA ETERNIT .. (a parziale "risarcimento" delle centinaia di vittime dell'amianto) ..MA ANCHE I MOLTI "CASI" E SITUAZIONI CHE, IN VARIE ZONE D'ITALIA CI HANNO FATTO CAPIRE CHE I CITTADINI (nonostante la crisi) NON SONO PIU' DISPOSTI A SUBIRE PASSIVAMENTE O A DELEGARE UN POTERE POLITICO SEMPRE MENO CAPACE DI TUTELARE GLI INTERESSI E I BENI COMUNI..

PER CONCLUDERE SIMBOLICAMENTE QUESTO 2012 POSTIAMO SU QUESTO BLOG UNA LETTERA DI UNA MAMMA CHE DOVREBBE FAR RIFLETTERE NON POCO..E DARE SPERANZA.. FIN CHE C'È GENTE COSÌ IL MONDO NON SARÀ SOLO IN BALIA DI AFFARISTI E SPECULATORI.. DI DEVASTATORI E TRAMACCIAONI.. (che evocano sempre il "progresso" per giustificare mere speculazioni)


'Venga a visitare i nostri bambini devastati dal cancro, li guardi negli occhi e sostenga il loro sguardo, se ci riesce, gli spieghi perché lo Stato ha preferito darli in pasto a quel mostro che ha distrutto il nostro mare, violentato la nostra terra, insozzato il nostro cielo''. A scriverlo è Tonia Marsella, cittadina tarantina, in una lettera indirizzata al presidente della Repubblica, dopo la firma – e la riscrittura - da parte di Napolitano del decreto del governo sulla vicenda dell'Ilva.

"Avevo davvero riposto in lei la mia fiducia, credevo che fosse una persona per bene, che difendesse la nostra Costituzione. Credevo che quei valori, di cui tanto parla, fossero davvero radicati in lei e fossero il punto di riferimento per ogni sua azione, per ogni sua decisione. Credevo che avrebbe scelto la vita e non la morte.. E invece ha firmato la nostra condanna" scrive la donna nella missiva resa nota dal comitato ambientalista "Donne per Taranto".
"La condanna di una città sacrificata da anni in nome del profitto più squallido e criminale, abbandonata nelle mani di una famiglia di imprenditori senza scrupoli, plurindagati e pluricondannati e tutt'oggi agli arresti domiciliari o addirittura latitanti - scrive Marsella -. Come credere ancora nello Stato Italiano? Come credere nella politica e in chi dovrebbe difendere e promuovere il bene comune..e invece ci ha rubato anche il diritto alla vita? A Taranto c'e' un'ordinanza del sindaco che vieta il pascolo entro un raggio di non meno di 20 km attorno all'area industriale...ma in quei 20 km noi ci viviamo. Vivono i nostri bambini. Le pecore e le capre sono state uccise...ora lo Stato uccide anche noi...per decreto. Ho bisogno di sapere da lei, signor presidente, cos'hanno di diverso i bambini di Genova rispetto ai nostri".
"Perché lì l'area a caldo é stata chiusa in quanto incompatibile con la città, e la produzione spostata a Taranto? Chi ha compiuto il "miracolo" rendendola "compatibile"? Venga qui venga a visitare i nostri bambini devastati dal cancro (e non solo), li guardi negli occhi e sostenga il loro sguardo, se ci riesce, gli spieghi perché lo Stato ha preferito darli in pasto al Mostro, quel mostro che ha distrutto il nostro mare, violentato la nostra terra, insozzato il nostro cielo. Dica alle loro mamme - conclude la lettera - che la malattia e la morte del figlio é necessaria altrimenti cala il Pil

UNA BELLA VITTORIA DEL COMITATO DI FORTOGNA

APPRENDIAMO CON SODDISFAZIONE DELLA CONDANNA DELLA METALBA (LA FONDERIA DI FORTOGNA) ..
CIO' CONFERMA.. SE CE NE FOSSE BISOGNO.. CHE LA DETERMINAZIONE DEI CITTADINI.. IL LORO IMPEGNO PUO' OSTACOLARE O IMPEDIRE IL PERPETRARSI DI DEVASTAZIONI E ILLECITI

UN GRAZIE IMMENSO ALLA GRANDE CARLA FELTRIN E AL COMITATO DI FORTOGNA

(di seguito l'articolo comparso sul corriere dell alpi)

LONGARONE. Condannato a due mesi di arresto convertiti in un’ammenda da 2.280 euro per aver emesso elementi inquinanti nell'atmosfera oltre i limiti di legge. Assolto perché il fatto non sussiste per aver avviato l'attività del secondo forno, quello più grande da 30 tonnellate, senza l'autorizzazione specifica della Provincia. È la sentenza emessa dal giudice Elisabetta Scolozzi nei confronti del direttore dello stabilimento longaronese della Metalba Fabrizio De Battista, 43 anni di Farra d'Alpago (difeso dall'avvocato Nicola Bardino del foro di Venezia). Una sentenza molto attesa sia tra i dipendenti dello stabilimento, che tra i cittadini di Fortogna che da anni segnalano il problema delle emissioni in atmosfera delle polveri inquinanti.
Il processo, com’è noto, ruotava attorno a due questioni: se sia stata una modifica sostanziale l'attivazione, nel novembre 2007, del nuovo forno da 30 tonnellate di fusione di alluminio alla Metalba e se siano state commesse delle omissioni nell'effettuazione delle misure periodiche sui micro-inquinanti emessi in atmosfera.
Quella di ieri doveva essere un’udienza dedicata alle repliche in quanto la discussione s’era già tenuta due settimane prima. Ma le repliche si sono trasformate in una sorta di mini-discussione con pubblico ministero Sandra Rossi che ha affondato il colpo nei confronti dei tecnici dell’Arpav, testimoni al processo, per le loro deposizioni “contraddittorie ed approssimative”.
Dopo la lettura della sentenza, largo alle reazioni. Carla Feltrin, una componente del Comitato di Fortogna per la salvaguardia della salute e dell'ambiente, costituito parte civile nel processo con l’avvocato Gino Sperandio, si è dichiarata soddisfatta. «La sentenza - spiega - è il segnale che ci aspettavamo. Il risarcimento che non ci è stato riconosciuto? Noi siamo qui perché siamo preoccupati per la nostra salute, non per ottenere soldi. Questa sentenza è anche un segnale alle aziende in generale perché rispettino la legge ed i cittadini».
Il suo legale, l’avvocato Sperandio, incalza: «Leggeremo le motivazioni della sentenza e poi trarremo le conseguenze. A nostro avviso c’erano gli estremi per la condanna anche per l’altro capo d’accusa, perché l’introduzione del nuovo forno è una modifica sostanziale».
Anche il legale di De Battista, l’avvocato Bardino, attende di leggere le motivazioni prima di entrare nel merito: «Siamo soddisfatti - spiega - perché è stato riconosciuto che l’introduzione del nuovo forno non fu una modifica sostanziale. Per quanto riguarda il presunto inquinamento, va detto che l’azienda negli ultimi anni (non oggetto del capo d’accusa) ha introdotto nuovi ed efficaci dispositivi per abbattere le polveri. Siamo soddisfatti anche perché è stata respinta la richiesta risarcitoria della parte civile».