mercoledì 21 dicembre 2011

L'immagine è la solita..e vede un uomo seduto alle pendici di uno dei monti che cinge la Vallata Feltrina. Osserva preoccupato quella coltre di “panna” che quasi tutte le mattine di autunno e inverno copre il fondovalle. La famigerata “cappa” che, a causa dell’inversione termica, trattiene al suolo polveri e inquinanti..
“lì sotto si respira veleno..” direbbe qualcuno

E la realtà non è molto diversa da questa immagine che citiamo spesso.. “li sotto si respira veleno”..

Siamo molto preoccupati da questa situazione, soprattutto in un anno che ha visto poca pioggia e poco vento.. uniche salvezze per i nostri polmoni

Siamo preoccupati non solo dai continui sforamenti (ben oltre i limiti di legge consentiti) delle famigerate pm 10 e del benzo(a)pirene, del paventato rischio di chiusura della sede Arpav di Feltre (occhio non vede..rileva… cuore non duole??) ma anche della totale apatia degli amministratori verso questo grande rischio che sta correndo la popolazione feltrina.

Ci sono vagonate di documenti, ricerche, analisi che ci informano della pericolosità dell’esposizione alle polveri sottili e sottilissime, soprattutto per i bambini.
Documenti dell’ Organizzazione mondiale della sanità (ma anche altri, più mirati, di istituti di ricerca nazionali) hanno evidenziato che PM10 e altre molecole derivanti dalla combustione sono i maggiori responsabili dell’incremento progressivo di tumori infantili (in Italia il tasso europeo più alto: 175 casi all’ anno per milione di abitanti). Come ha ricordato pochi giorni fa il presidente della Commissione ambiente dell’ ordine nazionale dei biologi, “nel bambino sono immaturi, e quindi inefficienti, i meccanismi di disintossicazione e la barriera tra sangue e cervello. I suoi tessuti, in rapida crescita, sono più esposti a danni del Dna che portano a malformazioni e tumori. Il suo carico di inquinanti, però, è pari a quello dell’ adulto”.

Ma di documenti potremmo citarne a bizzeffe, ormai è acclarato il legame “inquinamento e tumori”, soprattutto per quelle patologia (diffusissime nella nostra provincia) che colpiscono polmoni e prime vie respiratorie.

Dinnanzi a tutto ciò troviamo sconcertante che alcuni Sindaci ed Amministratori (che ricordiamo sono i massimi responsabili della salute di noi cittadini) non solo non propongano o fanno nulla dinnanzi a una situazione tanto drammatica, ma addirittura auspicano, sperano che vi sia l’ampliamento o l’insediamento di qualche nuova fonderia, di un’industria pesante o magari di un inceneritore..

Purtroppo in un periodo in cui si vogliono semplificare iter autorizzativi, si smantellano enti di controllo, si riducono le verifiche, in cui manca la funzione di coordinamento e organizzazione della Provincia, la nostra salute.. il nostro territorio è in mano ai Sindaci.. Certo se guardiamo a come è stata gestita e condotta dai nostri Sindaci la questione BIM GSP..o i vari iter autorizzativi per centrali e centraline idroelettriche c’è poco da stare allegri. (Ci sono delle straordinarie eccellenze anche tra i nostri amministratori, ma son delle “mosche bianche”)

Purtroppo, troppo spesso, i nostri Sindaci tendono a voler fare cassa, non valutando appieno l’impatto che questo o quel progetto avrà sulla salute dei cittadini, su territorio e sul paesaggio. Si sbandierano ipotetici posti di lavoro (non valutando tra l’altro che lavoro e per quanto ci sarà quell’ipotetico lavoro)
Dinnanzi ad atteggiamenti di questo tipo, a una sempre minor trasparenza e partecipazione nelle decisioni (decidono in pochi chiusi in una stanza), a un atteggiamento di chiusura al confronto e alla condivisione l’unica vera soluzione forse rimane l’agire da parte dei cittadini

Noi, nel nostro piccolo abbiamo cercato di costruire questa rete dal basso, legandola non solo al nostro territorio e ai nostri concittadini ma anche, interagendo con altri gruppi di cittadini in Valsugana, nel trevigiano, nel vicentino. Una rete indispensabile per condividere conoscenze, esperienze, pratiche, progettualità
Grazie a questa rete siamo riusciti a informare, sensibilizzare, a realizzare analisi, ad avere consulenze e perizie che abbiamo messo a disposizione di tutti nella massima trasparenza.
A tutt’oggi siamo in contatto con un buon numero di tecnici, laboratori ed esperti che ci supportano nel nostro agire. Indispensabile il loro aiuto per la costruzione di un analisi completa del territorio per avere il cosiddetto “fondo”. Un quadro completo della situazione attuale (pre-insediamento industriale) utile per valutare poi il vero e reale impatto che una fonderia, un’ industria pesante avrà sul nostro territorio (e poter agire di conseguenza)

A questa azione di “tutela” abbiamo affiancato anche una serie di iniziative molto propositive e costruttive che hanno dimostrato che ci sono altre strade possibili, alternative alle industrie impattanti. A costo zero per la comunità abbiamo proposto e costruito momenti e progetti legati all’agricoltura sostenibile. E’ grazie anche a noi se oggi il “fagiolo bonel di Fonzaso” è un prodotto agroalimentare tradizionale riconosciuto dalla Regione Veneto (nonostante il disinteresse dell’Amministrazione Comunale di Fonzaso), se decine di famiglie bellunesi hanno potuto aderire al Gruppo di Acquisto Solidale Fotovoltaico e installare impianti di qualità a costi più bassi, se il nostro territorio è stato inserito in vari itinerari di turismo sostenibile, se sta suscitando sempre più interesse il visitare la nostra Terra, acquistando o assaporando prodotti tipici e biologici.. ecc..ecc… (ma potremmo anche parlare di Albergo Diffuso, di G.A.S., di bioedilizia, di mobilità alternativa, di ciclo dei rifiuti, di socialità, di gestione dell’acqua e dei fiumi, di partecipazione, di artigianato…)

Tutto ciò è utile, importante anche per stimolare la partecipazione e la presa di consapevolezza nostra e di chi abita questo territorio, ma è comunque indispensabile che vi sia un atteggiamento diverso, meno chiuso, più aperto e meno finalizzato all’immediato da parte dei Sindaci. Devono essere consapevoli che le loro scelte hanno e avranno delle ricadute molto importanti sul territorio.
Svenderlo per il profitto di pochi, deturparlo per sempre, mettere a repentaglio la salute di noi tutti è una grave responsabilità che loro si assumono con scelte che possono risultare avventate.

Noi comunque ci saremo.. mai rassegnati a dover subire scelte calate dall’alto o cedere al ricatto occupazionale, convinti che la tutela della salute, del territorio e del paesaggio sono fondamentali e prioritari.. che ci sono e si possono costruire (e lo abbiamo dimostrato) valide e concrete alternative.. specialmente in momenti di difficoltà come stiamo, purtroppo, attualmente vivendo.

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