mercoledì 17 agosto 2011

SCIOVIE SUL MONTE AVENA.. UN DIBATTITO ACCESO..

IN QUESTI SI E' RACCESO IL DIBATTITO SULLA CONTROVERSA QUESTIONE DEGLI IMPIANTI DI RISALITA SUL MONTE AVENA. A RI-SOLLVERARE LA QUESTIONE UN GRUPPO DI CITTADINI CHE HA LNCIATO IL GRIDO D'ALLARME
"LA SCIOVIA DETURPA IL MONTE AVENA"
.. di seguito l'articolo pubblicato dal Corriere delle Alpi (per leggerlo cliccare qui)

"«Un profondo senso di tristezza mescolato a rabbia». Quel cantiere aperto sulla cima del Monte Avena per consentire la realizzazione della nuova sciovia Campon 3 che dovrà collegare gli impianti sciistici delle Buse con quelli del Pian de Lach è un colpo al cuore per gli amanti della montagna. A prendere carta e penna per manifestare il proprio sdegno sono due profondi appassionati e conoscitori della montagna locale, i fonzasini Alessandro Rubetti e Sonia Corso. Pochi giorni fa hanno fatto un'escursione da Casere dei Boschi fino a Malga Campon. E si sono imbattuti nel cantiere. «Ci sono gigantesche busche», scrivono nella loro lettera, «poste una in fila all'altra, scavate nel terreno adiacente alla malga per predisporre le fondamenta dei piloni della nuova sciovia, enormi accumuli di roccia e terra sprsi un po' dappertutto, colline spianate per dare la giusta pendenza alle future piste, interi pascoli arati e livellati (ma non per scopi agricoli) per consentire agli sciatori una discesa priva di insidie. E ancora ruspe e altri macchinari disseminati qua e là per completare questo quadro di desolazione. Un vero disastro per l'ambiente e per il nostro Monte Avena, la montagna dei feltrini e tutti quelli che la amano». Se l'impatto del nuovo impianto ha procurato a marito e moglie «un profondo senso di tristezza pensando che resteranno dei bei piloni e cavi d'acciaio a far bella mostra di sé», la lettera poi sposta la sua attenzione sul valore del progetto: «Era proprio necessario imbarcarsi in un'opera del genere quando sappiamo che anche nel pieno della stagione invernale si sposteranno da una pista all'altra (dalle Buse a Pian de Lach) non più di 30, 40 persone al giorno. Non dimentichiamo poi che l'impianto di Pian de Lach, la cui partenza è situata a poco più di 900 metri, per scarsità di neve rimane aperto non più di venti giorni all'anno. Visti i cambiamenti climatici degli ultimi decenni altri paesi alpini non intervengono al di sotto dei 1.800 metri di altitudine. Noi qui invece non ci diamo per vinti e investiamo su un impianto nato solo pochi anni fa ma di fatto mai funzionante a causa della sua collocazione. Il progetto di collegamento ci sembra quindi azzardato tenuto conto poi che si tratta di un'area posta nelle immediate vicinanze di un parco nazionale ed è una Zps». Rubetti e Corso poi guardano all'aspetto meramente economico: «L'operazione costa più di un milione di euro perché oltre al collegamento delle due aree sciistiche prevede anche un sistema di innevamento artificiale per sopperire all'ormai cronica carenza di precipitazioni. L'acqua sarà trasportata in quota dal torrente Ausor superando un dislivello di settecento metri. Non oso immaginare quanto può venirci a costare la produzione di un metro cubo di neve. In un momento in cui i comuni non hanno neanche i soldi per asfaltare le strade e garantire i servizi essenziali era meglio lasciare questo denaro per altri capitoli di spesa, per interventi più importanti e i maggiore interesse per la collettività. Poi l'ultima considerazione: «Da ultimo, il trend dei praticanti dello sci alpino è in calo sia per il desiderio di praticare altre discipline come fondo, alpinismo o le ciaspole, sia per gli alti costi dello skipass. Spero che le nostre posizioni vengano condivise da chi ama la montagna come noi perché non è giusto continuare a percorrere una strada che porta alla progressiva distruzione dell'ambiente e allo sperpero di denaro pubblico».

LA RISPOSTA DELLE ISTITUZIONE E' STATA LA SEGUENTE:

Articolo del corriere delle alpi che si puo leggere cliccando qui

.. della serie è tutto in regola.. si creano posti di lavoro (?)..
D'accordo con l assessore provinciale Faoro, il sindaco di Fonzaso furlin, e il presidente di Croce d'Aune Sviluppo, anche il CAI

.. NOI SIAMO SEMPRE CONVINTI CHE CHI FA CERTE SCELTE SE NE DEVE POI ASSUMERE LA RESPONSABILITA'.. E PERTANTO FRA QUALCHE ANNO.. CON I DATI IN MANO SAPREMO SE QUESTO E' STATO UN PROGETTO E UN INVESTIMENTO DI DENARO PUBBLICO PONDERATO E SERIO O SE E' STATO SOLO UNO SPERPERO..E SE COSì FOSSE I NOMI DI CHI LO HA VOLUTO LI SAPPIAMO BENE!!!

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