Ieri sera, martedì 30 settembre 2008 abbiamo fatto visita al comitato “chimica free” di Cesiomaggiore, che da diversi mesi si oppone all’insediamento di un meleto intensivo coltivato con uso di antiparassitari, pesticidi, insetticidi…
Decisamente ottima l’accoglienza e precisa la ricostruzione degli eventi che hanno caratterizzato questi mesi di impegno e di lotta (ricchi di bugie e volta faccia).
Ovviamente noi abbiamo dato la nostra solidarietà e la nostra disponibilità ad aiutarli e sostenerli in questa impegnativa battaglia che, a nostro avviso vede la contrapposizione tra due modi (radicalmente diversi) di fare agricoltura e vivere il territorio.
Ovviamente noi abbiamo dato la nostra solidarietà e la nostra disponibilità ad aiutarli e sostenerli in questa impegnativa battaglia che, a nostro avviso vede la contrapposizione tra due modi (radicalmente diversi) di fare agricoltura e vivere il territorio.
Da un lato il lavoro fatto in questi anni dalle molte aziende biologiche della zona e dalla cooperativa “La Fiorita” che hanno puntato molto sul recupero e valorizzazione dei prodotti tipici e locali.
Dall’altro il modus operandi della nuova società che provenendo da fuori provincia propone un agricoltura intensiva, basata su molti trattamenti chimici e un prodotto standardizzato (bello, lucido, quasi perfetto).
Crediamo inoltre che il problema non sta solo nell’insediamento di “Calliol” (20ettari) né nello spianamento già effettuato di una collina (senza tra l’altro alcuna perizia agrotecnica come previsto dalla normativa) ma in una probabile “invasione” di grossi gruppi che da fuori provincia calano nel nostro territorio e acquisiscono ingenti quantità di terreno. Spetta a noi cittadini dire NO a questo modo di utilizzare (per non dire sfruttare) il territorio e l’ambiente.
Abbiamo ribadito che la questione “meleti intensivi” non riguarda solo il Comune di Cesiomaggiore ma l’intera vallata bellunese, sia perché questi (come altri) inquinanti non si fermano ai confini di un Comune (ma si diffondono ovunque in questa nostra valle chiusa con poco ricircolo dell’aria), ma anche per l’”invasione” e l’accaparramento di terreni che sta riguardando ormai svariati comuni bellunesi.
Anche alla faccia della tanto richiesta autonomia della provincia.
Auspichiamo pertanto che si dia modo di raccogliere firme, per appoggiare le iniziative del comitato, anche fuori Cesiomaggiore e ci siamo resi disponibili a fare questa raccolta (sperando che ci siano molti altri comitati, associazioni, realtà che si uniscono a questa nostra azione).
Tornando verso casa abbiamo notato i cartelli firmati “dolomiti toxic tour” con il ghigno della strega che porgeva una mela e la scritta “vuoi una melinda? NO GRAZIE!”
Per concludere non possiamo citare nuovamente la frase di un componente del comitati della Val di Non (che ha diffuso i dati relativi ad analisi da loro svolte presso abitazioni, parchi ed asili nella loro valle:l’87% dei campioni è risultato contaminato da residui agrofarmaci):
.. “noi siamo molto preoccupati ed abbiamo paura per i nostri figli. TORNARE INDIETRO E' DIFFICILISSIMO, voi siete nella fortunata situazione di essere all'inizio e quindi si possono fermare le cose, vi diamo la nostra disponibilità a scendere ancora e parlare con i nostri nuovi dati se necessario"...
4 commenti:
punto primo: evitare di acquistare e mangiare mele col bollino: compriamo quelle biologiche della valbelluna
punto secondo: siamo all'inizio, le cose possono essere cambiate anche se alcuni amministratori non "ci credono": noi ci crediamo e non smetteremo di chiedere il rispetto sei nostri diritti
Ecco, questa ci manca a Fonzaso Ma non si sa mai se un domani..
Sono molto preoccupato da questa "svendita" del nostro territorio. Non dico che bisogna bloccare ogni iniziativa ma per lo meno pretendere che venga spiegato per bene cosa si vuole fare A Fonzaso come a Cesio
Marco
Sarebbe una buona idea raccogleire firme anche a Fonzaso per questa questione
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