martedì 3 aprile 2007

dal Gazzettino del 30\03\07

Analisi di Alessandro Da Rugna
La Cgil: «Porte aperte alla Forgialluminio»
Pressofusione, come a Pedavena
Feltre

(R.G.) «Benvenga, a Fonzaso, la nuova fabbrica della Forgialluminio. La locale area industriale, alquanto fragile da qualche anno a questa parte, ne guadagnerebbe sia in posti di lavoro che in consistenza delle realtà produttive presenti».

Le affermazioni, relative al progetto di insediamento di un impianto di pressofusione da parte della Forgialluminio già presente a Pedavena, giungono dal segretario provinciale Fiom-Cgil Alessandro Da Rugna.

«L'area industriale di Fonzaso - spiega Da Rugna - ha attraversato negli ultimi anni significativi momenti di difficoltà, con la chiusura di importanti aziende quali, ad esempio, la Valberra (con oltre un centinaio di dipendenti), la Beton Piave (con una quarantina) e la Stireria Elite (con una trentina). A fronte di ciò non si sono registrati nuovi insediamenti capaci di equilibrare questa perdita occupazionale. Il sito, in realtà, ha grosse potenzialità. Ecco che il progetto della Forgialluminio va accolto».

Duplice la ragione che motiva Da Rugna a giustificare queste affermazioni. «Da una parte la convinzione che l'area di Fonzaso può e deve accogliere altre realtà produttive - spiega - e dall'altra il fatto che la Forgialluminio è presente da molti anni sul territorio e per quanto ci riguarda quali sindacati, ognuno nella propria autonomia dei ruoli, con questa azienda vi sono stati sempre rapporti corretti. Si sfati poi l'idea che l'ipotizzata fabbrica possa essere dannosa: non si tratta infatti di una fonderia, che potrebbe effettivamente suscitare qualche perplessità, bensì di una pressofusione di alluminio. Ciò su cui ci si deve impegnare, piuttosto, è l'avere certezze maggiori che gli iniziali 15 posti di lavoro siano destinati, col tempo, ad aumentare».

2 commenti:

Anonimo ha detto...

sacrifici, sacrifici!
oh, passano gli anni ma i sindacalisti...

Anonimo ha detto...

quale sia la visione dei sindacati e dei sindacalisti credo sia ben nota a tutti (basti veder il caso petrolchimico-marghera per fugare ogni dubbio, penso però che da questo articolo emerga un elemento importante..e cioè che non solo dal punti di vista ambientale e di sfruttamento del terrotorio non vi siano certezze e "carte che parlano"..ma che anche per l'ambito occupazionale sia lo stesso.. e la cosa non puo' che far pensare. Infatti il Comune da la terra.. da carta bianca alla dita e in cambio ottine solo..parole..parole..parole..