lunedì 31 dicembre 2012

UNA BELLA VITTORIA DEL COMITATO DI FORTOGNA

APPRENDIAMO CON SODDISFAZIONE DELLA CONDANNA DELLA METALBA (LA FONDERIA DI FORTOGNA) ..
CIO' CONFERMA.. SE CE NE FOSSE BISOGNO.. CHE LA DETERMINAZIONE DEI CITTADINI.. IL LORO IMPEGNO PUO' OSTACOLARE O IMPEDIRE IL PERPETRARSI DI DEVASTAZIONI E ILLECITI

UN GRAZIE IMMENSO ALLA GRANDE CARLA FELTRIN E AL COMITATO DI FORTOGNA

(di seguito l'articolo comparso sul corriere dell alpi)

LONGARONE. Condannato a due mesi di arresto convertiti in un’ammenda da 2.280 euro per aver emesso elementi inquinanti nell'atmosfera oltre i limiti di legge. Assolto perché il fatto non sussiste per aver avviato l'attività del secondo forno, quello più grande da 30 tonnellate, senza l'autorizzazione specifica della Provincia. È la sentenza emessa dal giudice Elisabetta Scolozzi nei confronti del direttore dello stabilimento longaronese della Metalba Fabrizio De Battista, 43 anni di Farra d'Alpago (difeso dall'avvocato Nicola Bardino del foro di Venezia). Una sentenza molto attesa sia tra i dipendenti dello stabilimento, che tra i cittadini di Fortogna che da anni segnalano il problema delle emissioni in atmosfera delle polveri inquinanti.
Il processo, com’è noto, ruotava attorno a due questioni: se sia stata una modifica sostanziale l'attivazione, nel novembre 2007, del nuovo forno da 30 tonnellate di fusione di alluminio alla Metalba e se siano state commesse delle omissioni nell'effettuazione delle misure periodiche sui micro-inquinanti emessi in atmosfera.
Quella di ieri doveva essere un’udienza dedicata alle repliche in quanto la discussione s’era già tenuta due settimane prima. Ma le repliche si sono trasformate in una sorta di mini-discussione con pubblico ministero Sandra Rossi che ha affondato il colpo nei confronti dei tecnici dell’Arpav, testimoni al processo, per le loro deposizioni “contraddittorie ed approssimative”.
Dopo la lettura della sentenza, largo alle reazioni. Carla Feltrin, una componente del Comitato di Fortogna per la salvaguardia della salute e dell'ambiente, costituito parte civile nel processo con l’avvocato Gino Sperandio, si è dichiarata soddisfatta. «La sentenza - spiega - è il segnale che ci aspettavamo. Il risarcimento che non ci è stato riconosciuto? Noi siamo qui perché siamo preoccupati per la nostra salute, non per ottenere soldi. Questa sentenza è anche un segnale alle aziende in generale perché rispettino la legge ed i cittadini».
Il suo legale, l’avvocato Sperandio, incalza: «Leggeremo le motivazioni della sentenza e poi trarremo le conseguenze. A nostro avviso c’erano gli estremi per la condanna anche per l’altro capo d’accusa, perché l’introduzione del nuovo forno è una modifica sostanziale».
Anche il legale di De Battista, l’avvocato Bardino, attende di leggere le motivazioni prima di entrare nel merito: «Siamo soddisfatti - spiega - perché è stato riconosciuto che l’introduzione del nuovo forno non fu una modifica sostanziale. Per quanto riguarda il presunto inquinamento, va detto che l’azienda negli ultimi anni (non oggetto del capo d’accusa) ha introdotto nuovi ed efficaci dispositivi per abbattere le polveri. Siamo soddisfatti anche perché è stata respinta la richiesta risarcitoria della parte civile».

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