mercoledì 28 ottobre 2009

LETTERA AI SINDACI RELATIVA AL RISCHIO "PRIVATIZZAZIONE DELL'ACQUA"


RIPORTIAMO DI SEGUITO LA LETTERA CHE E' STATA INVIATA A TUTTI I SINDACI BELLUNESI DAL "COMITATO ACQUA BENE COMUNE" Un' ulteriore iniziativa questa in alleanza e a difesa delle prerogative degli enti e delle comunità locali, per rivendicare il controllo e la gestione esclusivamente pubblica, solidale e partecipata del servizio idrico inteso, per il bene/diritto di cui tratta, servizio di interesse generale e non di rilevanza economica assoggettabile alle dinamiche del mercato.
COME COMITATO CI FAREMO CARICO DI DIFFONDERE QUESTA INIZIATIVA E DI INFORMARE I CITTADINI DEL GRAVE EPRICOLO CHE INCOMBE SU DI NOI...

Cortese Sindaco,
come Lei sa il 9 di settembre 2009 è stato approvato un Dl del Governo sugli obblighi comunitari dove , art 15 ( “ Adeguamento alla disciplina comunitaria in materia di servizi pubblici locali di rilevanza economica”allegato) si definiscono, tra l’altro percorsi e scadenze vincolanti per la sostanziale privatizzazione/liberalizzazione anche del servizio idrico integrato, comprese le attuali gestioni in house di SpA a totale capitale pubblico quale quella operante nel nostro territorio (scadenza 31/12/2011).
Come cittadini ed associazioni che hanno da tempo segnalato questa progressiva deriva normativa in materia di servizi pubblici, di diritti essenziali dei cittadini, di competenze delle autonomie locali, segnaliamo, tra l’altro, all’attenzione di questa Amm. Comunale il profilo di dubbia legittimità del decreto in oggetto visto che:
• Viola i requisiti di necessità ed urgenza previsti dall’art. 77 della Costituzione;
• Viola il principio solidaristico e di eguaglianza di cui agli art. 2 e 3 Cost.
• Viola il principio autonomistico di autodeterminazione dei Comuni di cui agli art 5 e 18 Cost.
• Viola l’art. 117 comma 2 Cost. relativo al riparto di competenze tra Stato e Regioni.
• Viola l’art. 41 Cost. relativo al riconoscimento dell’attività economica pubblica.
• Viola l’art. 43 Cost. relativo alla centralità del ruolo dell’impresa pubblica nella gestione dei servizi pubblici essenziali.

Non corrisponde a verità affermare poi, come si è fatto, che è l’U.E. ad obbligare il governo alla liberalizzazione del servizio idrico integrato visto che il protocollo n. 26 del Trattato di Lisbona art. 1 e 2, riserva alle autorità nazionali, regionali e locali la facoltà di fornire, di commissionare ed organizzare servizi di interesse economico generale. Sulla base di questa norma gli Stati, o meglio i diversi livelli di governo e presumibilmente i Comuni in quanto più vicini ai cittadini, possono rivendicare il potere di identificare ed organizzare i servizi di interesse generale, individuandone principi, finalità e modelli gestionali coerenti con diritti fondamentali.
Con queste considerazioni di sintesi, nella fondata speranza che gli Enti Locali di questa provincia non intendono essere espropriati di competenze così rilevanti per le comunità locali, chiediamo un’immediata iniziativa di contestazione nel merito e nel metodo alla conversione in legge del decreto ed inoltriamo una proposta di deliberazione consiliare strutturata per garantire, anche alla luce di questi recenti iniziative legislative, nuovi scenari certi e trasparenti per una gestione pubblica, sostenibile e solidale del bene acqua.
Per quanto ci compete sarà anche nostra cura sostenere e valorizzare pubblicamente ogni utile e coerente determinazione nel merito da parte delle diverse Amm. Locali di questa provincia.
Ringraziando per l’attenzione, con l’auspicio che Lei possa estendere questa comunicazione anche ai capigruppo consiliari,
porgiamo cordialità,
Comitato bellunese Acqua Bene Comune - acqua.belluno@libero.it

1 commento:

Anonimo ha detto...

Ma questi sindaci fanno gli interessid ei loro cittadini che li hanno votati o quelli di certi gruppi di potere dai quali magari prendono un finanziamento?