lunedì 18 marzo 2013

L EPIDEMIA SILENZIOSA DEL CANCRO NEL BELLUNESE !!!


(da un articolo pubblicato su belluno press)

L’epidemia silenziosa del cancro nel Bellunese. Laura Vidalino: “Il Feltrino è una zona dove l’incidenza è maggiore e la politica dovrà farsi carico di questo nelle scelte sanitarie” 

 L’analisi dei dati del Registro dei tumori del Veneto relativi alla provincia di Belluno nel periodo 2001-2005 su una popolazione di 209.550 (censimento 2011) rivela che la popolazione bellunese presenta una incidenza statisticamente superiore a quella della popolazione veneta. Nei maschi i tumori più frequenti sono quelli della cavità orale, esofago, fegato e pancreas. Nelle femmine, invece, i tumori interessano il colon retto, fegato, polmoni e melanomi della pelle.

Lo ha detto Laura Vidalino, relatrice alla conferenza dal titolo «L’epidemia silenziosa del cancro nel territorio bellunese» che si è tenuta sabato sera alla Sala Bianchi, organizzata dal Gruppo divulgazione scientifica Dolomiti.
Entrando più nel dettaglio, si osserva che nel Feltrino (Ulss n.2) l’incidenza dei tumori è superiore che nel Bellunese e nel resto del Veneto. A Cortina d’Ampezzo il fenomeno è in decrescita nella popolazione maschile. Mentre a Fonzaso e Lamon i tumori sono in aumento. Per quanto riguarda la popolazione maschile, nella parte bassa della provincia e nel Feltrino c’è l’incidenza più alta di tumori all’esofago, allo stomaco e al colon retto. Soprattutto nel Feltrino vi sono maggiori casi di tumore alla prostata e al rene.
Nella popolazione femminile le differenze sono più contenute. Ma è sempre nel Feltrino che si registra l’incidenza maggiore di tumori. I tumori alla cavità orale colpiscono in modo particolare le donne del Feltrino, Bellunese e Alpago. I tumori all’esofago il Feltrino e il Comelico. I tumori allo stomaco e al colon retto nel basso bellunese e Feltrino. I tumori al fegato e le epatiti B e C sono più diffusi nella parte alta della provincia. I tumori all’utero e al rene la maggiore incidenza si trova nell’Alpago.
«Non vi è dubbio – ha detto la relatrice – che i fattori ambientali, come la presenza di industrie, e l’alimentazione incidano sull’insorgenza dei tumori. Il Feltrino è una zona dove l’incidenza è maggiore e la politica dovrà farsi carico di questo nelle scelte sanitarie.
Per quanto riguarda i dati relativi al periodo 2006-2012 – ha precisato la dottoressa Vidalino – sono in lavorazione, ma è possibile delineare il trend futuro.
Nella popolazione maschile di Belluno (Ulss n.1) i casi sono in diminuzione, mentre nel Feltrino (Ulss n.2) la situazione è stabile. Più colpite la cavità orale, esofago, fegato e pancreas.
Nelle femmine il trend è in aumento a Belluno e stabile a Feltre. Le sedi più colpite sono il fegato, i polmoni e il melanoma della pelle».
«Lo svilupparsi del cancro – ha concluso Laura Vidalino – dipende da molteplici fattori legati alla genetica dell’individuo, all’ambiente e allo stile di vita. Si è osservato, ad esempio che nella comunità dei Mormoni la cui religione vieta alcol, caffè, e promiscuità sessuale, l’incidenza dei tumori è minore che nel resto della popolazione americana. Mentre gli immigrati dall’Africa subsahariana aumentano il rischio tumore rispetto a coloro che vivono in Africa». (rdn)

lunedì 28 gennaio 2013

APPELLO DA ARIANOVA !!!

Sono Daniela di Arianova e volevo informarVi che stiamo organizzando per domenica 17 febbraio una mobilitazione cittadina per dire NO a nuovi impianti inquinanti nel nostro territorio.

Come ben sapete abbiamo già un co-inceritore autorizzato a bruciare 60.000 ton annue di petcoke, 60.000 di pneumatici e altre amenità varie. Nel 2012 la Regione Veneto ha deciso di autorizzare due nuovi impianti di cogenerazione alimentati a biomasse per 460 e 990 kW rispettivamente. Tali impianti sono alimentati a olii vegetali (per lo più olio di colza, di girasole e chissà forse anche jotropha) e legna (ivi compreso molto probabilmente le sarmenti di vite intrisi di fitofarmaci) L'unica cosa certa è che questi impianti sono destinati ad accrescere ulteriormente l'inquinamento nel nostro territorio.

A seguito della petizione da noi promossa nel 2007 era stato compiuto uno studio dell'ARPAV che ha rilevato varie criticità nel nostro territorio ivi compreso valori di IPA (idrocarburi policiclici aromatici - cancerogeni ed interferenti endocrini) tra i più alti del Veneto! Inoltre nella nostra Provincia i superamenti di PM10 e PM2,5 sono di gran lunga superiori a quelli previsti dalle direttive europee, con tutte le conseguenze che ciò comporta per la salute di noi tutti. Abbiamo dei dati relativi alle esenzione ticket 048 (neoplasie) che indicano un forte aumento delle persone che purtroppo fruiscono di tale esenzione.

Nonostantetutto ciò la Regione Veneto ha autorizzato nuovi impianti di cogenerazione che di cogenerazione hanno ben poco in quanto la maggior parte del calore prodotto non viene utilizzato. Si tratta qui come in tante altre realtà di impianti che vengono realizzati solo ed esclusivamente per fruire dei generosi incentivi statali per le rinnovabili. Sono impianti speculativi che non vanno incontro alle esigenze della comunità locale. Nel nostro caso gli impianti sono stati autorizzati nonostante il parere contrario della nostra amministrazione. Si tratta di impianti che danneggiano molti a beneficio di pochi.

Il problema è simile in tutto il nostro paese e quindi siamo a chiederVi di aiutarci e se possibile di partecipare alla nostra mobilitazione. Vogliamo lanciare un segnale forte alle autorità per dire basta a nuovo inquinamento e si a un programma energetico nazionale, al riciclo totale, a nuove soluzioni che ci sono ma che le autorità preposte a tutelarci non prendono in considerazione.

La mobilitazione si svolgerà come segue:
ore 9.30 ritrovo presso Piazza IV novembre - Pederobba capoluogo
ore 10.00 partenza con il corteo
ore 12.30 circa arrivo in Parco Europa ad Onigo (a fianco del municipio)

Il percorso è di circa 5 km.
Stiamo coinvolgendo tutte le amministrazioni e le associazioni del territorio.
Ci stiamo organizzando per il trasporto di ritorno al luogo di partenza.

Se aderite fateci sapere e inviateci il vs. logo in modo che si possa inserire nel materiale pubblicitario dell'evento. Speriamo anche di poter contare sulla vs. presenza fisica. Nonostante tutte queste brutture che vogliono fare la nostra è una zona bellissima che merita di essere conosciuta. E' un'occasione per fare una bella gita con tutta la famiglia.

E' giunto il momento di dare un segnale forte che noi cittadini non intendiamo più accettare decisioni che vanno contro il bene comune e che pregiudicano il nostro futuro e quello dei nostri figli.

A breve sarà pronta anche la locandina.

Per ulteriori informazioni e adesioni::
info@associazionearianova.it
Tel 0423 64450 - (sede)
Cell 347 2461853 Daniela

lunedì 31 dicembre 2012

LA SALUTE INNANZITUTTO....

IN QUESTO 2012 SONO STATI MOLTI GLI EPISODI CHE HANNO "CONTRAPPOSTO" DIRITTO AL LAVORO (definizione molto opinabile se riferita a taluni luoghi di lavoro e situazioni lavorative) E DIRITTO ALLA SALUTE..

EMBLEMATICI LA CONDANNA DEI DIRIGENTI DELLA ETERNIT .. (a parziale "risarcimento" delle centinaia di vittime dell'amianto) ..MA ANCHE I MOLTI "CASI" E SITUAZIONI CHE, IN VARIE ZONE D'ITALIA CI HANNO FATTO CAPIRE CHE I CITTADINI (nonostante la crisi) NON SONO PIU' DISPOSTI A SUBIRE PASSIVAMENTE O A DELEGARE UN POTERE POLITICO SEMPRE MENO CAPACE DI TUTELARE GLI INTERESSI E I BENI COMUNI..

PER CONCLUDERE SIMBOLICAMENTE QUESTO 2012 POSTIAMO SU QUESTO BLOG UNA LETTERA DI UNA MAMMA CHE DOVREBBE FAR RIFLETTERE NON POCO..E DARE SPERANZA.. FIN CHE C'È GENTE COSÌ IL MONDO NON SARÀ SOLO IN BALIA DI AFFARISTI E SPECULATORI.. DI DEVASTATORI E TRAMACCIAONI.. (che evocano sempre il "progresso" per giustificare mere speculazioni)


'Venga a visitare i nostri bambini devastati dal cancro, li guardi negli occhi e sostenga il loro sguardo, se ci riesce, gli spieghi perché lo Stato ha preferito darli in pasto a quel mostro che ha distrutto il nostro mare, violentato la nostra terra, insozzato il nostro cielo''. A scriverlo è Tonia Marsella, cittadina tarantina, in una lettera indirizzata al presidente della Repubblica, dopo la firma – e la riscrittura - da parte di Napolitano del decreto del governo sulla vicenda dell'Ilva.

"Avevo davvero riposto in lei la mia fiducia, credevo che fosse una persona per bene, che difendesse la nostra Costituzione. Credevo che quei valori, di cui tanto parla, fossero davvero radicati in lei e fossero il punto di riferimento per ogni sua azione, per ogni sua decisione. Credevo che avrebbe scelto la vita e non la morte.. E invece ha firmato la nostra condanna" scrive la donna nella missiva resa nota dal comitato ambientalista "Donne per Taranto".
"La condanna di una città sacrificata da anni in nome del profitto più squallido e criminale, abbandonata nelle mani di una famiglia di imprenditori senza scrupoli, plurindagati e pluricondannati e tutt'oggi agli arresti domiciliari o addirittura latitanti - scrive Marsella -. Come credere ancora nello Stato Italiano? Come credere nella politica e in chi dovrebbe difendere e promuovere il bene comune..e invece ci ha rubato anche il diritto alla vita? A Taranto c'e' un'ordinanza del sindaco che vieta il pascolo entro un raggio di non meno di 20 km attorno all'area industriale...ma in quei 20 km noi ci viviamo. Vivono i nostri bambini. Le pecore e le capre sono state uccise...ora lo Stato uccide anche noi...per decreto. Ho bisogno di sapere da lei, signor presidente, cos'hanno di diverso i bambini di Genova rispetto ai nostri".
"Perché lì l'area a caldo é stata chiusa in quanto incompatibile con la città, e la produzione spostata a Taranto? Chi ha compiuto il "miracolo" rendendola "compatibile"? Venga qui venga a visitare i nostri bambini devastati dal cancro (e non solo), li guardi negli occhi e sostenga il loro sguardo, se ci riesce, gli spieghi perché lo Stato ha preferito darli in pasto al Mostro, quel mostro che ha distrutto il nostro mare, violentato la nostra terra, insozzato il nostro cielo. Dica alle loro mamme - conclude la lettera - che la malattia e la morte del figlio é necessaria altrimenti cala il Pil

UNA BELLA VITTORIA DEL COMITATO DI FORTOGNA

APPRENDIAMO CON SODDISFAZIONE DELLA CONDANNA DELLA METALBA (LA FONDERIA DI FORTOGNA) ..
CIO' CONFERMA.. SE CE NE FOSSE BISOGNO.. CHE LA DETERMINAZIONE DEI CITTADINI.. IL LORO IMPEGNO PUO' OSTACOLARE O IMPEDIRE IL PERPETRARSI DI DEVASTAZIONI E ILLECITI

UN GRAZIE IMMENSO ALLA GRANDE CARLA FELTRIN E AL COMITATO DI FORTOGNA

(di seguito l'articolo comparso sul corriere dell alpi)

LONGARONE. Condannato a due mesi di arresto convertiti in un’ammenda da 2.280 euro per aver emesso elementi inquinanti nell'atmosfera oltre i limiti di legge. Assolto perché il fatto non sussiste per aver avviato l'attività del secondo forno, quello più grande da 30 tonnellate, senza l'autorizzazione specifica della Provincia. È la sentenza emessa dal giudice Elisabetta Scolozzi nei confronti del direttore dello stabilimento longaronese della Metalba Fabrizio De Battista, 43 anni di Farra d'Alpago (difeso dall'avvocato Nicola Bardino del foro di Venezia). Una sentenza molto attesa sia tra i dipendenti dello stabilimento, che tra i cittadini di Fortogna che da anni segnalano il problema delle emissioni in atmosfera delle polveri inquinanti.
Il processo, com’è noto, ruotava attorno a due questioni: se sia stata una modifica sostanziale l'attivazione, nel novembre 2007, del nuovo forno da 30 tonnellate di fusione di alluminio alla Metalba e se siano state commesse delle omissioni nell'effettuazione delle misure periodiche sui micro-inquinanti emessi in atmosfera.
Quella di ieri doveva essere un’udienza dedicata alle repliche in quanto la discussione s’era già tenuta due settimane prima. Ma le repliche si sono trasformate in una sorta di mini-discussione con pubblico ministero Sandra Rossi che ha affondato il colpo nei confronti dei tecnici dell’Arpav, testimoni al processo, per le loro deposizioni “contraddittorie ed approssimative”.
Dopo la lettura della sentenza, largo alle reazioni. Carla Feltrin, una componente del Comitato di Fortogna per la salvaguardia della salute e dell'ambiente, costituito parte civile nel processo con l’avvocato Gino Sperandio, si è dichiarata soddisfatta. «La sentenza - spiega - è il segnale che ci aspettavamo. Il risarcimento che non ci è stato riconosciuto? Noi siamo qui perché siamo preoccupati per la nostra salute, non per ottenere soldi. Questa sentenza è anche un segnale alle aziende in generale perché rispettino la legge ed i cittadini».
Il suo legale, l’avvocato Sperandio, incalza: «Leggeremo le motivazioni della sentenza e poi trarremo le conseguenze. A nostro avviso c’erano gli estremi per la condanna anche per l’altro capo d’accusa, perché l’introduzione del nuovo forno è una modifica sostanziale».
Anche il legale di De Battista, l’avvocato Bardino, attende di leggere le motivazioni prima di entrare nel merito: «Siamo soddisfatti - spiega - perché è stato riconosciuto che l’introduzione del nuovo forno non fu una modifica sostanziale. Per quanto riguarda il presunto inquinamento, va detto che l’azienda negli ultimi anni (non oggetto del capo d’accusa) ha introdotto nuovi ed efficaci dispositivi per abbattere le polveri. Siamo soddisfatti anche perché è stata respinta la richiesta risarcitoria della parte civile».

domenica 11 novembre 2012

UNA BELLA VITTORIA !!!




RIPORTIAMO IL COMUNICATO DI BELLUNO PIÙ RELATIVO ALLA VITTORIA IN CASSAZIONE SULLA QUESTIONE CENTRALE IN VALLE DEL MIS..  

E’ notizia di questa mattina che la Corte di Cassazione ha accolto il ricorso del Comitato Bellunese Acqua Bene Comune, del WWF Italia, del Cai Veneto e degli Amici del Parco contro la realizzazione di una centrale idroelettrica in Valle del Mis. Una sentenza importante che ribalta il verdetto della Tribunale Superiore delle Acque che sorprendentemente aveva dato ragione ai proponenti dell’opera, la ditta bresciana Eva Valsabbia del presidente Chicco Testa.
Sembra volgere positivamente al termine una vicenda nata nel 2008 quando la Eva Valsabbia ottiene le prime autorizzazioni dal Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi e successivamente dalla Regione Veneto per realizzare una centrale che prevede una condotta forzata di circa un kilometro e mezzo e con  un diametro di oltre un metro, posta all’interno dei confini del Parco, in zona Sic/Zps e patrimonio Mondiale dell’Umanità, un’area altamente protetta e vincolata dove lo stesso Piano del Parco vieta la realizzazione di qualsiasi nuovo manufatto che non rientri nel piani istituzionali dell’Ente stesso.
A marzo del 2012 però, la ditta bresciana dà inizio ai lavori dopo aver vinto il ricorso al tribunale superiore delle Acque, forte della sentenza che affermava che l’opera poteva essere realizzata perché era da considerarsi un’attività di tipo tradizionale in quanto l’idroelettrico è fortemente presente dal dopoguerra nella Provincia bellunese e soprattutto perché sarebbe servita ad elettrificare le strutture turistiche del Parco in Valle del Mis.
Un falso come lo stesso Presidente del Parco Fiori avrebbe affermato poco dopo in una trasmissione di Report dedicata alla vicenda, nella quale emergeva chiaramente come l’energia elettrica prodotta sarebbe unicamente servita all’attività speculativa dei proponenti.
Nonostante questa prima sconfitta il Comitato Acqua Bene Comune di Belluno è andato avanti nella battaglia insieme ai frazionisti della Valle che nel frattempo avevano rivendicato il diritto di “riscattare” le terre dove erano iniziati i lavori perché sono terreni di uso civico, quindi storicamente beni comuni di loro proprietà, dopo che una carta della regione Veneto dichiara che la Eva Valsabbia li avrebbe occupati illegittimamente.
In luglio viene organizzata un’importante mobilitazione che porta in Valle oltre un migliaio di persone e che si conclude con l’ingresso dei manifestanti nel cantiere dove vengono piantati degli alberi in risposta alla devastazione delle ruspe della ditta Alpen Bau di Bolzano che ha ottenuto l’appalto per la costruzione della centrale.
La manifestazione ottiene il dietro front del nuovo consiglio direttivo del Parco che si schiera contro la realizzazione dell’opera, mentre a fine agosto la Procura della Repubblica pone sotto sequestro una parte del cantiere in quanto, secondo le rilevazioni del Corpo Forestale dello Stato, sembrano esserci delle difformità dei lavori rispetto al progetto.
Uno stop che dura poco, infatti l’avvocato della Valsabbia nonché deputato del Pdl Maurizio Paniz riesce ad ottenere il dissequestro di cui non sono stare ancora rese pubbliche le motivazioni.
Nel frattempo i lavori procedono speditamente. L’obiettivo della Valsabbia è di concludere il cantiere entro il 31 dicembre 2012 per evitare una diminuzione degli incentivi verdi e quindi dei profitti.
A facilitare il compito alla ditta bresciana ci si mette anche l’amministrazione comunale di Gosaldo, che nonostante le contestazioni del comitato dà il via libera alla conciliazione dei terreni di uso civico in barba al volere assembleare dei frazionisti.
Si arriva infine, alla sentenza di oggi che ristabilisce la verità sull’intera vicenda.
Ora si apre una fase nuova, dove gli organi competenti in primis il Parco, in quanto ente predisposto alla tutela di quel territorio, hanno il dovere di chiedere il blocco definitivo dei lavori, il ripristino dell’area e i danni ambientali.
Inoltre devono emergere le responsabilità politiche di chi ha permesso questa devastazione ambientale. Chi ha sbagliato deve pagare, perché la nota più stonata di questa vicenda è stato proprio il disinteresse generale della politica bellunese, a partire dai parlamentari fino agli amministratori locali.
Contro tutto e contro tutti una piccola grande comunità di cittadini e cittadine bellunesi che hanno a cuore il proprio territorio ha avuto la forza di andare avanti anche nei momenti difficili anche quando la Valsabbia aveva chiesto un milione e mezzo di euro di danni ai firmatari del ricorso.
Oggi, grazie a queste persone, il territorio bellunese rialza la testa contro i vecchi e nuovi speculatori dell’acqua. Una importante vittoria che dimostra come anche su una vicenda che sembrava oramai conclusa non si deve mai smettere di lottare.
Una vittoria che ridà nuova forza ad una battaglia in difesa di un territorio oggi più che mai sotto attacco, dove il 90 per cento delle sue acque è già artificializzato per scopi idroelettrici e irrigui e sul restante 10 per cento incombono altre 130 nuove richieste di impianti idroelettrici.
La battaglia dell’acqua continua!
Questo è solo l’inizio.
Redazione BL+


COMUNICATO COMITATO BELLUNESE ACQUA BENE COMUNE
E’ con immensa soddisfazione che comunichiamo la vittoria in Corte di Cassazione del ricorso del Comitato Acqua Bene Comune e del WWF contro la realizzazione della centrale idroelettrica ValSabbia in valle del Mis; un risultato ottenuto dall’impegno, dalla generosità, dal coraggio, di tante cittadine e cittadini, comitati, associazioni, usi civici che in questi hanni si sono mobilitati in difesa di questa valle e lo hanno fatto per la difesa del bene comune, per il diritto dell’ambiente, per la credibilità del Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi e del riconoscimento di Dolomiti Unesco. Un provvedimento che evidenzia le responsabilità di chi doveva controllare e non ha controllato, di chi doveva tutelare e non ha tutelato, di chi doveva difendere la dignità dei luoghi e di quelle comunità e non lo ha fatto.
Grazie quindi a tutte e tutti coloro che ci hanno creduto, a tutti coloro che non si sono fatti intimidire da richieste di danni milionarie, a tutti coloro che sono usciti dalle proprie case per difendere la casa comune.
Da subito stop ai lavori e dopo
che festa sia…
Comitato Acqua Bene Comune

martedì 9 ottobre 2012

Vajont..

9 ottobre 1963
.. Vajont..

sono passati quasi 50 anni da quella tragica tragedia che ha sconvolto non solo Longarone ma l'intera provincia di Belluno. 
Una ferita indelebile che purtroppo non ci ha insegnato nulla

Ora come allora si continuano a proporre/imporre progetti devastanti che deturpano ambiente, paesaggio.. che mettono a rischio la salute dei cittadini.. che hanno come unico scopo quello di far arricchire i soliti noti.. gli amici degli amici.. di consolidare poteri e ignorare la voce di chi vive quella terra.. di chi fa indagini ..di chi..si costituisce in comitato per difendere il suo presente e il suo futuro..

se andata a visitare il cimitero delle vittime del Vajont fatevi un giro nei paraggi e magari andate  a trovare Carla Feltrin.. fatevi raccontare il suo tortuoso cammino.. le sue "battaglie" per denunciare la difficoltà di "vivere" a due passi da una fonderia.. 
Ascoltatela..guardatela negli occhi e forse capirete cosa significa amare la propria Terra.. dedicarle tempo, energia, risorse.. avendo contro poteri forti e consolidati.. o l'indifferenza/inerzia dei troppi rassegnati di questa nostra martoriata Terra..

Grazie Carla per averci insegnato cosa significa la parola DIGNITA'

... in te vive l'essenza di chi sa ancora lottare contro i troppo "Vajont" che stuprano la nostra Terra.. la nostra anima

venerdì 31 agosto 2012

SEQUESTRATI I CANTIERI IN VALLE DEL MIS


 UNA BELLA NOTIZIA !!!!!!!
 
Il Corpo forestale dello Stato ha messo i sigilli, martedì 28 agosto, ai cantieri per la realizzazione di una centrale idroelettrica nella valle del Mis, all'interno del Parco nazionale delle Dolomiti bellunesi. Il progetto è promosso da Energie Valsabbia (Eva), società presieduta da Chicco Testa, come descritto da Ae nel marzo del 2011. I lavori erano iniziati dopo che il Tribunale superiore delle acque aveva respinto il ricorso dei comitati, secondo i quali le autorizzazioni concesse dall'Ente parco violavano il regolamento del Parco stesso. Secondo un articolo del Corriere delle Alpi, queste violazioni sarebbero alla base del sequestro disposto dal Corpo forestale dello Stato. 

L'azienda di Gavardo, nel bresciano, ha diffuso giovedì 30 agosto un comunicato stampa nel quale, "in merito allo stato dei lavori riguardanti la realizzazione della centrale idroelettrica sul torrente Mis, il Gruppo EVA Energie Valsabbia S.p.A. informa che i lavori sul cantiere stanno procedendo secondo il cronoprogramma già definito. Le analisi che sono in corso di svolgimento da parte delle competenti autorità riguardano una piccola parte dei lavori sui quali sono state contestate incongruità ed incompatibilità autorizzative per la presenza di usi civici con destinazione pastorale e per l’esatto tracciato delle condotte sugli stessi terreni". In merito a tali analisi Valsabbia intende "sottolineare la piena fiducia nelle autorità competenti ed in particolare nell’Autorità Giudiziaria per una tempestiva e giusta definizione delle questioni oggetto delle analisi. A questo proposito si informa che il Tribunale Superiore delle Acque con la sentenza n.6 del 16 gennaio 2012 ha già confermato la piena validità ed efficacia di tutte le autorizzazioni rilasciate a favore della scrivente dalla Regione Veneto, dal Comune di Gosaldo e dal Parco delle Dolomiti Bellunesi e di tutti gli altri Enti pubblici coinvolti nei complessi e meticolosi iter autorizzativi già svolti.
Preme confermare -conclude la nota di Valsabbia- che la società ha svolto e svolge le proprie attività nel pieno e assoluto rispetto delle autorizzazioni, delle normative vigenti e soprattutto degli accordi sottoscritti con il Comune di Gosaldo del 2007 nei quali il Comune di Gosaldo si è impegnato irrevocabilmente a concedere tutte le servitù ovvero, se necessario, a cedere alla scrivente i tratti sopra richiamati oltre che a porre in essere tutte le procedure amministrative necessarie a tale scopo. Sorprendono infine le contestazioni in merito al tracciato delle condotte nel tratto sopra richiamato in quanto lo stesso tracciato è stato condiviso formalmente e nel dettaglio con tutti gli Enti preposti tra i quali lo stesso Comune di Gosaldo".

Proprio l'amministrazione comunale di Gosaldo, territorio su cui insiste il cantiere per la centrale idroelettrica di Valsabbia in Valle del Mis, ha convocato un consiglio comunale, in programma domani (sabato primo settembre, ndr), "per proporre probabilmente -spiega il Comitato acqua bene comune di Belluno- un provvedimento di cambiamento della destinazione d'uso di una parte dei terreni finiti sotto sequestro, che passerebbe da usi civici a terreni liberi da vincoli, per cui potenzialmente alienabili".
"Il percorso, tuttavia, non sarebbe immediato. Perché questa espressione di volontà dell'amministrazione dovrà essere inviata al vaglio della Regione, che dovrebbe recepirla. Abitualmente -racconta Valter Bonan, del Comitato- il cambiamento dovrebbe comunque essere motivato da un interesse collettivo".
Di fronte ai sigilli posti al cantiere, tuttavia, una eventuale decisione dell'amministrazione comunale comporterebbe, di fatto, "la formalizzazione  delle incongruenze dell'intervento come è avvenuto finora: documenterebbe, formalmente, che fino alla data di domani (al 1° settembre 2012, ndr) Valsabbia ha impropriamente occupato uno spazio riconosciuto come 'uso civico'".
In questo senso, come riconosciuto in un parere espresso a fine giugno 2012 dalla Regione Veneto, “i contratti di concessione delle terre di uso civico stipulati in assenza della prescritta autorizzazione al mutamento di destinazione di terreni […] sono nulli” e pertanto "l’effettuazione dei lavori da parte della società Eva Energia Valsabbia sui terreni di uso civico […] si configura come occupazione senza titolo dei terreni medesimi”. Durante il consiglio comunale davanti al municipio di Gosaldo si svolgerà un presidio, convocato dal Comitato acqua bene comune di Belluno. 

domenica 26 agosto 2012

EMERGENZA FAGIOLI.. E' VITALE INFORMARE..



COSE' È CAPITATO QUEST'ANNO AI NOSTRI FAGIOLI??
VIROSI DEL FAGIOLO (mosaico comune)

Come stanno i tuoi fagioli quest'anno?
..questa è sicuramente una delle domande più comuni in questa calda estate..
..una domanda a cui segue spesso uno scuotere sconsolato del capo..

..ma cosa è accaduto ai nostri fagioli quest'anno?
Ce lo siamo chiesti anche noi..e abbiamo deciso di girare la domanda a tecnici ed esperti. Mettendo a frutto le tante conoscenze, contatti, relazioni acquisite nel tempo sia dal Gruppo Coltivare Condividendo che dall'associazione Dolomiti bio. Due realtà che credono in un agricoltura sana, sostenibile, biologica basata su biodiversità e coltivazioni tipiche ma anche e soprattutto sulle relazioni e la condivisione

Le risposte che abbiamo ottenuto sono state univoche.. è colpa di una virosi del fagiolo.. il mosaico comune.. Quindi non è colpa del clima anomalo (che ha tuttalpiù contribuito), ma di un qualcosa che da tempo minaccia le nostre coltivazioni e che quest'anno ha avuto un accelerazione improvvisa quanto letale

La malattia si è manifestata in vari modi: foglie deformate, più piccole del solito, con decolorazioni che ricordano le tessere di un mosaico; nanismo della pianta; aspetto cespuglioso; accartocciamento e bollosità delle foglie. Le piante ammalate possono rimanere vive ma essere improduttive, possono velocemente deperire fino a seccare (caso non raro quest’anno), oppure possono tollerare la presenza del virus ed essere più o meno produttive.
Ma quale è la causa principale di diffusione di questo virus? Il virus si propaga da un anno all’altro attraverso la semente infettata, il più delle volte raccolta inconsapevolmente dai coltivatori da piante ammalate che non hanno saputo riconoscere come tali.
Infatti, spesso il seme non manifesta anomalie rispetto alle caratteristiche ritenute normali ed è questo che inganna quei coltivatori che selezionano la semente da usare l’anno che verrà solo considerando le caratteristiche estetiche del seme sgranato e non anche lo stato di salute della pianta-madre. La riproduzione ripetuta di piante nate da semi malati porta ad un progressivo decadimento genetico delle coltivazioni che, di anno in anno, perdono vigore e produttività. (già nel 2011 la situazione era evidente sul fagiolo di Lamon, e tutti ne abbiamo sottostimato la rapidità di diffusione)

Ad aumentare la diffusione del virus ha contribuito in maniera decisiva una massiccia presenza di afidi che quest'anno hanno sviluppato dense colonie sulle coltivazioni e poi, disperdendosi di orto in orto, hanno trasmesso la malattia a numerose piante che prima erano sane, incrementando in modo significativo la percentuale di piante di fagiolo infette. E’ cosa ben nota che l’afide sia il più potente vettore della virosi del Mosaico Comune del fagiolo e quest’anno ha impartito un’accelerazione alla diffusione della virosi che già, nella trasmissione per seme, era esponenziale

Ma arrivati a questo punto..che facciamo? Come detto una delle prerogative sia di Dolomiti bio che di Coltivare Condividendo è quello di informare..di condividere conoscenze e creare consapevolezza. Pertanto riteniamo indispensabile infrangere il silenzio che avvolge la questione e avviare una azione informativa (usando mail, volantini, conferenze, contatti personali ecc..) affinchè si sappia e si abbia coscienza della situazione molto critica. Stiamo già diffondendo una serie di relazioni tecniche e di consigli di esperti da noi contattati. Porteremo e diffonderemo il più possibile materiale informativo e dei volantini creati ad hoc in fiere, mercati, mostre Chiediamo la collaborazione di tutti in questa azione informativa !!!
Tra le azioni molto concrete e pratiche da fare, c'è innanzitutto l' avere cura delle sementi che abbiamo accantonato. (è indispensabile riprendere l'antica abitudine di accantonare la semente, due o tre volte superiore a quella che usiamo di solito)
Molto importante anche andare in campo e segnare tutte quelle piante che non manifestano i sintomi della virosi (anche se cio' nn significa che siano sane) Le proteggeremo poi dagli attacchi degli afidi (con tecniche biologiche) e preleveremo solo e unicamente da quelle piante sane i semi che useremo negli anni a venire
E' importante non prelevare semente da piante malate (come detto il virus dimora nella semente e rischiamo di accantonare semente infetta)

Siamo consapevoli che per le varietà di fagiolo più diffuse e utilizzate da professionisti è ipotizzabile e auspicabile si pensi a un progetto di “pulitura della semente” (cosa che fu fatta nel 1997 quando coltivatori e Regione Veneto iniziarono un impegnativo programma di risanamento della semente, concretizzatasi dopo alcuni anni nella produzione di popolazione di sementi-virus esenti consegnata ai coltivatori.
Purtroppo è mancato un approccio territoriale sistematico e nel giro di pochi anni la situazione si è ripresentata in forma forse ancor più grave ed estesa).
Ma cio' è improponibile per le oltre 30 varietà di fagioli che sono stati censiti e classificati (come sementi antiche e locali) della provincia di Belluno.
Quindi diventa indispensabile un azione diffusa e capace di recuperare vecchi saperi e acquisire nuove tecniche di coltivazione (in programma la sperimentazione di tecniche biodinamiche o omeodinamiche ) e riproduzione affinchè questo enorme patrimonio di biodiversità non vada perso

Noi, seguiti da alcuni tecnici stiamo avviando un progetto di salvaguardia di sementi locali. Useremo semente “vecchia” e accantoneremo solo in minima parte semi di questo 2012. Nel frattempo stiamo individuando alcuni appezzamenti isolati e possibilmente siti a 1100-1300 m slm, saranno i nostri “campi per la semente”

Sappiamo che ci attende un lavoro sicuramente arduo e impegnativo ma indispensabile anche per salvaguardare una preziosa risorsa dell' agricoltura bellunese, in cui molti giovani credono e vi stanno investendo energie e risorse
Siamo a disposizione di tutti per diffondere conoscenze e pratiche, per confrontarci e collaborare . consapevoli che più le informazioni circolano e non restano imbrigliate tra burocrazie e chiusi in luoghi e stanze.. più questa nostra terra né trarrà beneficio.. e noi con essa..
Questo è il volantino che stiamo distribuendo.. perchè non lo stampi e lo distribuisci anche tu nella tua zona??