giovedì 30 settembre 2010

si torna a parlare della piana di Falcade

dal blog del comitato contro la cementificazione della piana di Falcade

Dopo mesi di silenzio, inquietante perché denso di accuse sottese fatte arrivare a mezza bocca alla gente di Falcade, finalmente qualcuno si prende la briga di dire con chiarezza quello che da tempo qualcuno cerca di inculcare nella mente dei paesani.
Grazie sindaco, almeno ora sappiamo come la pensate, lei e chi la segue.
Falcade dunque sta morendo; gli alberghi chiudono; chiuderà anche il parco; chi ha la conduzione della pista da fondo ha già dichiarato che mollerà.

Insomma la crisi incombe. Tutto imputabile al fatto che non si è costruito sulla Piana! E naturalmente alle decisioni prese quel 9 Novembre 2007.
Sindaco, Si dimetta! Se è convinto di aver sbagliato quella sera, e che la paventata rovina di Falcade sia riconducibile proprio a quella decisione, si dimetta!
Lo spirito speculativo delle affermazioni di questi giorni è davvero evidente, e soprattutto deprecabile.

Affermare con tanta enfasi che Falcade è ridotta così male e che l’unica ancora di salvezza è costruire sulla Piana, è davvero troppo comodo, soprattutto in vista di una futura non lontana campagna elettorale; significa per altro voler negare la reale complessità delle questioni.
Che l’hotel Focobon chiuda è un fatto che fa male al cuore di tutti.

Che l’unica soluzione possibile sia la sua espansione sulla Piana è davvero discutibile; ma soprattutto è il segnale di una visione ottusa e distorta, che nega le reali e complesse dinamiche legate allo sviluppo turistico del paese.
Non basta tutta l’area adiacente alla Statale, dall’ufficio postale alla stradina per il parco, per dare respiro e sufficienti guadagni a chi vuole creare nuove o rinnovate strutture?
Curioso che questa amministrazione così sensibile agli entusiasmi edificativi di chicchessia non abbia promosso quest’area, la cui fatiscenza è per altro sotto gli occhi di tutti, turisti compresi.

Ma la Piana, per favore, la si lasci stare!

E non lasciamoci per altro incantare da quanto casualmente proprio oggi viene riferito dal sindaco in ordine al bando di concorso di idee per la riqualificazione dell’area (sportiva e non) adiacente alla Piana.
Spieghi piuttosto alla gente i motivi per cui non ha nemmeno voluto discutere, e doverosamente far conoscere alla popolazione, un progetto proposto poco più di un anno fa da un cittadino di Falcade, il quale prevedeva una riqualificazione proprio di tutta quell’area, dal laghetto al parco, dal campo di ghiaccio al campo di calcio, investendo del suo, senza chiedere al comune nemmeno un Euro ma soltanto la concessione di quell’area per un congruo numero di anni.

Il Comitato per la piana continua a reclamare informazione, trasparenza e un coerente piano di sviluppo.

e oggi sul Gazzettino anche una lettera (cliccare qui x leggerla)

lunedì 27 settembre 2010

INTERESSANTE INCHIESTA SULLA QUESTIONE ACCIAIERIA VALSUGANA

tratto dal blog "VALSUGANA FERITA"

Operazione "Pirati dei Caraibi"

Cosa c'è dietro le passate operazioni finanziarie dell'Acciaieria Valsugana ? Ovvero. Cosa successe ai tempi del passaggio/affitto/riassorbimento di Siderurgica Trentina ? Cosa c'é dietro operazioni societarie/finanziarie che da Trento portano, passando attraverso societá di Lussemburgo, alle Antille Olandesi ed alle Isole Vergini Britanniche, noti paradisi fiscali sulla black list (lista nera) di tutti i governi avanzati e liberali del mondo ? Che ruolo ha avuto la Provincia Autonoma di Trento in tutta questa contorta operazione economico-finanziaria ?
L'indagine è partita dall'operazione del 2000 di (apparente) salvataggio industriale della fonderia (dietro la quale si dice da più parti vi fosse la Provincia, roumor che sembra infondato al di là delle cospicue agevolazioni provinciali/statali...clicca qui). Ma sono emersi dettagli ancora più inquietanti.

La fonderia viene chiusa dai Leali nel 1999 per asserita crisi, vicenda su cui è più che lecito nutrire dubbi visto l'incoraggiante curva di mercato della produzione siderurgica italiana a quell'epoca (vedasi diapositiva N.7). Crisi che, piuttosto, riguarda l'attuale momento visto che, come risulta dalla stessa curva, dal 2006 ad oggi la produzione d'acciaio in Italia è in caduta libera!
Viene affittata l'anno dopo alla neocostituita Siderurgica Trentina S.p.A., che inizialmente viene fondata con capitale minimo di 103.400 Euro e quote paritarie (51.700 Euro) da Roni s.r.l. e Andrea Fedriga, che ne sarà anche amministratore delegato (clicca qui per le visure, parte in alto).

Il capitale è ovviamente ridicolo anche solo per gestire l'azienda di una società (Accieria Valsugana) che ha un capitale di 5 milioni, e infatti i sindacati rumoreggiano. Per questo motivo viene subito deciso di aumentare il capitale a 413.000 Euro, aumento che viene sottoscritto nel giro di qualche mese (siamo a luglio 2000) da due società lussemburghesi, che entrano in Siderurgica Trentina S.p.A., con quote paritarie di 155.100 Euro per un aumento di capitale totale di circa 310.200 Euro (clicca qui per le visure, parte in basso)..

Siderurgica Trentina S.p.A. produrrà 2 milioni di Euro di perdite in poco più di due anni e verrà acquistata per intero dalla Leali S.p.A. con contestuale riduzione del capitale a 172.000 Euro nell'ottobre 2002 (salvo poi lievitare rapidamente quanto magicamente negli anni successivi). Successivamente Siderurgica Trentina S.p.A. si fonderà per incorporazione nelle Acciaierie Valsugana S.p.A. nel 2005.
Con questa operazione i Leali hanno dovuto ripianare le perdite della società che andavano acquistando (magari solo contabilmente, ma tant'è).
È quindi lecito chiedersi :
1. chi è questo imprenditore folle che produce 1 milione di Euro di perdita all'anno ?
2. per quale motivo i Leali ne ripianano i bilanci subentrando nel capitale, visto che Siderurgica Trentina S.p.A. era solo un loro affittuario e quindi avrebbero benissimo potuto rientrare in possesso della loro azienda senza questo consistente esborso ?

È facile capire che Siderurgica Trentina S.p.A., pur nell'assordante silenzio dei media dell'epoca e degli stessi sindacati, altro non sia che uno schermo fittizio. Si tratta di capire :
1. di chi ?
2. perché ?
Sul chi si possono effettuare alcune ipotesi, nessuna lecita. Il perché è invece ovviamente sporco e una ipotesi plausibile potrebbe essere lo smaltimento di rifiuti pericolosi, magari anche radioattivi, di cui vi sono alcune tracce. Proprio nel tentativo di far chiarezza su tale operazione, il senatore Sergio Divina inviò una lettera al presidente della Commissione parlamentare d'inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti, onorevole Gaetano Pecorella (copia della lettera).
Roni s.r.l. esce progressivamente dalla compagine sociale di Siderurgica Trentina S.p.A., rimangono solo Andrea Fedriga, che è l'amministratore, con quota largamente minoritaria, nonché direttore della fabbrica, e i lussemburghesi, proprietari pressoché totalitari

Le società lussemburghesi socie (per oltre il 70%) di Siderurgica Trentina sono la Acierfin Holding S.A. e la Société Financière European pour l'Industrie Siderurgique S.A.
La Société Financière European pour l'Industrie Siderurgique S.A. ha due soci persone fisiche italiani, tali Giuliano Panizzi e Filippo Aleotti. Rispettivamente sono un bancarottiere coinvolto nel crack Parmalat e un collaboratore dei Leali (clicca qui) nonché ex azionista e membro esecutivo del consiglio di Air Dolomiti S.p.A., manager (Presidente) di Investindustrial S.p.A. di Milano. In sostanza, altri due "uomini di paglia".

La Acierfin Holding S.A. ha come soci fondatori (clicca qui per lo statuto) due società anonime (N.V.-Naamenloze Vennotschap) delle Antille Olandesi, Reparade Nominees N.V. e Estournel Nominees N.V. (clicca qui per le visure), e viene fondata il 20 giugno 2000, appena un mese prima dell'acquisto delle azioni di Siderurgica Trentina S.p.A. Chi sono le persone fisiche proprietarie delle due società anonime di Curaçao ?
Dal numero del 26 agosto 2000 della GU del Lussemburgo apprendiamo che la Acierfin Holding S.A. viene posta in liquidazione il 20 giugno 2003 (clicca qui per la liquidazione), appena 8 mesi dopo la conclusione della sua avventura in Siderurgica Trentina S.p.A.
Ma non basta. Liquidatrice viene nominata una società delle Isole Vergini Britanniche e revisore dei conti un'altra società dello stesso paradiso fiscale. La liquidazione, approvazione del bilancio di liquidazione e del rapporto del revisore dei conti vengono approvati contestualmente, dimostrazione che l'intera operazione è meramente contabile e neppure troppo impegnativa.

Anche la Société Financière European pour l'Industrie Siderurgique S.A. viene fondata (clicca qui per lo statuto) poco prima dell'acquisto delle azioni di Siderurgica Trentina S.p.A. e liquidata (clicca qui per la liquidazione e qui) poco dopo che la Leali S.p.A. è subentrata (clicca qui per l'atto).

Queste circostanze confermano che
non si tratta di imprenditori ma di meri schermi.

Vi è da dire che una triangolazione del genere non si giustifica affatto per investire in modo anonimo appena 155.000 Euro a società, dati i costi.

Il che conferma che lo schermo serve solo a proteggere l'autore di un'operazione ambigua e sospetta. Poco importa che si tratti di smaltimento di rifiuti pericolosi, di riciclaggio, di mafia. Di sicuro non stiamo parlando di getto pericoloso di cose. Si parla d'altro.

In ipotesi tutta quanta la costruzione societaria potrebbe in realtà essere riconducibile agli originari proprietari dell'impianto siderurgico, i quali avrebbero appianato due milioni di perdite della Siderurgica Trentina S.p.A. avendone incassati (estero su estero) chissà quanti attraverso la società veramente anonima Acierfin Holding S.A., non a caso liquidata in posto diverso dal luogo di fondazione e dal luogo di provenienza degli asseriti soci... (il forziere). Ma...

Per cosa? Per conto di chi?

Per sgravi fiscali di qualche tipo ? Per smaltire rifiuti pericolosi e/o materiale radioattivo ? Per conto di qualche organizzazione ? La popolazione di un'intera valle, colpita nel giro di un anno da due gravi scandali ambientali, ha diritto di SAPERE ! Ha diritto di RIVENDICARE !

giovedì 23 settembre 2010

ANCORA SUI MELETI INTENSIVI..

QUALCHE GIORNO FA IL PRESIDENTE DELLA COLDIRETTI DI TRENTO E VICE PRESIDENTE DELLA CAMERA DI COMMERCIO TRENTINA HA RILASCIATO LA SEGUENTE INTERVISTA AL "CORRIERE DELLE ALPI" (per leggerla cliccare qui)

LA RISPOSTA DEL GRUPPO "COLTIVARE CONDIVIDENDO" E' STATA IMMEDIATA
per leggere l'articolo del Corriere che la riassume cliccare qui

Il Gruppo Coltivare Condividendo aveva già fatto una approfondita analisi sulla questione "modello trentino".. per leggerla cliccare qui

DI SEGUITO IL COMUNICATO DIFFUSO DAL GRUPPO COLTIVARE CONDIVIDENDO

BASTA CON LE ACCUSE GENERICHE !!!

Se il Sig. Calliari vuole accusare qualcuno lo faccia chiaramente ed apertamente. Non si limiti, come ha fatto in un intervista rilasciata a un giornale locale, a lanciare accuse generiche riguardo a presunte voci false diffuse relativamente alla questione meleti intensivi a Calliol.

Non è la prima volta che il Sig. Calliari lancia gravi accuse generiche, non dettagliate e per nulla precise. Infatti poco dopo il taglio di diverse centinaia di giovani meli nell’appezzamento cesiolino egli affermò perentorio “sono stati gli ambientalisti”. E qualcuno qui in provincia di Belluno sta ancora aspettando le sue scuse.
Questa volta ci sentiamo di chiedere con fermezza chiarimenti rispetto a tali accuse: quali sarebbero le voci messe in giro, chi e in che occasione avrebbe fatto ciò e soprattutto in che misura si tratterebbe di falsità?

Il Gruppo Coltivare Condividendo, che in varie occasioni si è interessato alla questione, non ha timore nel ribadire che ogni propria affermazione è sempre stata comprovata e basata da analisi, ricerche e dati scientifici. Per esempio abbiamo citato le analisi indipendenti svolte da cittadini della Val di Non che hanno prelevato (nelle loro case, in parchi e in spazi pubblici a oltre 70 m dai meleti intesivi) e fatto analizzare 13 campioni, riscontrando che 12 erano contaminati da una o più sostanze dannose alla salute. Ricordiamo che il Comitato della Val di Non ha eseguito circa 50 analisi chimiche da cui è emersa una contaminazione generalizzata in zone esterne a quelle agricole e perfino nelle urine dei bambini con valori superiori di parecchie volte a quelli di riferimento.
Ancora abbiamo citato i dati di Legambiente secondo cui sui 22 campioni di mele fatti analizzare in Trentino solo 1 è risultato privo di residui.
Non ci inventiamo noi i bollettini di interventi fitosanitari consigliati dall’ Istituto di S. Michele all’Adige in cui si elencano 41 trattamenti nel 2008 e 33 nel 2009 o ancora i cartelli con la scritta “Zona pericolosa – vietato sostare” posta a pochi metri da abitazioni di Calliol”.
E nessuno di noi intende cedere nemmeno di fronte al ricatto del lavoro, ai posti di lavoro creati per la popolazione locale. Potremmo ribattere con le decine di persone che negli ultimi anni nella nostra Provincia hanno avviato aziende agricole biologiche e che su questo modello stanno investendo tempo e denaro.


Siamo fermamente convinti che il cosiddetto “modello trentino” dopato da finanziamenti pubblici), basato su un agricoltura intensiva, super trattata e super concimata (anche con prodotti che lasciano perplessi medici e ricercatori) non sia l’ideale per questa nostra provincia. Né dal punto di vista ambientale e paesaggistico; né da quello economico ed occupazionale.
Ricordiamo che Secondo l’ISTAT nel 2007 la Provincia Autonoma di Trento é stato il più grande consumatore di prodotti fitosanitari per ettaro di superficie trattabile d’Italia con un valore pari a 57,60 kg/ha contro una media nazionale di 9,12 kg/ha (6,3 volte in piu): il Veneto ne consuma 15,45.

Crediamo invece molto in un’agricoltura sostenibile, nella biodiversità naturale e coltivata, nei prodotti a km zero e nella tipicità. Crediamo molto in un legame forte tra agricoltura, turismo, artigianato, ma anche tra chi produce e chi acquista, nella filiera corta, nell’opera importante dei GAS e dei cittadini che auto producono.
E di “esempi virtuosi” in questo senso ce ne sono davvero molto in questo nostro territorio (consorzi di tutela, cooperative agricole, le molte aziende biologiche, i tre importanti presidi Slow food cioè il fagiolo gialet, l’orzo e l’agnello d’ Alpago ecc..)

Non siamo contrari ad investimenti economici anche importanti, né siamo contrari alle persone che da fuori provincia credono nelle potenzialità di questo territorio. Chiediamo solo che chi si vanta di portare idee innovative e di fornire prodotti di ottima qualità lo faccia veramente, e non ricicli modelli che stanno dimostrando tutta la loro insostenibilità.
Ma cogliamo questa occasione anche per lanciare una proposta. Dato che sia il Sig. Calliari che l’amministrazione di Cesiomaggiore hanno a cuore la sorte degli abitanti di Calliol e che tutti si dicono convinti della salubrità del meleto intensivo, perché non sostengono, finanziano e appoggiano una “campagna di monitoraggio” dell’area, gestita e organizzata dai residenti della zona?
Una serie di analisi uguali a quelle svolte dai cittadini della Val di Non, fatte da un laboratorio indipendente scelto dai cittadini stessi.
Aspettiamo fiduciosi una risposta, convinti che dubbi e timori si dissolvano non lanciando accuse generiche ma con dati, confronto e trasparenza.
nella foto il cartello di "zona pericolosa-vietato sostare" posto vicinissimo a una delle case adiacenti il meleto intensivo)


Gruppo Coltivare Condividendo
www.coltivarcondividendo.blogspot.com

NASCE IL NUOVO BLOG DI "VALSUGANA PULITA"















VI INVITIAMO A VISITARE IL BLOG "VALSUGANA PULITA", QUESTA LA BREVE PRESENTAZIONE CHE NE VIENE FATTA:

La Valsugana è stata ferita da diversi reati ambientali che hanno intaccato l'ambiente e probabilmente anche la salute dei suoi abitanti.
È un diritto, ma anche un dovere, che essi urlino perciò la loro rabbia e rivendichino giustizia. Ma per farlo non bastano le chiacchere.
Costituiamoci TUTTI parte civile nei vari processi a partire da "Fumo negli Occhi". Per capire in cosa ció consiste, cosa comporta e come farlo,
leggete con urgenza il primo Post del segeunte Blogspot.

http://valsuganaferita.blogspot.com/

Il secondo Post, "Operazione Pirati dei Caraibi", farà capire tante cose e probabilmente contribuirà a convincervi che siamo stati ingannati in tutti
questi anni e che è giusto rivendicare giustizia costituendosi parte civile !

Leggete attentamente e diffondete questo link-blogspot a più quanti potete. Per motivi di riservatezza non compariranno tutte le email utilizzate.
grazie !

Valsugana ferita

martedì 21 settembre 2010

LA LOTTERIA CONTRO L'ALTANON SBARCA SUL WEB


Riccardo Sartor 21 settembre alle ore 19.55 Rispondi
La lotteria contro l’Altanon prosegue a gonfie vele e sbarca sul web! Il Comitato No Altanon, infatti, ha deciso di riservare un blocchetto di biglietti al popolo della rete. Tutti coloro che desiderano contribuire all’iniziativa, ma che sono impossibilitati a recarsi nei negozi aderenti per acquistare i biglietti (Libreria Agorà, Libreria Pilotto, Bandalarga, Bottega del Quadro, Vivaio il Ruscello, Dalla Rosa Cicli, Bio-Brothers, Bottega del Commercio Equo e Solidale, Albero degli Alberi) ora possono acquistare i biglietti on-line. Basterà segnalare quanti e quali biglietti acquistare, effettuare il pagamento mediante versamento postepay e attendere l’arrivo dei biglietti richiesti via posta ordinaria.

Di seguito, vengono riportate le istruzioni dettagliate per l’operazione:
- segnalare al comitato (come messaggio di Facebook o via email) quanti e quali biglietti si desidera acquistare (nel caso i biglietti richiesti siano già stati prenotati verrete immediatamente ricontattati). I biglietti disponibili vanno dal numero 1851 al numero 1900 (compresi).
- ricevuta conferma da parte del gruppo, effettuare il versamento mediante ricarica postepay (carta numero 4023 6005 7478 3330, intestata a Lucio D’Alberto, membro del Comitato);
- segnalare quindi al comitato l’avvenuta del pagamento e l’indirizzo per la spedizione postale dei biglietti;
- a versamento controllato, si provvederà all’invio postale dei biglietti richiesti.

Il costo per un biglietto della lotteria è di 1,00 euro. Per comodità, vi chiediamo di acquistare i biglietti in blocchi da cinque. Il costo di commissione per il versamento mediante ricarica postepay è di € 1,00. Senza ulteriori costi, il comitato spedirà direttamente a casa vostra i biglietti acquistati.

Quindi:
- per avere 5 biglietti, effettuare un versamento di € 5,00 + € 1,00 di commissione
- per avere 10 biglietti, effettuare un versamento di € 10,00 + € 1,00 di commissione
- per avere 15 biglietti, effettuare un versamento di € 15,00 + € 1,00 di commissione
- e via dicendo…

In sintesi, più biglietti vengono acquistati più viene “ridotta” la proporzionale spesa di commissione e di spedizione, più contribuite a finanziare il ricorso. Ricordiamo che in palio c’è un bellissimo viaggio per due persone nel Parco Nazionale delle Cinque Terre, una city-bike, buoni libri, buoni spesa, buoni cene, e altri premi!

A nome del Comitato No Altanon
Riccardo Sartor

domenica 12 settembre 2010

OTTIMA INIZIATIVA DI ARIANOVA.. la tutela dell'ambiente e della salute è sempre più legata alle iniziative dei cittadini


Aria pulita, Pederobba si autotassa

Il comitato pronto a controlli autonomi alla «Cementi Rossi»

PEDEROBBA. Pronti ad autotassarsi e a una sottoscrizione popolare per pagare i costi di controlli indipendenti e senza preavviso alla Cementi Rossi. Parola di Arianova, che coglie al volo l’affermazione dell’azienda di non avere nulla da nascondere ed essere disponibile a questi controlli della popolazione. Il tutto legato al rinnovo delle autorizzazioni ambientali chiesto dal cementificio.
C’è stata polemica ai piedi del Monfenera tra maggioranza e opposizione sulla richiesta di rinnovo delle autorizzazioni. L’associazione ambientalista trae una sintesi, prendendo atto della disponibilità del sindaco ad approfondire la questione in Provincia e lancia l’idea dei controlli indipendenti pagati dalla popolazione. «Attualmente i controlli sono insufficienti - afferma AriaNova - sono tre autocontrolli e un controllo Arpav all’anno, per un’attività che incenerisce a pieno regime per 365 giorni all’anno. Cementi Rossi ci ha più volte ribadito che, non avendo nulla da nascondere, sarebbe disponibile a subire controlli indipendenti e senza preavviso. La nostra associazione è disponibile a sostenere il costo di questi controlli reperendo le risorse tramite autotassazione e una sottoscrizione popolare». Su questo obiettivo AriaNova vorrebbe avere con sé tutte le forze politiche, maggioranza e minoranze e per questo ha già chiesto un incontro col sindaco e il consiglio comunale, dove aprire la discussione sulla richiesta di rinnovo delle autorizzazioni ambientali al cementificio e condividere proposte migliorative.
«All’amministrazione comunale e alle minoranze consiliari proponiamo un dibattito comune per arrivare a delle proposte da presentare in Provincia che siano ampiamente condivise ed efficaci - afferma l’associazione ambientalista - In particolare proporremo di chiedere all’azienda un vero salto di qualità nella trasparenza ed efficacia dei controlli». (e.f.)
(dalla Tribuna di domenica 12 settembre)

mercoledì 8 settembre 2010

Lo stato, gli uomini migliori e i loro corpi martoriati


di Ezio Orzes (assessore del Comune di POnte nelle Alpi)

Sto male, perché ne hanno ammazzato un altro. Nove colpi di pistola a bruciapelo hanno cancellato la vita di Angelo Vassallo, sindaco di Pollica, colpevole di aver difeso il Cilento dalla speculazione e dal malaffare.Sto male e sono incazzato perché lo stato, il mio stato non è riuscito a difendere l’uomo e l’istituzione che rappresentava, in quella terra così bella e così violentata; quella terra che è anche la nostra terra.

Sto male e non c’è la faccio più di vedere questo stato che “ esprime tutta la sua profonda commozione”. Che si commuove e non si muove. Che lascia i suoi uomini migliori, nelle istituzioni, nelle procure, nelle caserme, soli e senza mezzi. Sto male e non ne posso più di vedere gli alti rappresentanti dello stato, distratti e lontani da chi amministra con coraggio in quella terra difficile, e poi compostamente affranti, accanto ai loro corpi senza più calore.

martedì 7 settembre 2010

UNA LOTTERIA CONTRO IL PROGETTO ALTANON


È iniziata in questi giorni la lotteria “Togli un mattone all’Altanon”. Il Comitato No Altanon, infatti, ha promosso una lotteria in città per ricavare gli ultimi fondi necessari a completare il finanziamento del ricorso al TAR contro la delibera sul piano Altanon, approvata dal consiglio comunale l’8 febbraio. Il primo premio è un viaggio per due persone (quattro giorni e tre notti) al Parco Nazionale delle Cinque Terre. A seguire, i premi in palio sono una city-bike, due buoni libri, due buoni spesa per prodotti biologici ed equosolidali, due cene per due persone, un buono per piantine biologiche e un quadro di Vettori. Altri premi verranno assegnati nel corso della serata di estrazione, che avrà luogo sabato 27 novembre, alle ore 18.30, nella sede del Wwf di Feltre (Centro Giovani di Farra). È possibile comprare i biglietti della lotteria già in alcuni negozi del centro che aderiscono all’iniziativa (Libreria Agorà, Libreria Pilotto, Bandalarga, Unisono, Bottega del Quadro), al prezzo di un euro a biglietto. Inoltre nelle prossime settimane saranno allestiti anche dei gazebo in centro città. L’obbiettivo del Comitato è quello di raggiungere i 5mila euro necessari a pagare il ricorso presentato al TAR. Ad oggi - grazie a donazioni spontanee, banchetti e conto postepay - sono stati raccolti circa 1500 euro.

per contattare il COMITATO NO ALTANON:
Gruppo Facebook “No agli scempi architettonici a Feltre”
Sezioni di Feltre di Wwf e Italia Nostra
Comitato Pra’ Gras

venerdì 3 settembre 2010

UN ALTRO IMPORTANTE VIDEO DA BORGO VALSUGANA

IL COMITATO BARBIERI SLEALI, I MEDICI PER L'AMBIENTE, LE MAMME.. I CITTADINI CHE IN TUTTA LA VALSUGANA SI STANNO MOBILITANDO A DIFESA DI AMBIENTE E SALUTE SONO UN ESEMPIO E UNA IMPORTANTE FONTE DI CONSOCENZE E COMPETENZE PER TUTTI NOI!!!

Fumo negli occhi è l'inchiesta aperta sulle emissioni di gas delle acciaierie in Valsugana. Da un rapporto dell'Istituto Superiore della Sanità Nazionale sulla Valsugana, emerge la presenza di mercurio ed altre diossine pesanti nei siti dell'area.
Il dato viene occultato dalla Provincia della Valsugana fino a quando Medici per l'Ambiente rilancia gli esiti del rapporto dell'Istituto Superiore della Sanità "Musumeci".